-Vai, ora!-
-Non posso, ho troppa paura!-
-Di cosa?-
-Di fallire!-
Lui sospiró profondamente e prese la ragazza per le spalle guardandola dritta negli occhi.
-La musica serve anche per farti evadere! Scappa dalle tue la...
Forse era abbastanza presto per appendere i manifesti della festa di Halloween per i corridoi, visto che sarebbe arrivato tra esattamente trenta giorni. Harry si fermó a leggere il manifesto. "Tutti gli alunni sono invitati alla festa di Halloween che si terrá nell'aula magna. La festa comincerá alle 9:00 PM fino alle 5:00AM. Ci sará una gara amichevole musicale, per chiunque volesse cantare o suonare rivolgersi alla segreteria per le iscrizioni" Harry sorrise tra sé e sé. Sinceramente voleva cantare e voleva invitare una ragazza. Ne aveva tante ai piedi, certo. Lui era il figo di turno. -La festa di Halloween?- domandó una voce femminile accanto a lui. A Harry venne un brivido di ribrezzo. Si giró a guardare la ragazza. Rina. Gli stava troppo sulle scatole... -Sì- rispose Harry -Potremmo andarci assieme- propose la ragazza decisa. Quella ci provava in tutti i modi con Harry. -No, ho giá invitato un'altra- La ragazza rimase un pó male. -Ah sì? Beh... Chi è la fortunata?- fece un sorriso fintissimo. Harry odiava le ragazze così. Con tutto se stesso. -Melody- Una luce di odio spuntó tra i suoi occhi. -Melody?- -Sì- -Melody Adkins?- -Sì- -Ma...- non sapeva cosa dire di acido senza sembrare odiosa -Non è alla tua altezza...- disse Harry rise "È vero... Vale di piú di me" -A me sembra che arrivi benissimo alle mie labbra, visto che io sono quasi un metro e novanta e lei è un metro e ottanta... lei arriva alle mie labbra, non tu... Sei troppo inferiore- Detto ció si liberó di quell'odiosa lasciandola a bocca a perta. La lasció nel corridoio per avviarsi a lezione di Pianoforte. Quella mattina avrebbe visto Melody e avrebbe chiesto a lei di andare al ballo di Halloween con lui. In Inghilterra Halloween era una festa molto popolare. Nei negozi, come Primark, mettevano giá dei travestimenti verso fine settembre. Andó di fronte all'aula di Pianoforte. Sentiva suonare. Melody era giá dentro che suonava. Poteva riconoscerla. Il modo in cui suonava lei, come la prima volta. Era una ragazza sensibile, sincera e un pó lunatica. Gli era piaciuto veramente tanto come suonó quel lunedì. La settimana cominciava bene per lui. Trovava Melody veramente molto carina, molto dolce e contemporaneamente stronza. Aveva messo due gocce di profumo, i capelli puliti e la frangia messa in ordine con il gel. La camicia bianca della sua uniforme scolastica sbottonata per i primi tre bottoni. Entró. C'era solo lei nella stanza, la sua borsa, la borsa del prof. e la giacca del prof. -Ciao- disse Harry Melody tolse inmmediatamente le mani dallo strumento. -Ciao- sorrise lei. Aveva imparato a guardarlo negli occhi dopo una settimana di conoscenza. -Il prof. è andato a prendere un caffé- Harry sorrise -Come al solito- -Cerca di capirlo, è lunedì mattina- rise Melody -Nemmeno io sono molto attiva il lunedì mattina- Harry la osservó bene. Non aveva una bella cera.Aveva un pó di occhiaie, pallida, l'eyeliner leggermente sbavato agli angoli degli occhi, capelli arruffati e occhi rossi e leggermente gonfi. Sembrava avesse pianto non molto tempo fa. -Stai bene?- le chiese Harry -Te l'ho detto, è lunedì mattina- distolse lo sguardo ridendo nervosamente. -No, sul serio- Harry si avvicinó a lei -Non mi sembra che tu stia bene- Lei alzó lo sguardo ed incontró i suoi occhi. -...È solo qualche problema a casa... Tutto qui...- alzó lo sguardo cercando la luce del sole che batteva contro la finestra e la fissó. Lo faceva quando non voleva piangere, guardava fonti luminose per distrarre l'occhio e impedirne la fuori uscita di lacrime. Funzionava sempre. Harry rimase un attimo in silenzio guardandola. Stava cercando di non piangere. Era inutile chiedere che cosa avesse, ci aveva messo una settimana a guardarlo negli occhi e due settimane a parlargli tranquillamente senza balbettare o lasciare le frasi a metá. Sicurmente non si confidava con lui dopo tre settimane. -Melody,... Se hai bisogno di me, ci sono volentieri- Lei sorrise continuando a guardare la fonte luminosa. -Grazie- disse Entró il prof di pianoforte. -Oh! Ci voleva un bel caffé! Anche se preferivo un'ucraina trentenne... Oppure una bella russa- Harry e Melody si misero a ridere. -Ciao Harry- lo salutó il prof di Pianoforte. Il professore cominció a sorridere malizioso. -Avete visto? Tra trenta giorni c'è la festa di Halloween? Con chi ci andrete?- "Questo qui, non so come faccia, ma lo sa sicuramente che mi piace" -Ecco giusto!- disse Harry -Melody ti va se ci andiamo?- Melody rivolse uno sguardo stupito a Harry. Talmente tanto stupito che a Harry venne la cagarella e aggiunse -Come amici- Lei cambió espressione. Sembrava piú calma. -Ehm...- fece una smorfia con le labbra -Va bene- Il professire di pianoforte si trattenne dal non ridere. "Oddio! Questi due sono troppo forti" pensó l'uomo sedendosi accanto al pianoforte.
Syntony stava aprendo il suo armadietto per prendere i libri. I suoi pensieri continuavano a ricadere su Louis. L'aveva conosciuto durante l'ora di pranzo del primo giorno e gli era simpatico. Inoltre erano seduti vicini durante le due ore di Antologia della musica il giovedì pomeriggio. Il problema che stavano tutto il tempo a sfottere la professoressa che aveva il rossetto rosso sugli incisivi, o quelle odiose di Ariana, Rina, Dicky e Victoria. Ridevano tutto il [sacro santo] tempo. Era veramente simpatico. Aprì l'armadietto e... Sorpresa! Benvenuti nel mondo degli stronzi. Un bel pesce marcio nell'armadietto. Syntony cominció a sclerare e cacció un urlo fortissimo facendo interrompere tutte le attivitá del corridoio. Prese il pesce e lo buttó nel cestino piú vicino. -Ste troie mancate di cazzo!!!- gridó ancora. -Ehy calma!- una voce maschile alle sue spalle. Syntony si giró -Che vuoi?!-. Vide Louis e si calmó leggermente. Fece un profondo sospiro -Ciao Louis- -Cosa è successo? Ti ho sentita cacciare un urlo fin dal giardino- -Il giardino è qui accanto- -Sì, ma hai comunque gridato- -Una di quelle quattro troie mancate mi ha messo un pesce marcio nell'armadietto- -Non penso sia Ariana, lei è l'unica che non prende di mira gli altri. Si da solo un pó di arie... Victoria nemmeno... È come lei. O è Rina o Dicky- -È Dicky, quella mi prende sempre di mira- -Sì? Bene, tu lascia fare a me- -Cosa vuoi f...?- -Ssssst!- la zittì lui mettendole un dito sulle labbra -Ci penso io a loro- le fece l'occhiolino. Syntony sorrise -Grazie, ma non devi,... Ti faranno il mazzo- -Se lo fai tu ti verranno subito a cercare,... Se lascerai fare a Crazyman nessuno sospetta...- -Eh?- -Sì lo so devo lavorare sul nome... Superman e Spiderman li hanno giá rubati... Per non parlare di Batman,... C'è uno qui a scuola che si spaccia per lui- -Ripeto:... Eh?- -Voglio diventare una specie di supereroe, non dirlo a nessuno- sussurró Syntony cominció a ridere -Un supereroe?- chiese ad alta voce. -Sssssst!- fece ancora lui mettendole un dito sulle labbra -Stai zitta stronza e fidati di me- Lei sbuffó ridendo -Va bene, ma i supereroi dovrebbero far del bene... Non i dispetti- -Ma io sono Crazyman- Syntony alzó gli occhi al cielo -Va bene, io vado in aula Crazyman- -Non dirlo davanti a tutti!!!- Lei rise e andó nell'aula di Solfeggio.
Uscendo dall'aula di Solfeggio cu fu una scena epica: Syntony e Symphony erano un pó scosse dal comportamento delle quattro vipere. Appunto Dicky si avvicinó al suo armadietto, che non era tanto lontano da quello di Symphony e Syntony. Dicky mise la password e l'armadietto esplose lanciandole in faccia della vernice nera e della colla vinilica. Tutti cominciarono a ridere e lei cominció a gridare. Attaccato alla facciata interna dell'armadietto c'era un biglietto con sopra scritto. "Potere alla giustizia!" e sotto era firmato "Crazyman",Syntony non fece altro che sorridere per il resto della giornata.
~8~
Bisogna riuscire a mettere i piedi in testa al nemico senza spingerlo a terra
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