Capitolo 11 - Un orribile tradimento.

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«Questa sera andremo ad una festa!», esclamò entusiasta Sharon.

Io, d'altra parte, non lo ero affatto e i miei migliori amici si accorsero subito che ci fosse qualcosa che non andava.

Certe volte ero consapevole del fatto che fossi trasparente, un libro aperto, altre ancora invece sembravo uno di quelli chiusi con il lucchetto ed impossibili da interpretare.

«È successo qualcosa, vero? Ho visto Will in corridoio bianco come il latte», disse Trevor incrociando le braccia al petto, in attesa di una spiegazione.

Io, per tutta risposta, mi strinsi nelle spalle. «Boh, era piuttosto strano ma non so perché».

E non lo sapevo davvero, la mia mente era molto confusa in quel momento.

Ma volevano sapere i dettagli, per esprimere la loro opinione, così raccontai loro tutto ciò che era successo e le loro espressioni si tramutarono varie volte, dal sorpreso, al divertito, al malizioso, al divertito ancora e infine confuso.

«Qui abbiamo un bel triangolo amoroso», dichiarò Sharon ed io la fulminai.

«Stronzate», ribattei.

Trevor ridacchiò. «Non so, Kyle è un tipo a posto ma non ti ci vedo... insomma, più o meno vi odiate», osservò quest'ultimo.

Ed io mi mostrai pienamente d'accordo, ridendo un momento sul fatto che fossi riuscita nel mio intento, ovvero farlo incazzare da morire.

Tra chiacchierate, risate e battibecchi sull'argomento "triangolo o no?", il pomeriggio passò in fretta e in men che non si dica le chiare nuvole sparirono per lasciare il posto a molte stelle luminose ed il cielo si oscurò, annunciando l'arrivo della sera e successivamente della notte.

Così, Sharon decise che era arrivato il momento di andarsi a preparare per la festa: naturalmente io non avevo diritto di parola per quanto riguardava questo genere di cose.

Nonostante non fossi mai contraria, nonostante uscire e divertirmi non mi dispiacesse, per lei non avevo buon gusto nel vestire, di conseguenza sarebbe stata la mia consulente di moda.

Salutammo Trevor, che ci lasciò sole per andarsi anche lui a dare una sistemata, anche se era bello comunque.

Eravamo amici, certo, ma ero pur sempre una ragazza e sapevo quanto fosse attraente. Non ero mica cieca.

Alle superiori era il ragazzo più ambito del liceo e molte volte le ragazze facevano dispetti a me e Sharon per gelosia e invidia: molto stupida come cosa.

Poiché più loro trattavano male noi, più lui le allontanava.

Comunque, tornando a noi, io e Sharon demmo il via alla preparazione.

Dopo essermi fatta la doccia per prima, tornai in camera con un asciugamano avvolto attorno al corpo e trovai la bionda in piedi accanto al mio letto con due vestiti in mano.

Erano bellissimi, dovevo ammetterlo, ma non erano nel mio genere. Un po' troppo provocanti per i miei gusti.

Uno era rosso, con lo scollo a cuore e largo a partire dalla vita in giù; l'altro, invece, era un tubino nero molto corto, anch'esso con lo scollo a cuore, ma era dotato di bratelle sottili.

La guardai contrariata e scossi la testa in segno di negazione. «Non ci penso nemmeno, credo che indosserò un paio di shorts per sentirmi più a mio agio», esclamai.

Il suo viso si tramutò in un'espressione di disgusto: «Non esiste! Tu indosserai il tubino nero, io quello rosso. Fine della storia!», disse.

«È troppo stretto, non riuscirei a muovermi con quel coso addosso», replicai.

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