7. Segreti

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Quella notte continuo a pensare a quello che mi ha detto Ryan su di me. Non credevo che si vedesse così tanto, o forse era evidente e bastava rendersene conto.
Deve aver ascoltato la telefonata con mia mamma...
Ros è uscita con Jordan per il loro primo appuntamento ufficiale anche se credo che abbiano superato da tempo quella tappa.
Mi butto sul divano, con la musica accesa a volume basso e un libro aperto sulle gambe. Oggi mi sto concentrando sulle malattie neurodegenerative.
L'alzaimer è probabilmente la malattia che mi spaventa di più in assoluto, ti priva dell unica cosa che ti rimane: i ricordi. Prende il quadro della tua vita e comincia a cancellare lentamente ogni colore, ogni disegno. Cancella ogni cosa, ti porta via tutto lentamente. Ciò che eri ti scivola lentamente dalle mani come sabbia e tu non riesci a chiudere il pugno per impedirlo. Non riesco a immaginare niente di più frustrante...forse studiare per trovare una cura a quel dolore non sarebbe così male a pensarci.
Mi addormento sui libri svegliandomi per le 5 di mattina. Ros non è ancora rientrata chiaro segno che è rimasta a dormire da Jordan. Sbadiglio e mi trascino fino al mio letto.
Il giorno seguente mi sveglio presto diretta in spiaggia. L'ultima volta ho incontrato Ryan stavolta invece no, sul promontorio non c'è nessuno, solo io e il sole che fa il suo ingresso nel cielo.
Quando torno verso casa noto però una macchina parcheggiata davanti casa dei ragazzi che non è quella di Ryan.
Due ragazzi sono appoggiati alla macchina. Mi seguono con lo sguardo da quando imbocco la stradina sterrata. Con loro c'è anche Nicole e la ragazza in costume che l'altra sera ci provava con Ryan.
Nicole mi rivolge un debole sorriso in segno di saluto e io faccio lo stesso, messa in difficoltà dallo sguardo dei due ragazzi appoggiati alla macchina. Il loro sguardo non mi piace. In quel momento Rox esce di casa turbata e si dirige a gran passo verso di me e mi blocco quando la vedo arrivare.
-'andiamo dentro'- dice scura in volto.
-'che succede?'-
Alle sue spalle vedo uscire di casa Ryan con Jordan che cerca di bloccarlo.
Ma Ryan riesce comunque a raggiungere i due ragazzi e salire in macchina lanciandomi solo un' occhiata veloce.
-'chi sono quelli?'- chiedo in ansia. -'perché Ryan è salito in macchina con loro?'-
-'non lo so. Forza entriamo'-
Cerco di indagare su quello che sa Rox senza alcun risultato: ne sa quanto me. Mi dice solo che Jordan le ha detto di tornare subito a casa quando sono arrivati: non promette nulla di buono.
Quella mattina nessuno dei due si fa vedere in spiaggia.
Rox lancia il cellulare sul lettino con violenza dopo l ennesimo tentativo di chiamare Jordan. Non vorrei essere in quel ragazzo quando tornerà.
Jordan si fa vivo con Rox la sera stessa mentre di Ryan nessuna notizia.
Inizio a preoccuparmi sul serio mentre passa un altro giorno e lui non torna e Jordan risponde evasivo alle mie domande.
Sono in pensiero e mi manca. Mi prenderei a schiaffi da sola ad ammetterlo ma anche solo vederlo uscire di casa o incrociarlo due secondi in spiaggia mi manca. E ho un brutto presentimento addosso.
Lui non è niente per me e io non sono niente per lui, abbiamo trascorso solo un paio di momenti carini insieme eppure se lui non c'è mi sento diversa, come se la porta verso la vita che sogno mi venisse chiusa in faccia.
Lui ha capito come mi sentivo senza che io dicessi una parola, è riuscito a capirmi meglio di Rox e non so se lo abbia fatto per portarmi a letto o cosa ma lo ha fatto. E non posso andare oltre questa cosa.
Una sera sono in pigiama ad ascoltare
Musica dopo essermi fatta una doccia appollaiata sul mio letto quando vedo una luce accendersi nella casa difronte. Rox e Jordan se ne sono andati fuori a mangiare e in quella casa ci vive solo un' altra persona.
Le mie gambe mi portano fuori di casa
Prima che possa impedirlo, devo sapere se sta bene. Ho bisogno di sapere se sta bene.
Busso alla porta.
Nessuna risposta.
Busso di nuovo.
guardo dalle finestre per cercare di vederlo ma niente.
Mi attacco al campanello finché non viene ad aprire.
Appena me lo ritrovo davanti vedo cosa ha in faccia. Ha un sopracciglio rotto, un labbro gonfio da cui fuoriesce ancora del sangue.
-'oh mio dio che ti è successo?'-
-'che ci fai qui?'- chiede brusco bloccandomi l'ingresso.
-'volevo sapere come stavi.'- dico ferita.-evidentemente non bene'-
-'non sono affari tuoi'-fa per chiudermi la porta in faccia ma lo blocco.
-'qual è il tuo problema? Sparisci per giorni con due tipi del genere e torni in questo stato e non dovrei preoccuparmi?'-
-'E perché? Cosa sono per te?'- sputa le parole.
-'sei una persona con cui ho passato parte del mio tempo. Sei mio amico.'- quella parola suona falsa persino a me.-'quindi fammi entrare a medicarti'- dico cercando di rimanere calma.
-'dimenticavo che sei un medico'-
Lui mi lascia lo spazio necessario per farmi entrare.
Accendo la luce e mi vengono i brividi nel vedere meglio come è ridotto.
-'avete del disinfettante?'- chiedo cercando di capire se ha bisogno di punti.
-'di sopra, in bagno'- dice.
-'cosa ti è successo?'- chiedo mentre saliamo le scale.
-'non è importante.'-
Intanto siamo arrivati in bagno.
Lo faccio sedere sulla tavoletta del water e prendo il disinfettante imbevendo un batuffolo di cotone.
-'lo è se ti ha ridotto così-
Mi inginocchio fra le sue gambe senza pensare che forse non è così appropriato, e mi concentro nel disinfettargli il sopracciglio.
Lui non trasalisce, come se il bruciore del disinfettante gli fosse famigliare.
-'questo è il tuo lato da medico. Forse alla fine Ti ci vedo'- dice per allentare la tensione.
-'già'- io no.
Quando devo disinfettargli il labbro indugio per qualche secodno, cosa che lo fa sorridere.
-' mi sento osservata.'- mi lamento.-'chiudi gli occhi'-.
Lui mi guarda con un sopracciglio alzato e io arrossisco.
Chiude gli occhi.
Gli pulisco delicatamente il labbro.
-'fatto'- sussurro.
-'ora sei in debito con me. Mi devi una spiegazione'- dico rimanendo lì seduta a braccia incrociate in attesa.
Lui apre gli occhi.
-'perché?'- mi chiede solo.
Lo guardo confusa.
-'perché ti interessa?.'-
-'perché si. Voglio sapere come ti sei procurato le ferite che ti ho appena medicato.'-
-'eri preoccupata per me?'- il tono che usa non mi piace. Lo chiede come se fosse qualcosa di cui debba vergognarmi.
-'si...'- ammetto abbassando lo sguardo.
-'ma noi non siamo amici'- dice freddo.
-'mettila come vuoi. Ma le cose che hai detto su di me sono vere... Avevi ragione.'-
Lo mi guarda per un attimo soppesando le mie parole.
-'non hai un bel carattere ma non mi hai fatto niente di male, quindi si mi preoccupo per te. Se questa cosa ti da tanto fastidio fattene una ragione. E invece di comportarti da stronzo potresti anche dirmi grazie'- Mi rialzo infastidita dal suo comportamento.
Lui fa lo stesso cosicché ci ritroviamo uno di fronte all' altra nello spazio angusto del bagno.
-'grazie'- mormora vicino alle mie labbra.
Mi accarezza lentamente una guancia facendomi accelerare i battiti.
Appoggia delicatamente le sue labbra sulle mie, cercandole lentamente come
Non gli avevo visto fare con l'altra ragazza davanti a casa. Mi bacia come se fossi delicata, come se volesse che quel momento durasse più a lungo. Sento il sapore delle sue labbra sulle mie nonostante il taglio sul labbro che sa ancora leggermente del suo sangue e di disinfettante.
Quando ci stacchiamo fatico a riprendere
Fiato. E tutto quello che riesco a pensare è
Che è valsa la pensa di spettare 18 anni per questo.
-'buona notte Sam'-
Riapro gli occhi.
-'buona notte'- farfuglio
Facendolo sorridere. Esco dal bagno portandomi un dito alle labbra dove c'è ancora il suo sapore e sorrido come una scema finché raggiungo il mio letto.

This Summer is MINEWhere stories live. Discover now