Capitolo 54 - Caos.

Start from the beginning
                                    

Restammo così, accoccolati, ad ascoltare il respiro dell'altro.

Restammo così, perché quello era il nostro posto.

Il nostro piccolo angolo di paradiso.

«Andiamo a mangiare sushi, io amo il sushi!» esclamò Sharon mentre stringeva la mano di Paul.

Lui alzò gli occhi al cielo, senza farsi vedere dalla mia migliore amica, poi ci pregò con lo sguardo.

Sapeva quanto potesse essere insistente la bionda, quando si impegnava, quindi tanto valeva accontentarla.

«Per me va bene, ho già mangiato qualcosa in albergo. Perché la mia ginecologa non ha fatto altro che ripetermi all'infinito quanto sia importante l'alimentazione in gravidanza! Prenderò qualcosa da bere», intervenne Margaret.

Trevor la guardò male. «Ha ragione la dottoressa, non lamentarti».

Margaret sbuffò, ma poi gli sorrise e gli stampò un bacio soffice e tenero sulle labbra.

Erano bellissimi, sarebbero stati dei genitori fantastici.

Quindi, dopo aver parlato del più e del meno, decidemmo di andar a mangiare sushi e far così contenta Sharon.

Quando entrammo al locale, venni investita da un odore dolce di cannella.

Prendemmo posto ad un tavolo in fondo alla sala, vicino ad un'ampia finestra, dopodiché ordinammo.

«Dio, quanto posso amare questo cibo!» esclamò la bionda, chiudendo gli occhi.

«Tesoro, hai bisogno di un secchiello? Sembra che tu stia per venire», affermò Paul e tutti scoppiammo a ridere.

Lei lo guardò male, per poi arrossire leggermente e colpirlo al braccio con uno schiaffetto.

«Sei un maiale!».

«Ti piace quando lo faccio, ammettilo», ribadì lui e le sue guance andarono a fuoco.

«Sta' zitto! Sei disgustoso», quasi urlò.

Stavo ridendo così tanto che per poco non mi andò anche il cibo di traverso.
Tossicchiai un po', ma non rischiai la morte, se non altro.

Kyle mi diede dei colpetti alla schiena, per aiutarmi a riprendermi ed io sorseggiai un po' d'acqua.

«Siete dei cretini», borbottai.

Il pranzo passò nel migliore dei modi, tra chiacchiere e risate. Mi sentivo veramente bene, senza nemmeno il peso dell'università addosso.

Dopo esser usciti da quel ristorante giapponese e aver augurato una buona giornata ai camerieri, ci fermammo in una caffetteria poco distante.

Ma, prima che entrassimo, mi voltai verso Kyle e notai che il suo viso era diventato pallido e serio, mentre fissava il cellulare con mani tremanti.

Il panico prese immediatamente il controllo su di me.

Lo scossi un po' per le spalle. «Amore, cosa sta succedendo? Che hai?» gli domandai ma lui non sembrava dare segni di vita.

Era come se fosse entrato in trance e non stesse guardando più il cellulare.

Il suo sguardo era fisso nel vuoto.

Anche gli altri se ne accorsero e ci guardarono preoccupati.

Gli presi il viso tra le mani, obbligandolo a guardarmi.

Ma lui non mi vedeva.

Era come se non ci fosse più, come se si fosse perso in qualche angolo remoto della sua mente.

Come se non riuscisse più a tornare al presente.

Ero spaventata da morire.

Poi tre paroline, tre semplici paroline che fecero ghiacciare il sangue che scorreva nelle mie vene.

Tre semplici paroline che bastarono per far girare il mondo al contrario.

«Mamma sta morendo».


















ANGOLO AUTRICE.
Eieiei, buonasera miei amati readers. So che ho accantonato un po' questa storia, ma ho davvero avuto tanto tanto da fare.
Mi dispiace di avervi fatto attendere così tanto. Spero di non avervi fatto passare la voglia di leggere questa storia!

Allora, che ne pensate di questo capitolo? Fatemi sapere.
Lasciate qualche commentino e qualche stellina.🌠🌠

•Storie collegate: The time of Stars - Il tempo delle stelle.

PS. Attendo i vostri pareri sulla creazione della storia scritta interamente dal punto di vista di Kyle.

Kiss.❤️

STORM HEARTWhere stories live. Discover now