Capitolo 11

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Normalmente avrei rifiutato di permettere a Harry di guardarmi mentre mi facevo il bagno, per non parlare di permettergli di lavarmi, ma ero così debole e avevo bisogno di una ripulita, così glielo permisi. Ero semplicemente seduta lì in silenzio mentre mi sfregava i capelli con lo shampoo, ed io abbracciavo le mie ginocchia. Non ho intenzione di mentire, mi faceva davvero sentire bene, era come un massaggio alla testa.

"Harry," Ispirai profondamente. "hai ucciso i miei genitori?"

"No."

"Ma com-" Mi interruppe.

"Non ero io, era Liam." Chi cazzo è Liam?

"Ma come facevi ad aver-"

"Cazzo, smettila di fare domande, ok?!"

"Scusa." Abbassai la testa e borbottai.

"No, scusami tu, non avrei dovuto scattare in questo modo." Si era veramente scusato con me? Aveva in mente qualcosa, lo sapevo.

Un forte colpo alla porta attirò la nostra attenzione, "Un attimo, arrivo subito." Harry scattò in piedi e lasciò la stanza. Poteva essere il momento della mia fuga, non succede spesso che qualcuno venga a bussare alla porta sul retro di una stazione di servizio abbandonata; quella era la mia occasione.

"Aiuto! Aiuto!" gridai, provando ad attirare l'attenzione della persona ma, invece, provocai solo l'espressione preoccupata sul volto di Harry, ma non appena mi vide seduta nel suo bagno, il suo freddo e solito sguardo tornò.

"Bel tentativo." Sogghignò. "E' solo Zayn, abbiamo delle belle notizie quindi sbrigati e vieni di là da noi." Indicò fuori dalla porta del bagno ed uscì.

Zayn, dove l'avevo già sentito? Poi mi venne in mente, era quello che stava parlando al telefono con Harry il primo giorno che ero qui.

Quando finii di riordinare tutto uscii dal bagno per cercare Harry. Entrai nella stanza, lui mi ignorò completamente e se ne restò seduto con il cellulare, tossii, cercando di attirare la sua attenzione ma non funzionò; stavo morendo dalla voglia di sentire le notizie. Decisi di afferrare la cosa più vicina e lanciargliela contro, un cuscino.

"Ma che cazzo!" gridò, facendomi arretrare leggermente.

Alzai le braccia per difendermi, "Mi dispiace, sta-stavo solo scherzando. Mi dispiace." La mia voce diventò più bassa. "Dov'è Zayn?"

"Sta aspettando in auto, adesso sbrighiamoci." Sospirò e mi trascinò verso la porta.

"Dove stiamo andando?" chiesi.

"Te lo dirò in macchina."

Quando fummo tutti in macchina ci mettemmo subito in moto. Quella era la prima volta che vedevo Zayn, l'avevo sentito parlare al telefono con Harry, ma quello non era niente, in quel momento potevo vedere la sua bellezza. Nonostante fosse definitivamente un criminale, poteva benissimo fare qualcosa di migliore nella sua vita, come il modello.

Harry doveva aver notato che stavo ammirando Zayn, perché mi diede uno schiaffo sulla coscia, facendomi sobbalzare, e iniziò a sfregare la mia pelle formando dei cerchi. Sentii la sensazione del solletico, non ero mai stata una persona che veniva toccata, soprattutto perché sono troppo delicata.

"Smettila." Cercai di trattenere la risata, ma non avrei riso con qualcuno che non aveva fatto altro che farmi del puro male. Mi dimenai accanto a lui, "Harry dico sul serio, smettila." Il mio respiro si agitò quando cominciò a sfregare i miei fianchi.

"Cosa avevo detto riguardo al chiamarmi in questo modo?" Sogghignò prima di lanciarsi su di me e farmi il solletico sui sedili posteriori. Per qualsiasi altra persona quello poteva sembrare un dolce e romantico gesto ma non lo era:

-non era una cosa dolce

-non lo trovavo divertente

-se non avessi avuto paura di lui gli avrei tirato un calcio

-lui è un criminale

-potevo pisciarmi addosso

-non riuscivo a respirare.

Cominciai a gridare e dimenarmi a disagio ma non si fermò.

"Potete stare zitti." sentii Zayn parlare per la prima volta.

Harry si tolse da me e si sedette, "Scusa amico. Posso dirglielo adesso?"

"Sì, per favore fallo." mi intromisi, forse mi avrebbero lasciata andare.

"Non l'ho chiesto a te, gattina." disse Harry e aspettò che Zayn parlasse.

"Perché spetta a me?" disse Zayn.

"Bene." rispose Harry freddamente e si voltò verso di me. E se mi lasciasse andare, o se mi lasciasse vivere con mia nonna? "Allora, siamo finalmente fuori dal quel buco di merda." Sogghignò.

"Cosa intendi?" Accigliai le sopracciglia.

"Ce ne stiamo andando!"

"Oh." rispondo bruscamente, anche se non volevo essere rude.

"Non sei felice?" La sua voce sembrava scioccata.

"No, avevo solo pensato che ... non ti preoccupare, era un'idea stupida." Scossi la testa.

"No gattina, dimmi."

I miei occhi si abbassarono sul mio grembo. "Beh, avevo pensato che mi avresti lasciata andare."

"Hai ragione, che idea stupida." rise.

"Lo so."

~

"Eccoci." tubò Harry nel mio orecchio. I miei occhi si aprirono svolazzando notando che avevamo parcheggiato all'esterno di una grande villa. "Forza, andiamo dentro."

Zayn seguì me e Harry all'interno della casa, non appena entrai non fui sicura che quella si potesse chiamare 'casa', anche 'hotel a dieci stelle' sarebbe un eufemismo. "E' ... meraviglioso."

"Sì lo è, gattina." Strofinò la parte basse della mia schiena. "E sai cosa lo rende migliore?"

"Cosa?" Alzai lo sguardo su di lui.

"Sono i tuoi genitori morti ad aver pagato per questo." La rabbia mi ribollì dentro non appena quelle parole gli uscirono dalle labbra, chi cazzo si credeva di essere? Prima che potessi pensare a quello che stavo facendo la mia mano raggiunse la sua guancia con un forte schiaffo, così forte che aveva fatto male anche a me, o era solo il taglio che mi aveva fatto lui il giorno prima.

"Tu, piccola puttana." Il veleno venne sputato dalle sua labbra.

"Se tu sapessi cosa è meglio fare adesso, scapperesti." sentii Zayn mormorare mentre ci passava affianco.

Seguii il consiglio di Zayn e mi misi a correre. Corsi su una rampa di scale in marmo, attraverso due diversi corridoi fino ad arrivare ad un punto morto. Voltai la testa a sinistra e vidi una camera, così corsi dentro e mi infilai sotto il letto.

Stavo respirando pesantemente a causa del fatto che mi trovavo in un spazio così piccolo ma non dovevo pensarci. La mia attenzione si spostò sulla porta quando sentii dei passi lungo il corridoio. Tenni gli occhi chiusi mentre i passi si fermavano giusto fuori dalla stanza, sapevo che era Harry, potevo dirlo dagli stivali marroni malridotti. Le assi del pavimento scricchiolarono mentre entrava di più nella stanza.

"Non mi sono mai piaciuti i giochi, gattina," Si fermò, aprendo di scatto l'armadio alla mia ricerca. "ma se vuoi giocare così, va bene, ma sono un uomo competitivo." disse.

Improvvisamente venni afferrata dalle caviglie e venni trascinata fuori da sotto il letto, scavai con le unghie sul legno cercando di fermarmi. Afferrò il mio braccio e mi tirò su.

"Ho vinto." Un ghigno sinistro riempì il suo volto.

Kitten➢h.s au [Italian Translation]On viuen les histories. Descobreix ara