Non è reale.

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Un picchiettio alla finestra. Un picchiettio continuo, incessante, che lentamente diventava assordante nella mente di Stiles.
Una volta essersi alzato di soprassalto dal letto, girò il viso verso ogni angolo della stanza per capire cos'era e da dove proveniva quel picchiettio così fastidioso, e quando lo sguardo arrivò sulla finestra, vide per qualche istante gli stessi artigli...della bestia.
Rimase lo sguardo fermo sulla finestra, mentre deglutiva. Si avvicinò lentamente alla finestra, quando d'un tratto sentì il rumore della porta della camera aprirsi velocemente. Era il padre, che voleva controllare come stesse il figlio.
"Stiles, cosa fai alzato?"
Disse il padre, mentre si avvicinava al figlio, controllandogli la ferita con uno sguardo veloce, per poi guardarlo negli occhi.
Stiles, con lo sguardo perso sul padre, aveva ancora la scena stampata degli artigli che picchiavano sulla finestra nella mente, avvenuta qualche secondo prima.
Dopo qualche secondo di silenzio, il padre si avvicinò a Stiles, abbracciandolo, stringendolo a se.
"Mi hai fatto preoccupare ieri.
Non farlo più."

Disse il padre, mentre aveva gli occhi chiusi e stringeva suo figlio fra le braccia.
Una volta che si fu staccato dal suo corpo, lo guardò negli occhi.
"Se vuoi, puoi andare a scuola, le chiavi della jeep sono sul tavolo della cucina."
Disse, per poi uscire dalla stanza, lasciando Stiles dentro la stanza, da solo. Gli artigli. Decise di non pensarci troppo, così andò verso il bagno, facendosi una fredda doccia. Una volta uscito con un asciugamano legato alla vita, andò di nuovo nella sua stanza, e notò la maglia sporca di sangue per terra, vicino alla finestra. Si avvicina alla maglia, e la prende in mano. No.
Non doveva pensarci. Buttò la maglia contro il muro, per poi stringere i denti. Si avvicinò al suo armadio e si vestì con una maglia nera e bianca, con un paio di jeans normali e delle nike bordeaux. Ha sempre avuto questo stile stravagante, e a lui piaceva così.
Scese le scale saltellando velocemente, e una volta arrivato in cucina, prese le chiavi della sua jeep e lo zaino. Uscì di casa e si diresse verso la scuola a bordo della sua amata jeep.
Arrivò a scuola.
Scese dalla jeep chiudendosi la portiera alle spalle, e da lontano vide Scott che lo guardava, man mano che tutte le persone scomparivano una dopo l'altra facendo rimanere solo Scott a fissarlo da lontano, mentre il cielo diventava sempre più buio. Affianco a Scott si aggiunse soltanto un ragazzo: Isaac.
Il cielo diventava sempre più scuro, e Stiles si sentiva sempre più osservato.Si girò dietro di lui, e non vide più nessun'auto, nemmeno la sua jeep. Ormai tutto era buio, e quando si girò di nuovo difronte a sé vide la bestia della sera scorsa, Isaac e Scott che la affiancavano nella loro forma licantropesca.
Tutto svanì quando Lydia toccò la spalla di Stiles. Tutto tornò alla normalità: il giorno, il chaos dei ragazzi che andavano verso la scuola, gli autobus, le auto e le chiacchiere di centinaia e centinaia di ragazzi.
"Stai bene, Stiles?"
Domandò la ragazza con una espressione confusa sul volto, mentre guardava negli occhi Stiles.
"Si, si sto bene."
Disse Stiles, mentre girava lo sguardo intorno a lui, notando a suo stupore che tutto era tornato alla normalità. Vide Scott, Isaac, e Allison scendere le scale della scuola, mentre si avvicinavano a loro due.
Lydia rimase con la stessa espressione confusa sul volto guardando Stiles, cercando di capire cosa gli stesse succedendo, mentre Stiles cominciava a comportarsi in modo strano, come se fosse costantemente osservato. I movimenti dei suoi occhi e del suo corpo erano innaturali, e quando Scott andò li per salutarlo, rispose soltanto con un accenno con la testa. Il suo comportamento freddo e innaturale andò subito all'occhio di Lydia ed Allison, che cominciavano poi a studiarlo più approfonditamente, per trovare degli indizi sul perché si comportasse così.

Skinny, Defenseless, Stiles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora