capitolo 7

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Il sole entrava timidamente nella stanza e illuminò il viso rilassato di una giovane  donna che riposava serena nel suo letto. Pian piano aprì gli occhi color nocciola. Ci impiegò un po' per mettere a fuoco ciò che la circondava. Posò lo sguardo sulla sveglia,erano le 7:00,sgranò gli occhi per lo stupore e si alzò di scatto dal letto. Doveva presentarsi per il suo nuovo lavoro part-time come dog sitter ed era già in ritardo. Andò a darsi una lavata veloce,si vestì con gli abiti che aveva preparato meticolosamente la sera prima ed uscì con una fetta biscottata fra i denti. La giornata era iniziata con il piede sbagliato,ma il tempo era miracolosamente sereno e splendeva il sole. Saltò in macchina e in poco tempo era già in strada. Dopo una mezz'oretta,svoltò ad un angolo trovandosi in un quartiere residenziale con villette a schiera.Rallentò la marcia per osservare il numero civico di ciascuna abitazione finché trovò quello che combaciava con il numero che aveva riportato su un foglietto. Parcheggiò di fronte all'abitazione,prese la sua borsa dal posto passeggero ed uscì. Il fresco del mattino l'accarezzò di nuovo,rilassandola parecchio;era proprio una bella giornata.

Percorse un piccolo vialetto osservando il prato e l'abitazione in cui avrebbe lavorato. Era una piccola casa su due piani dalle pareti bianche e il tetto scuro;aveva anche una bella veranda con una panca disposta sotto a una finestra. Bussò un paio di volte  e ad accoglierla fu un ragazzo dai capelli corvini con un ciuffo che gli copriva leggermente l'occhio sinistro,verde come lo smeraldo. Il suo sguardo ricadde sulla guancia sinistra,più precisamente sulla cicatrice che rovinava il viso dolce del giovane,non sembrava essere stata fatta da una lama. Il ragazzo si portò una mano a coprire la ferita sentendosi a disagio.

<<scusatemi,sono venuta per l'annuncio>>

Il ragazzo la guardò per una manciata di secondi senza parlare,sembrava che la stesse valutando,ma alla fine la invitò ad entrare. Appena fece un passo all'interno della casa un cucciolo bianco le venne incontro scodinzolante;era veramente carino.

<<lui è Frost,dovrai badare a lui mentre non siamo in casa>>

<<è veramente carino>>disse piegandosi ad accarezzare la piccola furia<<scusa,non ci siamo nemmeno presentati,io sono Edith>>disse alzandosi e porgendogli la mano

<<Damien>>disse timidamente e stringendo la mano di lei

<<piacere di conoscerti>>disse sorridente e sistemandosi un ciuffo castano dietro l'orecchio<<potrei vedere dove posso trovare tutto ciò che mi serve per prendermi cura del piccolo Frost?>>domandò vedendo che il ragazzo non mostrava segno di voler parlare

<<ti faccio vedere>>rispose Damien riscuotendosi dai suoi pensieri

Damien le spiegò tutto ciò che doveva sapere,non si limitò a riferirle dove avrebbe trovato il cibo per Frost,ma anche di non salire al piano superiore se non per andare in bagno. Ciò suscitò un po' di curiosità in Edith,ma preferì stare alle regole imposte.

<<adesso dovrei andare a scuola,ci vediamo>>disse aprendo la porta;Frost gli andò incontro per impedirgli di andarsene<<Frost adesso c'è Edith con te,tornerò presto e fai il bravo>>disse Damien accarezzandolo un ultima volta prima di correre verso la fermata del bus.

<<hai sentito?tornerà presto>>disse la ragazza chiudendo la porta<<che ne dici di giocare un po'?>>disse tirando fuori dalla borsa un giocattolo che Frost subito apprezzò.

Un tuono rimbombò fuori da casa e il piccolo Frost si lasciò scappare un piccolo guaito di paura. Edith scostò le tende per controllare il tempo;il cielo era scuro e minacciava una tempesta imminente. La gente in strada affrettava il passo per non beccarsi la pioggia e altri ritiravano il bucato prima che facesse una brutta fine.

"e io pensavo che il sole sarebbe rimasto fino a sera "

Fece ricadere le tende per salire al piano superiore,da quella mattina non ci aveva messo piede ed era curiosa di scoprire il motivo di tante restrizioni. Le scale scricchiolavano sotto al suo peso e arrivata in cima,si guardò in giro scoprendo che non c'era nulla di strano come pensava. Si incamminò silenziosamente lungo il breve corridoio come se fosse un ladro.  Superata una porta avvertì una strana sensazione,così si fermò e si girò per controllare. Era una porta come le altre ma percepiva una forte tensione  solo nel guardarla come se dietro di essa ci fosse l'inferno. Inspiegabilmente ne era attratta,anche se la sua testa le diceva di andarsene. Inoltre il proprietario non voleva che curiosasse in stanze diverse dal bagno e in più sulla superficie legnosa di quella  porta si poteva leggere a lettere cubitali:"morte all'interno". C'erano mille segnali che le dicevano di starci lontana,ma Edith finì per afferrare la maniglia di ferro ed abbassarla.

Angolo autore
Cosa succederà a Edith? Lo scoprirete nel prossimo capitolo ;)
-Decim6991

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