XXII

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Passarono diversi giorni da quando si era risvegliato dal coma, e dopo un lungo consulto il primario del Cardarelli che stava seguendo il suo caso decise di poterlo dimettere. Finalmente tornava a casa, alla normalità, poteva ricominciare a vivere dignitosamente, senza essere dipendente da flebo, macchinari e dottori.
Dal momento in cui capii quali erano le condizioni di Francesco, aggravata da quella perdita parziale di memoria, capii che forse anche la nostra storia era stata minata. Mi riconosceva, sapeva bene chi ero, ma iniziai sempre di più ad accettare il fatto che forse non mi amava più come un tempo. Era duro da ammettere, era anche abbastanza doloroso, tuttavia non lo vedevo come un tradimento, non dipendeva da lui e io lo capivo. Tante cose lui non riusciva a ricordarle, non ricordava le promesse scambiate, non ricordava tutte i problemi che insieme avevamo superato mano nella mano, non ricordava quanto ci eravamo amati. Io non potevo fargliene una colpa, non ne avevo motivo, ma al tempo stesso ci stavo male.
Io a Francesco durante i giorni dopo il risveglio parlavo di noi, delle nostre giornate, dei momenti belli e anche di quelli meno belli, lui partecipava e sorrideva, ma percepivo chiaramente il suo distacco, quel distacco mi faceva capire che di tutte quei momenti lui non ricordava nulla. Non ebbi mai il coraggio di chiedergli se ricordasse o no un determinato momento, lo capivo.
Lui aveva subito un gravissimo incidente, era stato male, si era ripreso e aveva trovato accanto a sé una persona che diceva di essere la sua fidanzata. Lui riconosceva il mio volto, ma non provava più le stesse cose di un tempo, o meglio non mi amava più. Dovevo farmene una ragione.
Così dopo un paio di giorni decisi di allontanarmi da Francesco. Non fu una scelta facile, io ci stavo davvero male, ma ero comunque felice. Era vivo, mi bastava sapere questo. Lui doveva continuare a fare le sue terapie, e man mano poteva riuscire a recuperare. Se un giorno fosse riuscito a ricordare tutto quello che c'era stato tra noi, e se ritornava a provare lo stesso amore nei miei confronti, io sarei stata lì, con le braccia aperte e il cuore in mano, pronta a riprendermelo. Però fino a quel momento avevo preferito lasciarlo tranquillo, preferivo non fargli sentire un peso, quello di una persona "estranea" che cercava di fargli ritornare alla mente ció che lei voleva. Così mi misi in disparte, e seguii per diversi anni la sua ripresa da lontano.

Io e Te, il resto non conta ❤ Where stories live. Discover now