XVIII

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Nel giro di poco tempo ci ritrovammo a festeggiare il nostro anniversario, il primo dopo il distacco che avevamo avuto, anche se lo consideravamo il sesto, perchè nonostante eravamo stati lontani tre anni, quella distanza era stata cancellata da tutto l'amore che in quei mesi successivi al riavvicinamento ci eravamo dati. Amore puro e intenso. Quello era un anniversario importante, segnava la svolta per noi, e ci tenevo a renderlo indimenticabile. Avevo cominciato a fare preparativi un mese prima, dei preparativi per una giornata indimenticabile che peró furono inutili perché Francesco decise e pretese, che quel giorno dovesse organizzarlo lui. Io non potei dirgli di no e così ebbi ancora più ansia, di quanta ne avrei avuta se l'avessi organizzata io. Immaginavo e mi disperavo ipotizzando a cosa avrebbe architettato, mi aspettavo una colazione al bar, un giro in centro e poi dritti allo stadio, perché quel giorno il Napoli avrebbe giocato in casa contro la Juventus. Immaginavo me in fila per entrare allo stadio e mi venivano le crisi. Mi promisi allora di non pensarci più, e scoprire poi direttamente quel giorno quale sarebbe stata la mia sorte.
Ebbene lui mi stupì. Quel giorno arrivò in men che non si dica.
Ore 7:00 mi arrivò un sui messaggio con scritto " Auguri Amore Mio. Grazie per questi sei anni di noi. Ti aspetto fra poco, sbrigati". Quella mattina dissi ai miei che dopo aver finito a scuola andavo a casa di kekka, avrei dormito da lei, per poi ritornare a casa il giorno dopo. Andai a scuola, o meglio fuori scuola e feci finta di entrare, il tempo di far andare mia madre, per poi uscire immediatamente fuori. Ad aspettarmi c'era Francesco, appoggiato alla macchina, bello più del solito con il chiodo di pelle tirato a lucido per l'occasione. Mi ci fiondai addosso e inalai tutto il suo profumo, quel profumo che mi faceva stare bene e al sicuro. Salimmo in macchina e trovai sul mio sedile un mazzo di rose rosse, sei per l'esattezza, una per ogni anno in cui c'eravamo amati. Facemmo colazione al bar e poi mi portò a Napoli. Era misterioso tanto che non riuscivo a capire cosa avesse intenzione di fare, e non vi nascondo che quando capii che stavamo andando a Napoli già immaginavo il San Paolo, i tifosi e le urla degli ultras. Invece lo avevo sottovalutato, avevo dimenticato quel suo essere romantico che un paio di volte all'anno faceva venir fuori. Me ne resi conto quando vidi un hotel a me caro, di cui gli avevo parlato, che rappresentava un qualcosa di importante e dove avrei voluto passare un giorno insieme, anche se sapevo bene non fosse possibile visto il tipo di hotel e annessi costi.
Rimasi senza parole, non riuscivo a pronunciare nemmeno una sillaba quando lui accostò vicino all'hotel Excelsior. Realizzai quanto stesse accadendo solo quando entrai in una delle stupende camere che ci avevano assegnato. Avevo di fronte il golfo di Napoli, Castel dell'Ovo, Capri e Ischia ma mi resi conto che una meraviglia ancor più grande l'avevo affianco, e si chiamava Francesco. Lui si era anche preoccupato di portare le cose che ci potevano servire per quella notte, e me ne resi conto solo quando un cameriere bussò alla porta per consegnarci il borsone. Dio solo sapeva quanto in quel momento potessi amarlo. Mi aggiustai i capelli al volo e scendemmo, passeggiammo per il lungomare, ci fermammo a mangiare da Antonio & Antonio a via Caracciolo, e continuammo la giornata fra negozi e friggitorie. Solo quando i piedi iniziarono a supplicare aiuto ritornammo in hotel. Eravamo stanchi morti, ma felici come non mai. Riposammo qualche ora, il tempo di recuperare le energie per poi riscendere nuovamente. Indossai un tubino rosso e un paio di tacchi vertiginosi, che avevo comprato la mattina, e assolutamente adatti ai san pietrini deĺ centro di Napoli, e passammo la serata più bella della nostra vita, almeno fino ad allora. Percorremmo tutto il lungomare fino ad arrivare da Ciro per uno dei suoi famosi frullati, e restare poi lì a guardare le stelle e a tenerci stretti. Erano mezzanotte passata quando decidemmo di rientrare in hotel. Desideravamo entrambi quella notte insieme, e finalmente era arrivata. Vederlo nel letto, affianco a me, che con un braccio mi teneva stretta, mi faceva fantasticare su un futuro insieme. Quel letto in cui c'eravamo solo io e lui, lo vedevo in un futuro con in mezzo i nostri figli, immaginavo e mi emozionavo. Poi tornavo al presente e pensavo alla fortuna che avevo avuto ad avere accanto una persona, che mi amava in quel modo. Facemmo l'amore, quello sentito, voluto e desiderato, per poi addormentarci abbracciati fino al mattino seguente, quando avremmo ripreso il tram-tram quotidiano, fatto di scuola e lavoro.

Io e Te, il resto non conta ❤ Where stories live. Discover now