Capitolo 11

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A Damien era passata la fame per cui andò al piccolo parco semi abbandonato vicino a casa insieme a Edith  per chiarire la situazione in cui si trovavano . Il parchetto era molto piccolo:c'era solo un'altalena mezza arrugginita che cigolava ad ogni movimento,uno scivolo giallo ricolmo di nidi di vespe e tre cavalli a molla rovinati da scritte fatte con il pennarello indelebile. Non era un bel posto esteticamente,tuttavia Damien gli piaceva per la tranquillità che ci regnava e perché non si sentiva addosso gli sguardi indiscreti della gente o dei mostri famelici.

<<non l'avevo mai notato>>dichiarò  Edith guardandosi intorno

<<le persone tendono a evitare posti del genere>>dichiarò freddo

Damien andò a sedersi su una panca in legno ricoperta di intagli fatti da qualche ragazzo o ragazza e aspettò che Edith facesse lo stesso. Non aveva la minima idea da dove partire,parlava sempre molto poco e ormai era da tempo che si era rassegnato nel raccontare ciò che gli aveva rovinato la vita.  Divaricò le gambe e sporse il busto in avanti appoggiando i gomiti sulle ginocchia in attesa che la donna accanto a lui facesse la prima mossa.

<<da quanto tempo  il mostro ti perseguita?>>domandò la bionda spezzando il silenzio che si era creato tra i due

<<da circa 10 anni>>disse stringendo  i pugni,non riusciva mai a parlare con tranquillità del suo passato

"da così tanto tempo?" pensò sorpresa e allo stesso tempo preoccupata 

<<ed è stato lui a farti quella cicatrice?>>domandò lei indicando la ferita sulla guancia

<<me l'ha fatta la notte in cui ho perso tutto,sia la mia famiglia sia la mia vita>>disse nascondendo gli occhi dietro ai capelli corvini ricordandosi dei corpi ricoperti di sangue dei suoi. 

Edith allungò una mano verso di lui per confortarlo,ma la ritirò immediatamente  ritenendo che non fosse opportuno in fondo si conoscevano da poco tempo e non avevano così tanta confidenza,tuttavia non riuscì a trattenere le lacrime.

<<perché piangi?>>domandò lui alzando gli occhi smeraldo sulla ragazza

<<stavo pensando a quanto dolore avrai sopportato nel vedere morire i tuoi cari,io non mi ricordo nemmeno il viso dei miei quando guardo le foto del mio passato con loro>>

Damien la guardò più attentamente,rendendosi conto di essersi fatto un'idea sbagliata su di lei;la considerava una ragazza con la testa fra le nuvole,che viveva ancora nel mondo delle favole in realtà era una delle tante persone che nascondono il proprio dolore dietro a un sorriso. 

<<non ti ricordi proprio nulla di loro?>>chiese cautamente

Scosse la testa,aveva solo dei frammenti confusi che spesso riaffioravano nei sogni,ma ultimamente l'unica cosa che appariva quando dormiva erano le sue più grandi paure.

<<sò solo che sono morti in un incidente d'auto,lasciandomi da sola...credo di aver avuto circa 7 anni>>

<<mi dispiace...>>riuscì solo a dire riabbassando la testa

Ritornò il silenzio fra di loro,ognuno pensava alla propria vita mentre il sole splendeva sopra le loro teste  e il vento scompigliava loro i capelli. Nessuno dei due sentiva il bisogno di parlare e spezzare la quiete che si era creata. 

<<Damien...>>la ragazza lo chiamò senza spostare il suo sguardo dall'albero davanti a sé <<mi dispiace per non averti detto prima di aver  visto il mostro,temevo che mi avresti considerato una pazza...>>

<<lo so come ci si sente per cui non ti devi scusare,anzi dovrei farlo io perché sapevo che il mostro avrebbe approfittato della mia assenza per aggredire chiunque si avvicinasse a lui e soprattutto chi non credeva della sua esistenza>>

<<allora siamo pari>>sorrise leggermente<<tua zia,lo sa?>>

<<ho provato,ma pensa che sia frutto della mia immaginazione,non è la sola,ho provato con tutte le persone che mi stavano vicino ed è servito solo ad allontanarli da me>>disse appoggiando la schiena allo schienale della panchina e tirò indietro la testa per guardare il cielo privo di nuvole

<<se sapessero che era tutto vero...>>commentò debolmente

<<l'hanno scoperto,ma a loro spese...molti di loro sono morti per cui ho deciso di non parlarne più a nessuno...>>

<<le persone a cui hai parlato di Lui sono morte??>>disse sorpresa e spaventata

<<molti si sono suicidati per il fatto che il mostro aveva iniziato a perseguitarli come sta succedendo a me e molti genitori hanno rivolto la loro rabbia verso  me e mia zia perché secondo loro era colpa delle storie che facevo circolare,tuttavia non era mia intenzione mettere in pericolo i loro figli,anzi volevo solo salvarli>>

<<non è colpa tua ... >>

<<lo so,ma non finisco di pensare che la colpa è in parte anche mia se non aprivo questa boccaccia,loro sarebbero ancora qui>>

<<certe cose non si posso evitare anche se lo volessimo tanto>>disse Edith con tono malinconico

<<se le cose fossero più semplici>>disse sospirando

Di nuovo silenzio,Edith controllò l'ora sul cellulare,erano le 16:30 di pomeriggio,così si alzò dalla panchina e guardò Damien.

<<devo andare ,che ne dici se ci teniamo in contatto non solo per il lavoro?>>

Damien sgranò gli occhi,non  si aspettava una richiesta del genere,che cosa doveva fare? ci pensò un attimo su.

<<non ti preoccupare se non te la senti...>>

<<no,no,per me va bene>>disse alzandosi agitando le mani avanti

<<allora ci sentiamo>>disse ritornando a sorridere,ma questa volta non per mascherare il proprio dolore,era un sorriso sincero.

Abbassò le mani lungo i fianchi lasciando che la ragazza si allontanasse. La fissò portandosi istintivamente una mano al cuore,cos'era ciò che sentiva?

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