Controllo.

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Stiles, contro il muro continuava a respirare sempre più veloce, mentre stringeva i palmi delle mani sul muro in due stretti e saldi pugni, facendo diventare le nocche bianche.
Scott rimase immobile per un pugno fi secondi a guardare la figura...la madre di Stiles.
Lei non era viva.
Melissa, la madre di Scott, gli disse che era morta.
Morta, in ospedale.
Come poteva essere ancora viva?!
L'attenzione di Scott venne spostata su Stiles, quando quest'ultimo cominciava a ringhiare sottovoce, e il tono del ringhio lentamente aumentava sempre di più.
"Stiles, calmati."
Disse, avvicinandosi a lui, mettendogli poi una mano sulla schiena. Ma proprio quest'ultima azione fece scattare Stiles.
Stiles si girò di scatto e diede una spinta a Scott, facendolo piombare con una forza sovrannaturale contro l'altra parte della stanza.
Il ringhio si faceva sempre più forte e profondo, mentre Stiles guardò Scott dritto negli occhi.

Era un lupo mannaro.
Occhi dorati avvolgevano le pupille dei suoi occhi.
Artigli smisurati sostituirono le unghie delle sue dita, e a Scott quest'ultime parvero strane. Erano artigli leggermente più grandi.
Simili a quelli che possedeva.
Non ci pensò molto, e riportò lo sguardo verso gli occhi del ragazzo, e spaventato da una sua futura azione, si alzò velocemente da terra, mettendosi poi in posizione di guardia.
"Stiles, hai bisogno di calmarti."
Mormorò, avvicinandosi poi alla porta indietreggiando.
"Il vero Alpha."
Mormorò Stiles, mentre assumeva una posizione corrucciata, intanto che ai lati del viso cresceva della folta peluria.
Si stava trasformando.
Era questo quello che voleva la bestia. Voleva la morte di Scott McCall.
In questo modo, Stiles poteva far parte del suo branco, senza avere problemi fra i piedi.
E chi poteva uccidere un vero Alpha, se non una persona a lui cara?
Scott a questi pensieri voltò velocemente lo sguardo fuori dalla finestra, ma non la vide più.
Lei non c'era.
Lei non era più lì.
"Come mai il vero Alpha non ha protetto il suo migliore amico quella sera?"
Mormorò Stiles, mentre la voce gli divenne rauca e bassa, cupa.
"Non mi ero accorto della ferita, Stiles. Tutti possono commettere errori."
Si giustifucò Scott, ma appena finì la frase si sentì mancare il fiato, per via della risposta del suo migliore amico, intanto che quest'ultimo fece un passo verso di lui.
"Ma tu non hai rimediato."

Lydia si svegliò.
Era stesa.
Stesa sul Nemeton.
Si alzò velocemente, e trovandosi sul ceppo del grande albero tagliato, si guardò intorno. Nonostante fosse mattina, quel posto era terrificante. Il respiro pesante di Scott che lentamente si affievolava...poi un ruggito.
Cos'era quella visione?
E se si sbagliasse?
Mille pensieri dirompevano nella mente della ragazza fino a quando lei si mise le mani fra i capelli.
Non riusciva più a sopportare tutto questo.
E se l'unico a morire forse non fosse solo Scott?
Chi altro doveva morire?
Un urlo.
Un urlo violento uscì dalle labbra di Lydia.
Lydia, la banshee, stava seguendo le vie contorte della sua mente, le quali la stavano portando alla follia.
La rabbia e l'odio verso se stessa le stavano dando alla testa. Tutto questo perché non riusciva ad essere d'aiuto.
Un sentimento stupido quanto distruttivo, per una mente fragile come la sua.

Stiles d'un tratto si calmò del tutto, sentendo un urlo provenire dal centro del bosco di Beacon Hills.
Scott portò lo sguardo verso la finestra e cosi fece anche Stiles poco dopo.
Le mani, il viso e gli occhi di quest'ultimo tornarono normali al pensiero di Lydia.
Ricordò che ad un lupo mannaro serve un punto fermo, un'ancora che gli permettesse di controllare la loro trasformazione.
Lei era la sua àncora.
"Lei è mia."
Sussurrò prima di uscire dalla finestra, atterrando sull'erba folta che avvolgeva la casa, cominciando poi a correre ad una velocità che sfidava il paranormale verso il bosco, il quale si estendeva in tutta l'ansia grandezza dopo una ventina di metri dalla casa Stilinski.
Scott vide il suo migliore amico scendere dalla finestra, e alle sue ultime parole un sorriso gli si formò spontaneamente sulle labbra.
Stiles è stato capace di controllarsi a distanza di pochi giorni dal suo morso.
Scott nonostante fosse molto indietro rispetto a Stiles, seguì il suo odore, correndo dietro di lui, noncurante di un leggero formicolio di dolore alla schiena.
"È molto, forse troppo veloce."
Pensò Scott, cercando di stare dietro Stiles, ma quest'ultimo sembrò diventare un razzo.

Lydia era ferma sul ceppo del Nemeton, con lo sguardo perso fra gli alberi, mentre un leggero vento le spostava i capelli biondo fragola e soltanto una piccola veste di lino le avvolgeva il corpo, arrivandole appena sopra il ginocchio.
L'urlo le spense la mente.
Non sentiva più nulla, ma lentamente attorno a lei il paesaggio cominciò a scurirsi velocemente, come se stesse giungendo la notte molto più velocemente del previsto.

Skinny, Defenseless, Stiles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora