Capitolo 4

7.5K 252 26
                                    

“No … no, per favore, mi dispiace.” supplicai mentre Harry si allontanava e si sedeva sul suo letto.

“Vieni qui, gattina.” chiamò la sua voce morbida mentre colpiva il letto accanto a sé.

Strinsi il mio labbro inferiore e scossi la testa energicamente. “Mi dispiace, dammi un’altra possibilità.” pregai.

Non sapevo cosa Harry avesse in mente ma ero sicura che non mi sarebbe piaciuto. Non conoscevo nemmeno le regole quando avevo tentato di scappare, ma questo non era abbastanza per convincerlo.

“Più a lungo mi fai aspettare, peggio sarà.” disse con impazienza e indicò un suo orologio invisibile. Sapevo che lui credeva inconsapevolmente in  ogni singola parola che aveva detto, filai verso di lui. “Siediti.” mi ordinò dolcemente.

Posai il mio sedere sul caldo materasso in cattivo stato con Harry.

“Allora gattina, hai capito che quello che hai fatto la scorsa notte è stato sbagliato?” chiese mentre lentamente mi massaggiava una coscia.

Annuii lievemente; impaurita che se avessi parlato mi sarei sentita male.

“Se ci ripenso, sono abbastanza sicuro che una delle regole fosse ‘devi sempre rispondere quando ti si parla’… dico bene?”  Smise di massaggiarmi la coscia e la strinse piuttosto dolorosamente.

Trasalii per il dolore mentre replicai alle parole tormentose di Harry. “Sì.”

“Sì cosa?” chiese Harry in modo innocente.

“Sì Harry.” Il suo volto cambiò immediatamente.

“Adesso, se ricordo, un cattivo comportamento comporta a delle punizioni.” mi punzecchiò in modo mellifluo.

“Punizioni?” sussurrai, ma prima che potesse rispondere continuai, la mia voce si alzò e diventò molto più acuta questa volta. “Punizioni! Non me lo merito! Lasciami andare, per favore, non lo dirò a nessuno. Mia nonna è probabilmente molto preoccupata, per favore. Tu non capi-”

Mi interruppe poggiando un dito contro le mie labbra. “Le donne che parlano senza sosta sono poco attraenti ed è maleducato.”

Alzò due dita e fece leva debolmente sulle mie labbra per separarle. “La bocca di una donna serve solo per una cosa.” Sapevo esattamente cosa intendeva. “Quindi gattina, che ne dici di mostrarmi come funziona questa cosa?”

Non appena ero sul punto di mettermi sulla difensiva spinse due dita dentro la mia bocca. La mia reazione automatica sarebbe la stessa di chiunque altro … morderle.

Morsi il più forte possibile e Harry strappò la sua mano fuori dalla mia bocca.

“Che cazzo!” ringhiò e mi spinse in basso contro il letto. “Stavo cercando di andarci piano con te, ma mi hai morso.”

“Mi hai messo le tue dita in bocca!” mi difesi.

“Complimenti, sei anche intelligente.”

Sapevo che non saremo arrivati da nessuna parte, discutere peggiora solo le cose. “Mi dispiace.” Mentalmente vomitai.

“Mi spiace, non chiuderla, adesso fai la brava ragazza o sarà peggio per te!” sibilò trascinando le dita dal mento fino all’apertura della mia bocca.

E’ disgustoso.

Poi ripeté l’azione precedente, forzando le dita dentro la mia bocca.

Mi dimenai sotto di lui quando sentii le sue dite sul retro della mia gola.

“Smettila!” gridai contro le sue dita. Mi sentivo così vulnerabile e debole.

“Taci e accettale.” ringhiò mentre si sollevava leggermente dai miei fianchi, così che potesse spingere le dita ancora più infondo.

Mi sentii ancora più male, ma di certo non potevo vomitargli sulle dita.

Mi stavo strozzando e la cosa divertiva Harry. Delle lacrime si formarono sull’angoli dei miei occhi. Sono abbastanza sicura che lo stesse facendo da almeno cinque minuti.

Volevo dirgli di fermarsi ma so che non l’avrebbe fatto perché prima era andato più infondo. L’unica soluzione che avevo era piangere, il che non era difficile.

Sembravo proprio una bambina in lacrime.

Invece di trattenere le lacrime le lasciai scendere lungo il mio viso mentre continuavo a strozzarmi. Le lacrime cominciarono ad annebbiarmi la vista, causandomi più disagio mentre Harry continuava a spingere affondo nella mia gola, senza rimorsi.

Il tempo passò e lui cominciò a rallentare fino a fermarsi, anche se lui si era fermato io continuavo a piangere.

Si tolse da sopra di me e si sedette sul letto osservandomi mentre mi mettevo a sedere, singhiozzando e tremando. “Gattina.” mi chiamò attirando la mia attenzione. Sollevai la testa per guardarlo. Lui poi mi spinse così che fossi seduta sul suo grembo. L’ultimo posto in cui volevo essere.

Non stavo più piangendo ma continuavo a tremare per il suo atteggiamento aggressivo.

“Non mi piace vederti in questo modo, ma devi capire a chi appartieni.” disse con calma e cominciò ad accarezzare la mia testa.

“Non appartengo a nessuno.” sbraitai.

“Ma gattina, è qui che sbagli. Tu appartieni a me.”

Prima che si potesse irritare di nuovo, mi scusai per essere stata impertinente e lui sembrò accettare.

“Oh e per la cronaca, preferisco signore.”

Dopo essere stati in un silenzio piuttosto imbarazzante, Harry annunciò che ce ne saremmo andati quindi se avevo bisogno del bagno dovevo andarci subito. E che non aveva alcun senso scappare.


~

Una volta lasciato l’albergo Harry mi guidò verso la macchina, permettendomi di sedermi accanto a lui nei sedili anteriori. Poi fece il giro della sua macchina e si sedette. Prima che potessi fare qualsiasi cosa iniziò a darmi degli avvertimenti.

“Non provare a fare nulla, le portiere sono bloccate.” grugnì avviando l’auto.

La mia mente era piena di domande bisognose di una risposta, ma sapevo che la curiosità non mi avrebbe portato da nessuna parte con Harry.

“Dove stiamo andando?” chiesi, sperando che non si sarebbe arrabbiato.

“Da qualche parte dove nessuno potrà trovarci.” mi informò la sua profonda voce roca.

La sua dichiarazione mi rivoltò lo stomaco, perché nessuno ha strillato quando ci ha visti? Mi ucciderà? Non voglio morire, sono troppo giovane. Che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? Non sono nemmeno riuscita ad andare al funerale dei miei genitori, e scommetto che mia nonna è molto stressata adesso, probabilmente sta pensando che è colpa sua … quando in realtà la colpa è mia.

“Cosa ti passa per la testa?” chiese Harry in modo gentile.

“Per favore non uccidermi!” sbottai molto velocemente, dovevo essere sorpresa se sarebbe riuscito a capirmi.

Harry emise una profonda risata gettando indietro la testa, poi si voltò verso di me. “Adesso gattina quale sarebbe il divertimento?” Non avevo ben capito cosa volesse dire, ma finché non aveva intenzione di uccidermi gli ero grata.  Con la mia mente in parte in quiete, appoggiai la testa contro il finestrino e lasciai che il sonno prendesse il controllo su di me.

Kitten➢h.s au [Italian Translation]Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin