capitolo 12

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Damien e Edith dopo quel chiarimento si erano avvicinati di più e passavano la maggior parte del tempo in quel piccolo parco,invece che chiusi nelle loro case,ormai soffocanti. Un giorno decisero di portate anche il piccolo Frost con loro;il cucciolo era super felice di uscire e appena vide lo spazio aperto in cui era stato condotto si mise a correre come un pazzo in tutte le direzioni incespicando ogni tanto nei suoi stessi passi. Edith ridacchiò intenerita mentre Damien scosse la testa sorridendo.
Entrambi si sedettero sulla panchina piena di incisioni e rimasero per una manciata di secondi a godersi la tranquillità tipica del posto.

<<Edith,non ricordi proprio nulla della tua infanzia?>>

La ragazza scosse la testa dispiaciuta; sembrava che tutti i suoi ricordi fossero stati coperti da una nuvola di fumo densa e scura.

<<in questi giorni ho cercato di far chiaro sul mio passato,ma non ci riesco...sembra che qualcosa me lo impedisca>>

Damien si sistemò il ciuffo come fa di solito quando sta pensando seriamente.

<<magari è successo qualcosa che ti ha costretto a rimuovere dei ricordi. mia zia mi ha spiegato che quando succede qualcosa di molto brutto scatta un meccanismo di difesa che spinge la persona a dimenticare ciò che l'ha traumatizzata,ma questo comunque non viene cancellato completamente>> spiegò fluidamente

<<lo sai che sembri un professore?>>ridacchiò Edith

<<mi stai prendendo in giro?>>disse corrugando la fronte indispettito

<<assolutamente no,anzi,spieghi in modo più chiaro dei professori che avevo alle superiori>>disse sistemandosi un ciuffo dietro all'orecchio <<quindi pensi che non mi ricordi del mio passato perché mi è successo qualcosa di brutto?>>

<<non lo so,è solo un ipotesi>>disse incrociando le braccia al petto

<<non saprei,mia nonna mi ha raccontato come sono morti i miei genitori e mi aveva detto che da quel momento rimasi sempre chiusa nella mia camera e smisi di parlare,poi non è riuscita a dirmi altro>>sospirò amareggiata<<come posso aver dimenticato il viso dei miei genitori?>>aggiunse tortutandosi le dita

Damien la guardò,non poteva capirla appieno poiché lui si ricordava dei suoi genitori,di suo fratello,tuttavia era in grado di comprendere la frustrazione che poteva comportare. Se succedeva a lui qualcosa del genere non sarebbe riuscito ad andare avanti. Ricordare i bei momenti passati insieme alla sua famiglia e ai loro insegnamenti lo aiutavano a darsi forza anche nei momenti peggiori.

<<vorrei tanto aiutarti a ricordare ma...>>

<<non ti preoccupare,me la so cavare da sola come ho sempre fatto fino ad ora>>lo rassicurò con un sorriso amaro.

<<Edith anche se non ti posso aiutare con i ricordi,puoi contare sempre su di me>>

Edith si sentì invadere da una piacevole sensazione che mai aveva provato. La ragazza guardò la mano di Damien posata sulla panchina,voleva stringerla con la sua,ma non lo fece.

Era ormai pomeriggio inoltrato quando Edith e Damien si separarono davanti all'abitazione di quest'ultimo. Avevano passato una bella giornata a parlare del più e del meno,dimenticandosi delle paure che li opprimevano. Il ragazzo entrò in sala e avvertì un atmosfera strana;sembrava che la morte lo abbracciasse con le sue braccia fredde e scheletriche come per dargli il ben tornato a casa. Avvertì all'improvviso una stretta alla bocca dello stomaco;Frost guaì da dietro le gambe del padrone sentiva anche lui che c'era qualcosa di molto pericoloso.

<<Damien non mi starai dimenticando,vero?>>

Era da tempo che non sentiva quella voce demoniaca che lo minacciava. Si portò le mani tra i capelli corvini e strinse alcuni ciuffi tra le dita affusolate. Quella voce occupava la sua mente ripetendo quelle parole a una frequenza sempre maggiore finché non si mise a urlare.

<<lasciami stare!>>

Judy apparve dalla porta della cucina sentendo suo nipote urlare disperato e gli si avvicinò preoccupata.

<<Damien cosa ti succede?>>lo prese tra le sue braccia e lo strinse

Il calore di quel gesto lo tranquillizzò anche se aveva 18 anni in quel momento sembrava solo un bambino in cerca di protezione. Sua zia gli accarezzava dolcemente la schiena sussurrandogli parole di conforto e solo quando si sentì sicura che si fosse calmato,lo allontanò quel tanto che bastava per guardarlo in viso.

<<vorresti parlarmene? >>

Damien scosse la testa,quanto desiderava aprirsi,ma lei non era in grado di comprenderlo come Edith.

<<non ti preoccupare...>>

Il ragazzo sapeva di rendere sua zia triste ogni volta che decideva di rimanere in silenzio,tuttavia non poteva far altro. Damien si liberò dolcemente dalla presa della donna e si piegò sulle ginocchia per rassicurare il piccolo Frost.

"Non aver paura...ti prego "

Angolo autore
Non sono ufficialmente tornata dalle vacanze,ma mi mancava troppo aggiornare e soprattutto mi siete mancati voi lettori silenziosi e non.
Gli aggiornamenti non saranno frequenti per ora,ma non appena avrò una connessione stabile ritorneranno regolari. Adesso vi saluto. Ciao ciao .

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