Epilogo- Change is simply growing up

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Nessuno sa cosa ci sia dall'altra parte. Ho sempre pensato che fosse una cosa stupida il fatto che l'uomo vive, inventa, si evolve ma in tutto ciò non riesce a rispondere a una semplice domanda: dove finiremo tutti? Una domanda lecita, che con tutte le nostre scoperte dovrebbe già aver trovata una propria risposta e invece non è così.
So solo che in quel momento non ho sentito più nulla, niente aveva più un significato, nessuna loro di medicina poteva spiegarmi dove mi trovavo, sentivo di essere ancora legata ai miei ricordi, alla mia vita ma nello stesso tempo non sapevo se lo sarei stata per sempre. Le sirene hanno cominciato ad avvicinarsi e facevano troppo rumore, rischiava di esplodermi la testa.
Qualcuno mi ha tirato fuori dalla macchina, ma non sentivo nulla, mi accorgevo lontanamente che cercavano di parlarmi, che mi porgevano domande ma io ero lontana. Ero lì ma non cero davvero.
Tutto è diventato di nuovo chiaro quando mi sono risvegliata dopo qualche giorno.
Aperto gli occhi nella camera d'ospedale mi sono trovata davanti mia mamma, china su di me che mi teneva la mano.
Non so perché ma qualcosa in me mi diceva che dovevo ritrarmi, che non la volevo li. Ma perché?
Appena ho riaperto gli occhi ho dato inizio a quella che sarebbe stata la svolta della mia vita.
Arrivare così vicina a perderla mi ha fatto capire una cosa: che io amavo vivere anche se non lo avevo mai fatto davvero. Che non potevo sprecare la mia vita facendo da spettatrice perche se no prima o poi il finale mi avrebbe deluso. Non potevo più permettere a me stessa di rimanere immobile.
Così comincio tutto. Così scelsi per me senza pensare alle conseguenze.
Il giorno stesso che mi risvegliai affrontai i miei genitori. Dissi loro che non avrei mai potuto perdonarli per avermi ingannata, che nulla di quello che avevano fatto lei, mio padre e Alessandro ( se è il suo vero nome) era stato per il mio bene ma per il loro. Che mi avevano cucito addosso un ruolo da quando ero nata ma era successo qualcosa che loro non avevano previsto: ero cresciuta ed è qualcosa che accade da un momento all' altro non sei più lo stesso, è così e basta. Fai un passo indietro e osservi la tua vita da un altra prospettiva e se non ti piace e hai abbastanza coraggio la cambi. Ma loro non lo avevano capito. Loro non mi avevano capita e avevano sbagliato tutto.
Alessandro uscì indenne dall'incidente mentre io rimasi priva di conoscenza per due giorni a causa di un trauma cranico.
Rox, Jordan e Ryan riuscirono ad intrufolarsi nella mia stanza senza farsi vedere dai miei l'ultimo giorno di ricovero, mi aiutarono a fare la mia borsa e semplicemente ce ne andammo da lì.
Abbandonai i corsi di medicina, mi trasferii a casa di Ryan che aveva cominciato a vivere finalmente una vita tutta sua a Milano, come mi aveva promesso aveva concluso un capitolo della sua vita per incominciarne uno con me e lo fece. Tutto diventò più semplice con lui vicino, ricominciai a scrivere di nuovo e la casa editrice accetto finalmente con entusiasmo di lavorare con me. Mi resi conto così che Ryan era tutto ciò di cui avevo sempre scritto senza neanche saperlo... con lui provavo le stesse emozioni di quando cominciavo a riempire una pagina bianca. Cosi cominciammo a riempire la nostra pagina bianca. Ma questa è una altra storia...
Vivemmo giorno per giorno.
Fu il periodo in cui amai, scrissi, sognai più di qualsiasi altro momento della mia vita. Ero felice più di quanto lo fossi mai stata e la stessa felicità la vedevo in Ryan.
Piano piano riuscii a ricucire i rapporti con i miei grazie a mio fratello ma solo perché loro ormai si erano rassegnati e avevano capito che avere una figlia che non è come avevano immaginato era meglio che perderla per sempre e Ryan riuscì addirittura a mostrare loro che persona meravigliosa fosse (Strano a dirsi ma il ragazzo che ho di fianco è una persona completamente diversa da quello che era ma lo sono anch'io..)
Rox e Jordan si sposarono un paio di anni dopo... e bhe  il nostro non fu un vissero felici e contenti.
Fu un viversi a vicenda ogni giorno, camminare insieme mano nella mano, litigare, piangere, amarci, e ripetere, curare le ferite e liberarci dalle catene, costruirci la nostra vita pezzettino per pezzettino e ricominciare quando i pezzi crollavano. È stato un prendersi cura a vicenda. Quella vacanza non fu una parentesi della nostra vita, divenne la nostra vita. Un nuovo inizio per entrambi. Il senso che aspettavamo da quando eravamo nati.
Mi piace pensare che fosse destino che noi due ci incontrassimo. Come quando guardi volti sconosciuti per strada o in macchiane e ti domandi se rincontrarci mai quelle persone, se quel volto diventerà mai la persona più importante della tua vita. Forse il nostro sguardo si era già incrociato, forse ci eravamo già visti ma non eravamo ancora pronti l'uno per l'altra. Quell estate lo eravamo, eravamo pronti a diventare uno parte dell'altra a mescolare le nostre vite, intrecciarle e non scioglierle mai più.
Ho sempre voluto che una persona guardandomi capisse chi fossi davvero, perché come puoi spiegare a qualcuno chi sei? Personalmente quando l'ho incontrato neanche lo sapevo chi ero...
Volevo che qualcuno guardandomi vedesse le volte che ballavo da sola per casa, i momenti di solitudine, le mie paure, i miei sogni. Volevo che vedesse tutto di me perché non avrei mai trovato un modo per spiegargliele nonostante scrivere e usare le parole fosse la mia passione. E lui ci è riuscito, ha visto in me tutto quello,
La mia pazzia, le mie insicurezze e non se ne è andato. Ha lasciato che io aprissi la porta della sua vita e io anche.
Ora siamo diretti ovunque. Non abbiamo programmi se non quelli di vivere a pieno quello che la vita ha da offrirci, semplicemente salire in macchina, chiudere gli occhi, puntare il dito sulla cartina e vedere dove il destino ci vuole.
Ricordate la mia domanda? Quando non sapevo dove sarei stata da lì a trent anni? Ora ho la risposta. Fra trent'anni starò facendo esattamente quello che faccio ora. Amare ed essere amata da lui. Forse non staremo più viaggiando come facciamo ora, cosa che ha aiutato non poco la mia vena creativa, ma sarà ugualmente perfetto. Questo momento è perfetto. E se penso al futuro mi vedo seduta in una casa in campagna a scrivere in uno studio in soffitta dove ammirare il sole tutte le mattine, perché Ryan e lo scrivere sotto tutto ciò che voglio dalla vita, ora lo so.

Quella fu l'estate più bella della mia vita. Fu la mia estate.
Fu il nuovo inizio, quel giorno su quella scogliera, in quel paradiso chiamato Salento, nacque la vera Samantha, e nacque grazie a Ryan.

This Summer is MINEWhere stories live. Discover now