★Capitolo 16 Il Cambiamento di Selene★

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Argon si svegliò nel cuore della notte, Selene dormiva serena accanto a lui, la guardava sorridendo con dolcezza le accarezzo' i lunghi capelli neri, Selene si svegliò aprì gli occhi e appena sentì Argon che la baciava con dolcezza, lei lo respinse e con freddezza lo scostò da se e disse:
«Non mi toccare! Non osare farlo mai più! Ti odio!»
Quelle parole ferirono profondamente il ragazzo, Argon era li a guardarla in silenzio, con gli occhi lucidi disse:
«Ma amore cosa ti ho fatto? Ti ho solo baciato. Che ti succede? Stai bene?»
Le si avvicinò. Selene con uno sguardo glaciale disse:
«Vattene via sparisci dalla mia vista! Non voglio più vederti! Io Non ti amo. Ti odio!»
Argon indossava una semplice camicia bianca lunga che finiva per coprirgli le gambe nude...
:Argon e Selene prima di addormentarsi quella notte si erano lasciati andare dalla passione tra baci appassionati carezze sensuali, fecero l'amore li in quella camera.
Argon con lo sguardo triste chiese:
«Amore che ti succede? Perché mi tratti cosi? Che ti sta succedendo? Non ti riconosco.»Selene lo fulminò con lo sguardo e col solo gesto della mano con una forza imponente scaraventò Argon violentemente contro la parete. Il giovane intontito, scivolò con la schiena alla parete rannicchiandosi sul pavimento, piangendo guardava Selene che lo fissava freddamente. Sussurrò:
«Perché? Mi fai tutto questo? Selene i-io ti amo. Ti scongiuro torna in te.»
Purtroppo era inutile farla tornare in sè: Selene era schiava dall'oscuro incantesimo lanciato da Leinar.
Argon con le lacrime agli occhi si rialzò in piedi e in silenzio infilò addosso i pantaloni, gli stivali e uscì dalla stanza in punta di piedi uscì dalla villa, i suoi amici, dormivano tutti. Argon solo e sconsolato s'incamminò, camminava sul prato, vide nel cielo: la luna splendente e davanti a se un ruscello, il giovane affondò i piedi nell'acqua gelida rabbrividì mentre sentiva dentro di sè un enorme senso di vuoto. Sussurrò:
«Selene.»Nominò il nome dell'amata mentre le lacrime gli bagnavano le gote, sentiva il suo cuore raggelarsi ripensando allo sguardo glaciale e alle parole insensibili dette dall'amata.
Pensò:
"Selene mi odia? In effetti nei suoi occhi c'era tanto odio. Eppure sembrava felice mentre facevamo l'amore. Era felice che fossi suo. Perche' di colpo diventa cosi' scostante con me?".
Il ragazzo sentì un fruscio alle sue spalle..

Levina dormiva serena nella camera accanto a quella di Argon e Selene, Marion dormiva nell'altro letto

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Levina dormiva serena nella camera accanto a quella di Argon e Selene, Marion dormiva nell'altro letto. Hector dormiva nell'altra camera di fronte alla loro. Levina d'improvviso udì un forte rumore un suono sordo come di qualcuno che urtava violentemente contro il muro, la giovane incuriosita si alzò dal letto. Indossava una vestaglia e con le ciabatte ai piedi uscì dalla stanza, vide una sagoma maschile uscire dalla camera di Argon. Lo riconobbe era lui usciva dalla camera piangendo, scese le scale. Levina pensò:
"Ma è Argon dove sta andando a quest'ora? Hm... mi sa che i due hanno litigato. Chissà forse è meglio che non m'intrometti nella loro vita privata!"
Stava per ritornarsene in camera ma poi pensò:
"Hm vado a vedere dove sta andando Argon! Sembrava triste".
E così decisa, scese le scale e uscì di casa. Era buio e grazie alla luce della luna potè orientarsi, vide un pò in lontananza la sagoma di Argon che era lì nell'acqua del ruscello: il giovane era di spalle., dalla camicia fuoriuscirono delle ali., la sinistra si stava dissolvendo perdendo le sue bianche piume, restò ammaliata da quella scena,
sussurrò:
«Non posso crederci ho le traveggole? Sogno o son desta quello è Argon e ha le ali è un angelo?! Quanto è bello! Ma cosa gli succede? Le piume bianche stanno cadendo?»Avanzò verso Argon senza rendersene conto calpestò una foglia secca sotto i piedi procurando un fruscio che fece sussultare Argon...
Il giovane si voltò indietro.

Levina restò impietrita, nel vedere il volto di Argon: solcato da calde lacrime che scendevano dai suoi splendidi occhi come fiumi in piena

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Levina restò impietrita, nel vedere il volto di Argon: solcato da calde lacrime che scendevano dai suoi splendidi occhi come fiumi in piena. Lui si scosse dallo stato di trance e con voce triste disse:
«Levina s-sei tu? Cosa ci fai qui a quest'ora? Non riesci a dormire?»Chiese in tono curioso, che nascondeva un infinta tristezza. Levina gli si avvicinò., Argon era tremendamente bello: illuminato dalla luce lunare e quella camicia che gli scopriva le forti spalle. Arrossendo Levina rispose:
«Ehm veramente, ho sentito dei rumori provenire dalla vostra camera, Cos'è successo? Avete litigato per caso?»Chiese in tono amaro.
Argon con un filo di voce rispose:
«Ecco io non so cosa dire. Selene tutto ad un tratto è così cambiata. Mi ha detto che non mi ama e-e che mi o-odia! Levina credi che io sia una persona orribile?»Levina non sopportava di vederlo così triste spinta dall'istinto lo abbracciò e con gli occhi lucidi disse:
«È assurdo! Come può Selene dirti queste cose orribili?! È cattiva! Non voglio vederti soffrire. Argon tu sei una persona splendida: Coraggiosa, leale dolce altruista e bello!»Argon abbassò tristemente lo sguardo sospirò infine disse:
«Sei gentile a cercare di rincuorarmi grazie piccola.»
Si sforzò di sorriderle dissimulando la tristezza dietro a quel sorriso forzato. Levina si trovò senza rendersene conto tra le braccia del giovane, la stringeva dolcemente a se e con un filo di voce sussurrò:
«Ti voglio bene.»
Quelle parole colme d'affetto riscaldò il cuore della ragazza che commossa disse:
«Anch'io ti voglio bene!»
Lo guardò negli occhi e scorse il suo sorriso. Argon sussurrò:
«Rientriamo? Fa freddino qua fuori..»Levina era sorpresa, poiché Argon l'aveva presa per mano.
Argon sussurrò:
«Sai ti considero come una sorella minore?»
Levina con gli occhi lucidi disse:
«Nessuno prima di te è stato così gentile con me, i ragazzi mi evitavano temevano. Ma poi ho incontrato te e i tuoi amici e per la prima volta mi sono sentita amata e accettata! Grazie di cuore. Anch'io ti considero il mio fratello maggiore. Quel fratello che non ho mai avuto». Camminavano vicini rientrarono in casa.
Argon con un sorriso disse:
«Buona notte piccola sogni d'oro.»le schioccò un casto bacio sulla guancia. Levina sorridendogli si alzò sulle punte e lo baciò sulla guancia sussurrandogli:
«Buona notte Fratellone.»
Argon sorrise e la salutò con la mano i due ragazzi tornarono alle rispettive camere. Argon vide Selene che dormiva nel letto seminuda, la guardò con tristezza si sfilò di dosso gli stivali ormai asciutti e si distese sul letto addormentandosi stanco della giornata stressante. Levina nell'altra stanza cercava di riprendere il sonno perso. Purtroppo non ci riusciva poiché il suo sonno venne turbato da un orribile incubo: nel quale assisteva ad un evento drammatico.
Selene era cambiata aveva un aspetto demoniaco: corna laterali sulle tempie e ali nere, impugnava la spada contro di lei pronta per ucciderla si avventava verso di lei e vide Argon che veniva trafitto al busto dalla lama della spada che Selene stringeva nelle mani. Argon per salvarla moriva trafitto.
Si svegliò di soprassalto, Marion era sveglia poiché aveva udita gridare. Se la trovò accanto le chiese:
«Levina hai avuto un incubo? Hai gridato il nome di mio fratello. Che hai?»La giovane scoppiò in lacrime rispose:
«Ho avuto un incubo orribile, Argon per salvarmi veniva trafitto dalla spada di Selene!! Era diventata un d-demone e cercava di uccidermi ma Argon per impedirglielo si sacrificava per salvarmi! Ho paura che accada davvero!! Non voglio perderlo gli voglio bene!»Marion le asciugò le lacrime e per rincuorarla disse:
« Tranquilla piccola è solo un brutto sogno. Adesso torna a dormire che è tardi. Domani riprenderemo il viaggio. Vedrai andrà tutto bene»
Levina invece non riusciva a eliminare dalla mente quell'incubo e il timore di perdere Argon la struggeva. Marion si riaddormentò poco dopo.
Levina con gli occhi lucidi sussurrò:
«Argon ho paura che ti accada quello che ho visto nell'incubo. Non voglio perderti!»
Si addormentò bagnando di lacrime il cuscino.

 Non voglio perderti!»Si addormentò bagnando di lacrime il cuscino

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