VIII

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Passavano così velocemente i mesi, non rendersene conto, tant'è che eravamo arrivati alla fine del secondo quadrimestre. Ormai i giochi erano fatti, e le somme quasi tirate, sapevo che qualcuno era in pericolo così come sapevo anche che non c'era più tempo per recuperare. Ero in ansia, avevo paura di perderlo, l'idea che Francesco non potesse essere promosso, mi faceva star male. Come potevo pensare di dover mandare il mio ragazzo in un'altra fossa di leoni, anzi di leonesse, senza che ci fossi io a tener sott'occhio la situazione? Non volevo, non mi andava bene e inutile star a raccontare le litigate avvenute per rinfacciargli tutte le volte che non apriva un libro, per tutte le volte che prendeva note su note, manco fossero numeri da giocare al lotto, per tutte le volte che insieme all'amico senza dita ( si ragazze il suo migliore amico, non aveva due dita della mano sinistra) prendevano in giro i prof mostrando le falangi che si muovevano senza le restanti falangine e falangette, procurandosi sospensioni su sospensioni.
Ma inutile dirvi che la doccia gelata avvenne, e come se avvenne, quando uscirono i quadri. Ricordo quella mattina, l'agitazione si tagliava col coltello, tant'è che mia mamma si chiedeva se gli stessi nascondendo qualcosa, pensava che ci fosse la probabilità che non potessi aver superato il secondo anno.
Arrivati davanti ai quadri, quasi piangevo dal nervoso.
Si era realmente materializzato ciò che mai avrei voluto accadesse. Francesco ******** : NON AMMESSO.
Volevo morire. Prima però avrei voluto ammazzare lui.
Passammo l'intera estate a litigare, e se non litigavamo significava che stavamo per farlo, perchè a me quella bocciatura non andava giù e ammetto che in ogni occasione glielo rinfacciavo. Era un cretino e non se lo doveva dimeticare, e per quello c'ero io a ricordarglielo.

Io e Te, il resto non conta ❤ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora