Capitolo 18

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Aveva deciso di continuare a vivere,provare ad andare avanti anche se la vita l'aveva spinto  a terra più volte,tuttavia colei che gli aveva dato la forza di prendere quella decisione non eri lì al suo fianco. Damien non capiva,aveva sentito la sua voce o era solo un modo per ingannarlo di nuovo? non poteva crederci. Quelle parole le aveva sentite,si erano fatte largo nell'oscurità solo per raggiungerlo e se era proprio frutto della fantasia di un ragazzino che sperava ancora di poter essere amato da qualcuno? Allora qual'era la sua ragione di vita?

<<Damien non hai mangiato?>>disse sua zia entrando nella camera

Lui scosse la testa,non aveva fame,voleva solamente delle risposte e Edith era l'unica ad averle,ma non era lì con lui. Si sentiva solo,chiuso in una stanza spoglia da cui non poteva fuggire perché il suo corpo si era a talmente  indebolito da rendergli difficile camminare a lungo. Strinse le coperte sopra alle sue gambe per la frustrazione di non potersi muovere con la stessa libertà di prima.

<<stai pensando a lei?>>ruppe il silenzio Judy avvicinandosi al letto

<<sai dove è andata?>>chiese senza levare il suo sguardo dalla finestra

<<no,mi ha detto solo che aveva bisogno di far chiaro sul suo passato>>

Damien capì immediatamente dove poteva essere andata e sorrise felice al pensiero che Edith poteva finalmente recuperare ciò che aveva perso della sua infanzia. Nel tempo che passavano a parlarsi al parco vedeva quanto le risultava doloroso non  ricordare,perciò aveva cercato in tutti i modi di aiutarla. L'aveva portata  nei luoghi normalmente frequentati dai bambini,ma nulla,forse aveva proprio bisogno di tornare al suo paese di origine. Sapeva che prima o poi sarebbe partita,ne aveva fatto cenno anche in precedenza,ma non quando lui era lì,bloccato su un lettino ospedaliero.

<<dovresti mangiare,devi recuperare le forze>>insistette la donna 

Sospirò e guardò il vassoio ancora pieno di cibo sul comodino,ormai era  immangiabile.

<<chiederò di portarti qualcosa di caldo>>

<<grazie zia>>disse debolmente

Si sentiva un egoista,aveva abbracciato la morte per non sentire più dolore,ma non aveva pensato al male che avrebbe causato la propria morte agli altri. Doveva essere forte,non più per se stesso,ma per le poche persone che tenevano a lui.


Damien aveva passato il pomeriggio a passeggiare per la stanza tenendosi bene a qualsiasi appoggio che aveva alla portata di mano. Le sue gambe tremavano sotto al suo peso;quel mostro l'aveva conciato parecchio male. I medici avevano capito che era un caso di ipotermia,tuttavia trovavano strano il fatto che fosse successo in una camera da letto,dove la temperatura era normale e dove non c'era nemmeno un qualche tipo di infiltrazione. Damien fingeva di non sapere che cosa gli fosse successo quando glielo domandavano e lasciava sempre  i medici con un bel punto interrogativo dipinto sul volto. Era calata la notte,fuori il cielo era privo di nuvole e la città si illuminò mostrando un bellissimo panorama. Damien si infilò sotto alle coperte dopo un giretto per i corridoi e rimase a guardare il soffitto. Si sentiva in pace,il mostro non gli aveva fatto più visita da quella notte e lui dormiva serenamente,perciò chiuse gli occhi senza timore. Nell'angolo più buio della stanza però c'era una figura che lo guardava.

Angolo autrice

ciao cari lettori,spero che anche questo capitolo vi piaccia. Inoltre vorrei sapere il vostro parere sulla storia o qualche consiglio per migliorare nella scrittura(scrivetemelo nei commenti oppure in privato,per me è uguale) 

Ringrazio chi lo farà:)

-Decim6991


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