Flashback.

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8 Anni Prima.

Claudia era su un lettino dell'ospedale di Beacon Hills.
Stiles, seduto nella sala d'attesa, con le mani fra i capelli, il labbro fra i denti e con la gamba sinistra che sussultava ripetutamente.
Lo Sceriffo era al suo turno alla centrale, quando ad un tratto squillò il cellulare.
In quello stesso istante due medici escono dalla camera dove si trovava la madre di Stiles.
Camminavano a passo lento.
Uno di loro aveva una scheda in mano, l'altro era semplicemente avvolto da un'aria triste.
Stiles alzò subito lo sguardo verso di loro e si drizzò in piedi, guardando i due dottori mentre giocava con due dita della propria mano, dato che ormai il suo corpo e la sua mente erano persuasi dalla tensione.
"Stiles Stilinski?"
Disse il dottore con la scheda, guardando il ragazzo e rivolgendo poi uno sguardo alla scheda, incupendosi del tutto.
"Si. Si sono io. Allora?"
Disse Stiles ormai impaziente, mentre si torturava le dita, stiracchiandosele o facendosele schioccare.
I dottori alla affermazione del ragazzo si guardarono negli occhi, abbassando lo sguardo.
Stiles intuì ma non volle ammetterlo a se stesso.
Guardò le sue mani.
Sentiva il cuore frantumarsi.
La forza scivolargli via dalle dita delle mani e dei piedi.
La mente completamente vuota.
Gli occhi si socchiusero.
Piccole lacrime cominciarono a scendere dal suo occhio destro, rigandogli il viso.
"Allora?"
Ripeté Stiles con le labbra tremanti e il tono della voce completamente infranto.
I dottori non risposero.
Il dottore con la scheda strinse quest'ultima nelle mani.
Era difficile anche per loro ammettere una morte.
Forse per loro era molto più difficile.
"...Allora?.."
Ripeté sussurrando infine il ragazzo, indietreggiando poi appena di un passo, non riuscendo più a sopportare ciò che aveva dentro di se.
"Non ce l'ha fatta."
Mormorò il dottore con la scheda, alzando poi lo sguardo verso il ragazzo, mentre l'altro cominciò ad andare verso la reception, avvisando colui che era dietro la scrivania di avvisare il padre.
Lo Sceriffo alzò la cornetta, ed uno sguardo vuoto e vitreo avvolse il suo viso e i suoi occhi.
Senza pensarci due volte si alzò dalla sedia della scrivania, e corse verso la sua volante, dirigendosi a velocità massima verso l'ospedale.
Strinse i denti quando cambiò marcia, e una lacrima gli cadde da un occhio, cadendo sul sedile di pelle della macchina.
Stiles alle parole del dottore si rimise le mani fra i capelli, cadendo poi a peso morto sulla sedia.
Lacrime.
Tante lacrime si facevano spazio sul viso liscio e limpido di Stiles.
Umide, grandi e doloranti lacrime cadevano dagli occhi di Stiles, intanto che il suo respiro si faceva più veloce, più profondo e le sue labbra ormai incontrollabili tremavano senza fermarsi.
Lo Sceriffo spalancò le porte dell'ospedale e rimase impietrito.
Suo figlio.
Nella sala d'attesa.
Dolorante.
Il viso zuppo di lacrime.
Una parte di entrambi, Stiles e suo padre, scomparvero con quella donna.

L'ospedale chiuse.
Un battito ogni 20 secondi faceva rimanere appena in vita quella donna.
Claudia Stilinski.
Soltanto un "tic" su quella macchina affianco al lettino suonava ogni 20 secondi.
Lei era morta.
O forse no?
La finestra si aprì.
Una figura entrò in quella camera.
D'un tratto l'aria in quella camera diventò arida, arida più del deserto.
Quella figura si avvicinò a Claudia, portando poi le labbra al suo orecchio.
"Cosa desideri in questo momento, Claudia?"
Le palpebre di Claudia si aprirono appena, e le labbra si mossero di qualche millimetro.
"Stiles."
Sussurró con un filo di voce la donna, mentre il viso pallido e ormai cadaverico di lei diventava sempre più senza vita.
"Rivuoi tuo figlio, Claudia?"
Disse di nuovo la figura, con voce roca e possente.
Era un uomo.
La testa della donna si mosse dall'alto verso il basso quanto bastava ad accennare.
L'uomo sorrise.
Aveva trovato una pedina per il suo branco.
"Lo hai voluto tu, Claudia."
Sussurrò la figura, poi spalancò la bocca, e in quel momento i canini diventarono appuntiti come coltelli, e gli occhi brillarono di un rosso abbagliante.
I canini si conficcarono dentro il braccio della donna, mordendola esattamente sulla vena portante.
Nessun urlo.
Nessun movimento.
La donna provava sollievo.
Al suo morso sentiva già la forza pompargli nei vasi sanguigni.

Claudia Stilinski.
Il Beta.

Il giorno dopo Claudia si trovava ancora sul lettino, ad occhi chiusi.
Il suo viso era ancora pallido.
Il battito era azzerato.
Lei era morta.
Ma nessuno sapeva che i fili della macchina erano staccati dalle sue vene.
Nessuno sapeva che il suo colore pallido derivava soltanto dalla sua scarsa circolazione del sangue.

Si svolse il funerale.
La bara venne sotterrata.
Ma appena giunta la notte, l'Alpha di Claudia andò al cimitero e la dissotterò, scappando poi insieme a cercare altri membri per il branco.

Un mese dopo ci fu la luna piena.
Claudia era incatenata negli scantinati della casa del suo Alpha.
Claudia era speciale.
L'Alpha lo aveva sempre saputo.
Aveva qualcosa in più rispetto ad altri Beta.
Claudia con la sua forza abominevole stacco lei con tutto il pilastro da dove era attaccata, e rompendo le catene, si liberò.
Un ringhio mostruoso usciva dalle sue labbra, e gli occhi brillarono dentro l'oscurità di un color oro spettrale.
L'Alpha drizzò le orecchie, ma pochi istanti dopo sentì il ringhio scomparire dal piano inferiore...e comparire dietro di lui.
Chiuse gli occhi, ma appena un momento dopo si ritrovò contro il muro, che fu conseguenza di una violenta spinta da parte di Claudia.
"TU!
IO VOLEVO SOLTANTO AVERE UNA VITA NORMALE.
IN MODO DA VIVERE CON LA MIA FAMIGLIA."
Urlò dirompente Claudia, mentre la sua voce era diventata talmente cupa quanto profonda, in modo da far tremare persino le pareti di quella casa.
"SEI UN MOSTRO.
TU, SEI UN MOSTRO!"
Urlò infine Claudia, fiondandosi sul suo Alpha.
La sua forza era contrastante anche per un Alpha.
"NO, CL-"
Gli artigli di Claudia strapparono la gola del suo Alpha, decapitandolo con una crudeltà ai limiti della violenza.
I ruoli cambiarono.

Claudia Stilinski.
L'Alpha.

Skinny, Defenseless, Stiles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora