II

59 8 0
                                    

Erano passate un paio di settimane, ero riuscita ad ambientarmi, seppur con qualche difficoltà, in quel nuovo ambiente. Avevo degli ottimi professori, per niente severi, anzi. Nemmeno dei compagni di classe potevo lamentarmi, erano chi più e chi meno simpatici. Lì avevo quasi tutti conosciuti, avevamo cominciato a fare gruppo, ci vedevamo di pomeriggio in piazzetta, e la domenica mattina a messa. Tutto procedeva bene, anche meglio di come avevo immaginato. Tranne che con una persona.
Lui era Francesco, un ragazzino che il primo giorno di scuola, era seduto avanti a me, e con il quale non persi tempo per litigare.
Si presentò con una gamba ingessata, e con queste due stampelle, che faceva fatica a gestire. Era davanti a me seduto. Gli avevo ripetuto un mare di volte di poggiare quelle benedette stampelle a terra. Ma lui sordo e anche stronzo, continuava a tenerle poggiate all'impiedi dietro la sua sedia e dunque a 2 centimetri dai miei piedi. Inutile dirvi che tempo mezz'ora e me le ritrovai sulle gambe, subendo un dolore atroce.
Era stato odio fin dall'inizio. Era un'odio strano però, mascherava qualche altra cosa, un qualcosa di più grande e totalmente diverso, che però non riuscivo ad identificare, ero piccola, non mi ero mai approcciata ad un ragazzino della mia età, se non a mio cugino per lanciargli dietro le trottole dei famosi blaybled.
I giorni passavano, e io covavo in me questo sentimento.
Andavo a scuola per vederlo, ci litigavo, mi allontanavo, ma lo ricercavo poi di nuovo.
Intanto avevo stretto un'amicizia speciale con una ragazzina, Fabi, ma aspettavo ancora per poterle confessare questo mio segreto, se cosí poteva essere definito.

Io e Te, il resto non conta ❤ Where stories live. Discover now