- Mi chiamo Polimnia, sono la musa del mimo-

- Mi presento, sono Urania, musa dell'astronomia- e mostrò il suo globo celeste.

- E infine, io sono Calliope, custode della poesia epica- parlò l'ultima, sorridendo ai semidei, ovviamente alludendo ai canti su di loro. Teneva in mano una tavoletta cerata e uno stilo.

Le facce di tutti erano chiare: non si sarebbero ricordati un solo nome, tanto meno di che Musa si trattava.

- Ehm, grazie, Muse- disse solo Donovan- siamo qui per chiedervi aiuto in quanto custodi della memoria-

La prima che aveva parlato, Clio, che pareva la maggiore o la portavoce, inclinò appena il capo.

- Certo, noi siamo le figlie di Mnemosyne, la memoria e nostro padre Zeus ci ha rese le custodi delle arti e depositarie proprio della memoria- confermò- siete nel posto giusto, eroi. Ciò che cercate è sicuramente qui-

Probabilmente tutti avrebbero voluto bersagliarle di domande, ma erano stanchissimi, quella lunga scalinata li aveva stremati. Clio sorrise e batté di colpo le mani. Le sorelle si dileguarono, per poi tornare con in mano vassoi pieni di leccornie e calici colmi di... beh di qualcosa.

- Noi non possiamo bere molto nettare- disse Riley- siamo mortali-

- Non temete. È solo succo di melograno- rispose Urania.

Non dovevano fidarsi e mettersi a mangiare e bere, ma era come se una forza sconosciuta li guidasse. Si gettarono tutti a terra, seduti su morbidi cuscini che prima non c'erano e pasteggiarono, mentre le Muse li intrattenevano con canti, musica e poesie.

Mentre stava per bere dal calice, Adam si sentì meno intorpidito di prima e scosse il capo, guardandosi attorno.

- Ragazzi... non è una buona idea stare qui- disse- sono troppo gentili-

- Di cosa hai timore, giovane eroe?- gli domandò Clio- Noi non siamo guerriere, ma custodi delle arti. Non siamo bellicose e non desideriamo assolutamente farvi del male-

- Certo. E io sono figlio di Afrodite!-

Scattò in piedi, facendo scintillare la lama della sua spada e mostrando lo scudo. Le Muse inorridirono.

- Ares è il mio protettore- disse loro- e adesso, liberate i miei amici dal vostro incantesimo!-

Digrignando i denti, Clio fece smettere le sorelle di suonare ed esibirsi. A quanto pareva, Ares non si lasciava incantare dalle Muse, un vantaggio.

- Sveglia, amici, queste vipere ci stavano ingannando!- disse Adam ai compagni.

Quando anche Riley e gli altri si furono ripresi, le nove Muse si ritrovarono circondate da un gruppo di semidei e mortali piuttosto arrabbiati e armati.

- A mio padre non piacerà sapere ciò che avete fatto- disse loro Donovan- ora, se non volete che gli riferisca della vostra sorpresa poco gradita, diteci immediatamente dove si trova la Grande Profezia Perduta-

A quelle parole, le Muse impallidirono.

- Tutto ha un prezzo, semidio- ribattè Clio- quella profezia è stata dimenticata da secoli. La Pizia è morta per aver detto ad un serpente di cosa parlava, credi davvero che te ne parleremo così facilmente?-

- Ma non dovete parlarcene, mostrateci solo dov'è- le incalzò Jason- si trova in un luogo sotterraneo, dobbiamo sapere esattamente dove-

Una voglia estrema di farle a pezzettini assalì Adam. Quelle nove pazze erano davvero ostinate.

- No, voi ce lo direte- insistette Donovan, puntando la freccia contro Clio- non capisco perché non dovreste aiutare un figlio del vostro protettore-

Dopo qualche istante, l'espressione di Clio e delle sorelle mutò. Di colpo non era più tanto belle, avevano una luce assassina e mettevano paura. Clio balzò in avanti, le mani simili ad artigli, gli occhi folli e i canini appuntiti, atterrando Donovan.

- Tu e il tuo sangue mortale siete solo veleno per noi!- sibilò.

Adam cercò di colpirla con la spada, ma lei schizzò indietro. Aiutò Donovan a rimettersi in piedi e si ricompattarono con il gruppo.

- Siete nostri prigionieri, non vi sarà possibile uscire- disse loro Calliope, divertita- non siete nelle condizioni di porre condizioni!-

- Oh, che ne dici se provoco un terremoto?- chiese Percy- Vi ricordo che mio padre è Poseidone, dio dei mari ma anche dei terremoti-

Quella prospettiva parve non piacere a nessuna delle Muse, ma non indietreggiarono. Erano comunque immortali. Adam vide il figlio di Apollo fissare gli strumenti musicali in fondo alla sala con un certo interesse.

- Ho un'idea- sbottò, voltandosi di nuovo verso le muse- sono figlio di Apollo, quindi la musica mi scorre nelle vene. Un sfida, che ne dite? Se vincete voi, potrete tenerci qui. Se vinco io, invece, ci direte dove trovare la profezia-

- Non farlo, Don- fece Adam, allarmato- sei matto? La storia di Marsia non ci ha insegnato niente?-

- Se hai altre idee, benissimo. In caso contrario, mi sa che dovremo proseguire su questa strada-

- Perché no- rispose Clio, sorridendo, ovviamente sicura della vittoria- dimostraci cosa sai fare, figlio di Apollo! Hai con te uno strumento?-

Donovan annuì, mostrando il suo flauto d'oro. Tra le Muse si fece avanti Euterpe, anche lei con un flauto tra le mani.

- Che la sfida abbia inizio!-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu