Capitolo Trentunesimo

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Stesa sul mio letto non faccio nulla, se non far scorrere gli occhi sulle righe del libro. È domenica, la voglia di far niente ormai si è impossessata di me ed è talmente forte che mi sono alzata dal letto solo per andare in bagno a fare una doccia e per cambiarmi. La settimana delle verifiche si è conclusa, ma la prossima sarà, se non peggio, estenuante in ugual modo. Sfortunatamente i miei compagni non sembrano aver voglia della stessa tranquillità che desidero io.

«Dai Calum, vai! Devi girare, devi girare!» urla Luke con impeto, inginocchiandosi e sporgendosi verso il piccolo televisore che i ragazzi hanno portato. Dal suono della sua voce e dalla sua concentrazione non ci vuole un genio per capire che il biondo sta per esplodere.

«Ci sto provando! Ci sto provando!» risponde in modo altrettanto concitato il moro, concentrato quanto l'altro sulla partita. Stanno giocando da più di un'ora con questo gioco delle macchine, che mi ricorda tanto Mario Kart di quando ero più piccola. Per un momento, circa mezz'ora fa, ho avuto seriamente paura per la vita di Calum quando, con un sorriso da idiota stampato in faccia, ha stracciato Luke per l'ennesima volta. Il biondo era diventato rosso e stava per saltare addosso al suo amico.

«Ma non riuscite proprio a fare un minimo di silenzio?» sbuffo io, alzando un sopracciglio verso di loro.

«Zitta donna. Avrai il diritto di parlare solo dopo aver giocato, non puoi capire» risponde Luke senza staccare gli occhi dallo schermo. Mi allungo fino ad arrivargli più vicino, poi gli dò una librata in testa.

«Ahi!» si lamenta brevemente, non dando veramente importanza al colpo che gli ho dato. Calum ridacchia.

«Oh Bettha, senti» mi dice Molly, risvegliandosi dai libri su cui sta faticosamente cercando di studiare «Vorrei conoscere il tuo ragazzo. In tutto questo tempo non l'ho ancora visto» dice naturalmente, come se stessimo parlando del tempo.

«Cosa?» esclamo, arrossendo «Io non ho un ragazzo» borbotto nascondendomi dietro il libro.

«Come no? Sì che ce l'hai, e io lo voglio conoscere» mi guarda stranita, come se tutte le mie parole fossero fesserie.

Sposto velocemente lo sguardo su Calum, non accortosi della nostra conversazione «Calum? Cosa diavolo le hai detto?» mi guarda, mezzo stupito.

«Cosa ti aspettavi? È la mia ragazza, sa praticamente ogni cosa che accade della mia vita» scrolla le spalle, tornando al gioco. Sfortunatamente si è distratto troppo e si è schiantato contro un muro, perdendo di conseguenza la partita «Cavoli» borbotta.

«Sì!» urla Luke, puntandogli le dita contro per provocarlo «Hai perso stupido babbeo! Sono il più grande vincitore della storia!» alza le braccia in aria, come se fosse allo stadio.

«E a proposito di questo mi aspettavo ne parlassi anche con me, ma sono passate più di due settimane e non ho saputo niente» mi guarda, come per rimproverarmi, con un'espressione corrucciata da cucciola.

«Non sono accadute cose tanto belle in queste due settimane» mormoro, puntando lo sguardo sulle pagine del libro. Quando trovo il coraggio di tornare a guardare i miei amici mi stupisco di avere l'attenzione di tutti puntata su di me.

«Non ci hai detto niente» protestano dispiaciuti. Luke si alza e viene a sedersi al mio fianco, circondandomi le spalle con un braccio. Si vede così tanto dal mio tono che ho avuto il cuore spezzato?

«Sto bene, non è successo niente, si è sistemato tutto» scrollo le spalle, lasciandomi cadere contro il biondo.

«Ma non ci hai detto niente comunque» risponde Molly «Racconta»

«Io volevo farvelo conoscere Michael, ma non si sente a proprio agio con la gente. Ha incontrato Calum e Luke per caso, e mi ha sempre detto che non voleva incontrare Molly e Ashton dicendo che avrebbe fatto una figuraccia» inizio a sfogarmi «Ma quando sono uscita con Ashton, due settimane fa, ho scoperto che Michael è il suo compagno di stanza» ammetto alla fine.

Molly mi guarda sorpresa, gli occhioni scuri spalancati «Veramente? Ma magari non sapeva intendessi Ashton il suo coinquilino» prova a giustificarlo.

«Lo sapeva. Ashton gli parlava di me e io gli parlavo di lui. È capitato una volta che gliel'ho fatto vedere da lontano, quindi sapeva di chi stavo parlando» un piccolo sbuffo esce dalle mie labbra «Mi ha evitata per tutte le due settimane»

«Allora è per questo che sembravi così giù» afferma Calum.

«Già, ma adesso va tutto bene»

«Che intendi?» fa Molly. Scende dal suo letto e si siede accanto a Calum.

«L'ho incontrato due giorni fa e... Niente, abbiamo chiarito» scuoto la testa, forse un tentativo di mandare via le guance rosse, forse per non far vedere il sorriso che mi piega le labbra quando ripenso al nostro bacio.

«Oh, ho capito» accenna Molly con uno strano sorriso malizioso sulle labbra «Avete chiarito» ripete, una frase che contiene evidenti sottointesi. Calum ridacchia guardando la sua ragazza.

«Ma no Molly, cosa vai a pensare» mi porto le mani al viso «Ci siamo solo baciati» sussurro, come se fosse ugualmente una colpa.

«Oh! Allora è vero che state insieme!» si alza in piedi e inizia a saltellare. Sembra una bambina.

«Non stiamo insieme, ci siamo baciati e basta» ribatto, la voce imbarazzata ogni secondo di più.

«Ma vorresti starci insieme» insinua lei. Mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo, un modo infantile per sembrare infastidita.

«Potrebbe essere» ammetto mordendomi il labbro. Molly ricomincia a saltellare, ridacchiando e lasciando che piccoli urletti lascino le sue labbra.

«Bethany, se con Michael non dovesse funzionare, ci sono sempre io pronto a riempire i buchi» ammicca Luke stringendomi la spalla. Me lo scrollo di dosso, un sorriso divertito sulle labbra.

«Sei un'idiota» rispondo. Lui ride e mi tira ancora vicino.

«Allora direi che è d'obbligo un incontro» continua Luke «Devo conoscere meglio il ragazzo dell'unica donna che non sono riuscito a portare a letto. Magari riesco a carpirgli qualche informazione» lascio cadere la testa contro la sua spalla, come se mi fossero state risucchiate le forze dalle cazzate che dice il biondo.

«Lasciamo stare?» chiedo sospirando divertita e, come un angelo venuto a salvarmi, qualcuno bussa alla porta della camera. Mi alzo velocemente in piedi «Vado io» precedo tutti. Faccio lo slalom tra Molly e Calum prima di arrivare alla porta.

La apro, chiedendomi chi possa essere, e appena i miei occhi incontrano il verde, che inizio seriamente ad amare, il cuore salta un battito. Gli sorrido «Ciao» dico.

«Ciao» dice lui. Sposta lo sguardo sull'interno della camera e io lo seguo, vedendo tutti gli occhi puntati su di noi. Stringo la maniglia della porta e faccio un passo verso il corridoio.

«Meglio se parliamo fuori» dico a Michael, che fa un passo indietro per lasciarmi spazio. Chiudo la porta, evitando agli occhi curiosi di Molly di indugiare ancora sul ragazzo «Non potevi capitare in un momento migliore» gli dico.

Lui si morde il labbro, abbassando lo sguardo e sussurrando «Scusa» e io ridacchio, cercando di fargli capire che se è qui non posso che essere felice, così torna a guardarmi e con occhi speranzosi mi chiede «Volevo portarti in un posto. Quanto ci metti a prepararti?»


Non so, ho scritto una mezza schifezza. Ma in effetti questo capitolo non deve essere tanto importante, è per i prossimi due che mi preoccupo. Il fatto è che sono indecisa se fare due capitoli, scrivendo largamente le cose oppure fare un capitolo in cui accade tutto ma che, in questo caso, diventerebbe veloce e probabilmente scritto male. Non so. Spero vi piaccia ugualmente il capitolo. Io trovo Michael molto dolce alla fine. Voi? Cosa pensate che succederà? Commentate se vi va e lasciate una stellina per favore <3

Multicolor || Michael CliffordWhere stories live. Discover now