XIV

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Quella sera mi accompagnò a casa lui, come un tempo, seppur molto lontano. Da quella sera iniziai a riflettere. Cosa avrei dovuto fare? Quale sarebbe stata la decisione giusta, riprovarci oppure lasciare le cose come stavano? Ero sommersa da questi pensieri, mi rimbombavano nella testa ancor più forti quando mi arrivava un suo messaggio.
Dovevo parlare con kekka, mi doveva aiutare. E così che, la mia migliore amica, dovette subire tutta la mia ansia, indecisione e frustazione su cosa fosse giusto fare. Ricordo ancora le sue parole, sono d'altronde quelle che mi ripete spesso: " provaci! Se va male? almeno potrai dire che ci hai provato". Ancora una volta io avevo dato retta alle sue parole, oltre che al mio cuore. Avevo spesso bisogno di qualcuno che mi incoraggiasse nelle decisioni importanti, e lei c'era sempre.
Per cui decisi di riprovarci, anche se avevo tanta paura. Paura di non farcela, paura di stare male nuovamente, paura di non riuscire a stare al suo passo. Lui era sicuro, istintivo, non pensava mai alle conseguenze, era un animo libero, si godeva la vita, anzi la sfidava certe volte. Io invece, ero pacata, razionale, forse anche troppo. Vivevo la mia vita però riuscivo a capire fin quando poter scherzare e quando invece era il tempo di essere seri. Questi nostri caratteri così diametralmente opposti, spesso ci facevano discutere. Io cercavo di tenerlo buono, quello era il mio obiettivo.
Decisi quindi di ricominciare quella storia interrotta 3 anni e mezzo prima. Con il passare del tempo capii che quella era la scelta più giusta che potessi fare. Lui mi riempiva le giornate. Me le alleggeriva. Dolce e romantico quando voleva. Stronzo e fanatico il resto del tempo. Ma a me piaceva così, mi andava bene .
Ritornò ad essere il primo pensiero la mattina appena sveglia. Andavo a scuola e lo sentivo ad ogni cambio d'ora. Tornavo a casa a piedi e lui mi teneva compagnia al telefono, per poi vederci il pomeriggio in piazza. In quella stessa piazza dove io quel giorno me lo andai a riprendere. Quella panchina diventò il luogo in cui custodivamo giorno per giorno i nostri ricordi. Ancora oggi quando mi capita di passarci la guardo e mi vengono in mente le risate, i nostri baci che avevano quasi sempre il sapore delle San Carlo a pomodoro, le discussioni sceme che c'erano tutti i giorni, i lunghi abbracci e le gelosie su qualcuno che magari mi aveva contattata su MSN.
Sul quella panchina ci ritrovavamo tutti i giorni, senza annoiarci mai, ci bastava poco per essere felici. Io e lui e nient'altro.

Io e Te, il resto non conta ❤ Where stories live. Discover now