Capitolo 18

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Mi sto incazzando seriamente ora. Non tollero davvero che quello sfigato si avvicini a lei. Non capisco nemmeno perché io stia dicendo questo ora, ma mi da fastidio. Guardo Jesse e noto che anche lei mi sta guardando. Dedico di non mangiare niente e mi alzo andandomene via senza dire nulla a nessuno.

Prendo la mia auto e torno a casa, stringo forte il volante dal nervoso. Ma che cazzo mi prende? Geloso? Io? Cerco di tranquillizzarmi focalizzandomi sulla strada ascoltando la musica che c'è in radio. Dopo qualche minuto mi calmo e guardò fuori dal finestrino rilassandomi.

Appena arrivo a casa, vado a farmi una doccia calda e vado subito a letto, cercando di non pensare a Jesse e a Drew, anche se é molto difficile, dato che l'unica cosa che vorrei fare in questo momento è spaccargli la faccia.

- Jesse;

Mi sveglio a causa della luce che entra dalla finestra. Sbuffo e mi stropiccio gli occhi. Stranamente non sento nessun rumore provenire dal piano di sotto, decido così di andare a controllare se mia madre è in casa.

Mamma non c'è, ma noto un biglietto sopra il tavolo, che inizio a leggere.

"Jesse.. lo so che ti sembrerà strano, ma tornerò domani mattina. Tranquilla sono con Armin, nulla di cui preoccuparsi, ti ho lasciato dei soldi così puoi ordinarti quello che ti pare sia per pranzo che per cena".
- Mamma.

Sgrano gli occhi. Non so se l'ho fatto per il fatto che starà con Armin fino a domani o per il fatto che so per certo che mia madre si è innamorata di nuovo.

Riappoggio il bigliettino, torno di sopra per farmi una doccia e faccio colazione anche se ormai è ora di pranzo. Passo la giornata ad ingozzarmi di schifezze guardando tutti quei programmi televisivi strappalacrime.

Pensai anche a Martijn e a ieri sera. Mi vengono i brividi al solo pensiero di noi due che facciamo sesso sul lavandino del ristorante. Scaccio via quei pensieri e spengo la televisione. Ho bisogno di una boccata d'aria, penso proprio che andrò a farmi una passeggiata.

Metto una felpa abbastanza pesante e un paio di Jeans neri dato che si muore di freddo. Esco di casa e vado dietro al parchetto poco distante da casa mia. È notte fonda e non c'è praticamente nessuno.

Devo ammettere che l'inverno è abbastanza malinconico, anche se é la mia stagione preferita. Mi siedo sopra una panchina e resto lì per mezz'ora. In lontananza sento dei passi che si avvicinano e qualcuno canticchiare.

Non ci do tanto peso fin quando sento una risatina. "Cosa?! Ti devo ritrovare anche qui?" Quasi urlo a Martijn. "La strada non è tua. E poi, casa mia non é tanto distante dalla tua. Ci passò spesso qui, soprattutto a notte fonda perché non c'è mai nessuno e voglio schiarirmi le idee rilassandomi" dice con il suo solito tono da strafottente.

"Smettila di parlarmi in questo modo, mi dai ai nervi" dico irritata. "Sennò? Che succede?" Si avvicina, restando in piedi davanti a me ma io mi alzo.

"Sennò un cazzo" Cammino per andarmene. "Non così in fretta, Jesse" mi afferra il polso tirandomi verso di lui.

"Lasciami andare e subito" dico in tono abbastanza cattivo. Come sempre i nostri volti sono tremendamente vicini e questa cosa mi da sui nervi, perché non so mai come comportarmi.

"Sai gia cosa voglio" a quelle parole chiudo gli occhi sbuffando. "Non qui" lo guardo. "Andiamo a casa tua, sono a piedi e non ho voglia di aspettare" ricambia  il mio sguardo.

"Cosa? A casa mia?! Non se ne parla proprio Garritsen!" Urlo. "Non urlare, tappati quella bocca o sarò costretto io a tappartela e credimi non ti farebbe di certo piacere. Mi dai ai nervi!" Quasi urla. Divento rossa dalla rabbia. Senza dire nulla mi tolgo violentemente dalla presa del suo polso e inizio a camminare verso casa mia con lui dietro.

"Bel culo!" Ride. Non rispondo, continuo a camminare facendogli il dito medio. Entriamo in casa, chiudo la porta a chiave e lo porto di sopra.

"Questa volta voglio prima i soldi" dico seria. "Certo" mi porge mille euro. "Solo?" lo guardo. Ne mette altri tremila. "Perfetto" continuo a guardarlo.

Ricambia il mio sguardo, il suo solito sguardo che io non riesco a capire, e senza dire nulla mi prende sbattendomi sul letto.

Lo lascio fare, d'altronde non mi rimane nient'altro da fare. Subito dopo inizia a levarsi ogni singolo indumento e io faccio lo stesso e come al solito, ci guardiamo senza distogliere mai lo sguardo l'uno dall'altro.

Mi stendo sul letto mentre lui viene sopra di me, mi guarda ancora una volta e leccandosi le labbra avvicina con una mano il mio viso al suo.

Ci baciamo, e come la scorsa volta dura poco, però questa volta percepisco un qualcosa in più che non riesco a decifrare. Subito dopo mi lascia un bacio sul collo e chiudo gli occhi, appoggiando le mie mani sopra la sua schiena.

Prende il preservativo strappandolo con i denti, Se lo mette e torna sopra di me. Si struscia lentamente contro di me gemendo piano, eccitandosi.

Gemo anche io e poco dopo entra in me senza preavviso. Gemo più forte attorcigliando le mie gambe attorno al suo bacino, appoggiando le mani sopra le sue spalle graffiandole profondamente.

Ci guardiamo,mentre i nostri respiri si fanno sempre più affannosi e dopo qualche minuto vengo, seguita da lui. Questa volta duró poco ma fu comunque piacevole. Resta sopra di me, e Il suo corpo caldo e sudato sopra il mio è alquanto imbarazzante come cosa, ma non ci do troppo peso. Nella stanza si sentono solo i nostri respiri affannosi. Alza lo sguardo rimanendo comunque sopra di me.

"Voglio un pompino" sussurra. "Seriamente?" Dico.
"Mhmh" fa di si con la testa. Senza dire nulla lo spintono e lo faccio sdraiare affianco a me.

Mi abbasso fino ad arrivare al suo petto, leccandolo fino ad arrivare alla sua lunghezza. Per un semplice tocco lo sento già ansimare. Gli lecco tutta la lunghezza, prendendolo subito dopo in bocca.

Geme e lentamente inizia a muoversi contro la mia bocca, dando spinte non troppo forti. Io continuo a succhiare fin quando non sento il suo liquido caldo finirmi tutto in bocca.

Disgustata ingoio obbligata da lui. Mi tolgo subito mettendomi di fianco a lui sentendo il suo sguardo posato su di me. Sospiro mentre lui continua a guardarmi. Non so cosa dire, mi sento a disagio e odio quando lui mi guarda.

"Che c'è?" Dico come sempre in tono freddo."Posso restare per questa notte?" Quasi sussurra. Deglutisco arrossendo leggermente. "Va bene, solo perché ormai è tardi, e fatti più in là" mi giro dall'altra parte. Dopo svariati minuti di silenzio, inizio ad avere freddo e tremo leggermente. Martijn se ne accorge e si alza per chiudere la finestra.

Raccoglie la sua felpa da terra e me la porse. Non gli dico nemmeno grazie, me la metto e poi mi giro nuovamente. Lentamente mi copre con la coperta. Perché ora si comporta così con me? Deve solo scoparmi, non coprirmi con una cazzo di coperta.

La prendo io infilandomici sotto. Sospiro e chiudo gli occhi. Non dormirò sicuramente essendo consapevole di avere Martijn Garritsen di fianco, ma almeno ci provo.

𝐨𝐨𝐩𝐬 ; 𝐦𝐚𝐫𝐭𝐢𝐧 𝐠𝐚𝐫𝐫𝐢𝐱Where stories live. Discover now