Capitolo 22

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Ore dopo essere rimasta distesa sul freddo pavimento, Harry venne a farmi visita. "Hai pensato a quello che hai fatto?" chiese Harry come avrebbe fatto un padre.

"Non so, tu l'hai fatto?" dissi in tono insolente.

"Scusami?" La sua voce diventò più profonda. "Non ho fatto nulla di male."

La stanza si riempì della mia risata. "Non hai fatto nulla di male? Mi hai rapita, hai abusato di me, sei venuto a letto con me e ti dimentichi di aver detto che praticamente sei mio fratello."

"Non sono tuo fratello!" gridò. "Non ho mai fatto parte di quella patetica cosa che tu chiamavi famiglia, nemmeno tu!"

"Adoro come tu non abbia menzionato tutte le cose che mi hai fatto." Ridacchiai, anche se ero spaventata a morte non potevo fare a meno di trovare Harry spassoso. "Come mi hai trattata."

"Non ho fatto nulla se non trattarti bene. Ti ho dato da mangiare, ti ho messo un tetto sopra la testa." Chiuse le mani i pugni. "Sei solo una ragazzina viziata che non sa riconoscere una buona cura perché ti hanno fatto un lavaggio di cervello da piccola."

"Mi hai trattata bene?" gridai. "Sei fuori di testa ragazzo."

Improvvisamente venni spinta contro la parete da una presa sul collo. Mi fece sbattere contro il muro di mattoni, portando il suo viso a pochi centimetri lontano dal mio. Strinse la presa e affondò il pollice nella pelle del mio collo.

"Non riesco a respirare." farfugliai.

"Beh, riesci a parlare però." Mi allontanò dalla parete solo per sbatter mici ancora contro. "Pensi che sia stato brutto qui, gattina?" Annuii contro il suo palmo sul mio collo. "Beh, ti mostrerò quanto sei stata viziata."

*

L'ultima cosa che riuscii a ricordare fu Harry mentre mi soffocava. Mi portai una mano alla gola e cercai di allontanare il dolore strofinando la pelle. Cercai di ricordare cosa mi aveva detto Harry prima che perdessi conoscenza. Ci misi un po' ma ci riuscii. Non riuscivo a capire cosa volesse dire, l'avrei scoperto.

Un forte brontolio del mio stomaco irruppe nella stanza, stavo morendo di fame. Ero lì da almeno un giorno ormai ... anche se non ne ero sicura a causa della mancanza di finestre. Quel posto sapeva da urina, la mia o non, era disgustoso. Era buio ma la mia vista grazie a Dio si stava abituando.

La mia pancia brontolò nuovamente così presi coraggio per avvicinarmi alla porta della cantina. "Harry," chiamai.

"Harry."

"Harry, per favore, mi dispiace."

"Harry."

"Harry."

Non ricevetti alcuna risposta.

"Niall."

"Louis."

"Zayn."

"C'è qualcuno?"

Mi lasciai scivolare lungo la porta portandomi la testa fra le mani. Cominciai a piangere, cos'era diventata la mia vita? Rinchiusa in una cantina, affamata e infreddolita. Pensavo che Harry non si potesse abbassare più di quello che aveva già fatto, ovviamente mi sbagliavo.

Sentii la testa leggera a causa del respiro pesante e del piangere, e poi mi sembrò quasi di fluttuare. Mi dimenai un po' e vidi che qualcuno mi aveva presa in braccio.

Harry mi poggiò su un materasso spoglio e macchiato. Si mise sopra di me e sapevo che qualsiasi cosa sarebbe successa non era qualcosa di buono. Allungò la mano verso una delle sue tasche anteriori e ne estrasse un coltello a scatto.

"Non farmi male." Singhiozzai vulnerabile sotto di lui. Il coltello venne poggiato sulla mia clavicola, vicino al colletto della mia maglia.

"Non muoverti," ringhiò. "O questo coltello finirà dritto nel tuo petto."

Sobbalzai, strisciò la lama sul tessuto della mia maglia, strappandola. Mise da parte la maglia e prese una pillola.

"Prendila," mi ordinò.

Scossi la testa. "Cos'è?"

"La pillola anticoncezionale, adesso apri quella fottuta bocca." Cercai di dimenarmi ma era seduto sui miei fianchi.

"Non voglio. Non voglio fare sesso con te."

"Non penso tu abbia voce in capitolo, gattina." Ghignò malignamente.

Spinsi il suo petto ma lui non si spostò. "No." Le mie proteste cessarono quando lui mi infilò la pasticca in bocca.

"Mandala giù." ordinò. Scossi la testa, non potevo mandarla giù. Mi tirò uno schiaffo alla bocca e mi tappò il naso. Mi contorsi sotto di lui mentre trovato impossibile respirare.

I miei occhi si spalancarono sapendo che non sarei stata in grado di resistere ancora a lungo, così deglutii.

"Brava ragazza." Ghignò. "Adesso mettiti a carponi."

Feci come mi dessi, sentii Harry dietro di me togliersi la cintura. Sussultai sapendo che avrei ricevuto un secondo round di sculacciate.

"Per favore non usare la cintura," lo pregai.

Un bassa risata riempì la stanza, "Oh gattina, non ho intenzione di frustrarti." Sospirai in sollievo, "Ma dopo di questo spererai che l'avessi fatto."

Ero inginocchiata lì confusa. "Voltati." Mi girai verso la parete.

Sentii le mani di Harry sui miei glutei, prima di avvertire un improvviso dolore al mio posteriore. Sembrava come se mi stesse lacerando le interiora, non mi aveva nemmeno dato tempo per farmi abituare, direttamente una spinta dolorosa. Gridai per il dolore, era doloroso quanto perdere la verginità.

"Ecco piccola, urla. Fai sapere a tutti quanto bene ti sto scopando." Harry si morse il labbro inferiore e spinse ancora.

"Per favore," lo pregai, sperando che si fermasse.

"Per favore cosa?" disse. "Vuoi di più del mio cazzo?" Cercai di scuotere la testa, ma non ci riuscii perché Harry mi afferrò i capelli in una presa dolorosa. "Giusto, sei la piccola del mio cazzo."

Mi lasciò i capelli e cominciò a schiaffeggiarmi in modo molto forte i miei glutei. Il dolore era estenuante anche per il fatto che ormai la mia pelle era già ferita e dolente.

"Sei così stretta gattina, mi fai sentire così bene," ringhiò mentre si lasciava andare dentro il mio posteriore.

Uscì ed lasciò la stanza.

Mi lasciò lì e chiuse a chiave la porta.

Ero ritornata a poco tempo prima, ma questa volta avevo un forte dolore al mio posteriore e mi sentivo usata. Mi alzai dal materasso malridotto e sentii un liquido scendermi lungo le gambe. Era una sostanza appiccicosa e bianca, e lo riconobbi subito come il seme di Harry.

Corsi verso il water posto ad un angolo e mi ci piegai sopra iniziando a vomitare. Mi asciugai la bocca con la mano, se non morivo di fame o disidratazione, ero sicura che mi sarebbe venuta qualche malattia.

Barcollai verso il materasso, era più caldo rispetto al dormire sul pavimento, ma in quel momento stavo gelando perché ero completamente nuda.

E tutto grazie a Harry.

Kitten➢h.s au [Italian Translation]Where stories live. Discover now