9

292 19 1
                                    

"Sbrigati, ho anche io bisogno del bagno!" urla quando mi vede entrare in bagno.
Metto velocemente la maglia e prendo lo spazzolino e il dentifricio.
Guardo l'ora e inizio a correre per la camera in cerca delle scarpe. Mi sento osservata e decido di alzare lo sguardo incontrando quello divertito di Samantha e quello neutro di Luke. Perché non mi sono messa le scarpe prima di lavarmi i denti? Sicuramente Luke non mi avrebbe visto con lo spazzolino in bocca.
"Cosa stai facendo?" chiede poi la mia amica.
"Le cape..."
"Cosa?" chiede evidentemente perché non ha capito quello che ho detto.
Prendo le scarpe e le mostro.
"È adi..."
"Puoi parlare l'inglese? Non ho ancora imparato l'arabo."
Giuro che le strappo i capelli appena Luke se ne va.
"È tardi... ha detto che è tardi. Via, vi lascio preparare. Ci vediamo di sotto..."
Gli faccio un cenno con la mano mentre vado verso il bagno saltellando per poter mettere le scarpe.
"Ma che cazzo di problemi hai? Lo fai apposta?" chiedo quando entra in bagno.
"Sei tu che ti sei resa ridicola davanti a lui."
"Cosa ci faceva qui?" chiedo cercando di applicare il mascara.
"Voleva l'adattatore per il caricabatterie."
La lascio in bagno e metto quello che potrebbe servirmi nella borsa che però prenderò dopo.
"Sam, bisogna scendere!"
"Eccomi, sono pronta."
"Allora andiamo."
Arriviamo nella sala pranzo e quasi tutti i posti sono occupati.
"Vieni, ci sono dei posti laggiù!"
Guardo il punto da lei indicato e vedo una testa bionda.
"Nononononono... ho già fatto una figuraccia prima."
"Troppo tardi, ci ha viste. Andiamo."
Mi trascina verso il tavolo e ci sorridono.
"Giorno splendori!" dice Kevin sorridendo.
Perché Sam mi costringe a fare queste cose? E perché io non protesto?
"Su ragazze, sedetevi." continua.
"Mi dispiace, questi posti sono occupati." dice Amy facendomi spostare.
"Sono arrivate prima loro, mi dispiace..." dice Mike facendo il finto dispiaciuto.
La rossa gira i tacchi e si allontana furiosa.
"Adesso sedetevi, sennò quella torna."
La mia carissima e stronzissima amica mi spinge verso il posto libero accanto a Luke e per poco non gli cado addosso.
"Oddio, scusa..."
"Tranquilla, spero tu non ti sia fatta male."
"No, sono integra."
Mi siedo e inizio a fissare il mio piatto ancora vuoto.
Samantha è una cogliona, e io ancora di più perché le sono amica. Potrei prendermi a schiaffi da sola, ma sembrerei appena scappata dal manicomio.
"Dovevate vederla prima! Stava correndo per tutta la stanza con lo spazzolino in bocca."
Fulmino la mia amica con lo sguardo mentre tutti sono preoccupati a ridere di me.
"Non è che avete qualche foto?" chiede Kevin. "Ahia! Ma che cazzo vuoi?" urla verso il biondo seduto accanto a me.
"Sei un coglione!"
"Scusate, vado a prendere un caffè, la spremuta non m'ispira."
Mi alzo e raggiungo velocemente quella sottospecie di bar e mi siedo su uno sgabello.
"Potrei avere un caffelatte?"
"Bien sûre."
Appoggio i gomiti al bancone e prendo la testa tra le mani.
Perché diavolo sono venuta in questa gita?
"Hey, lasciali perdere." dice sedendosi accanto a me.
"Si tranquillo... scusa per prima. Probabilmente ti ho spaventato."
"Cosa? No! Eri così dolce."
"Dolce? Cambia aggettivo."
"Voilà votre café." dice quella ragazza mettendomi davanti il caffè.
"Potrei averne uno anche io?" chiede Luke indicando il mio caffè.
Lei annuisce e va a prepararlo.
"Ti sta squillando il cellulare..."
Lo recupero dalla tasca e rispondo senza guardare il nome.
"Com'è Parigi?"
"Non l'ho ancora vista, ma il letto dell'hotel è molto comodo. Come mai hai chiamato?"
"Sei dall'altra parte del mondo, e non posso stalkerarti, quindi mi limito a sapere se sei ancora viva."
"Ah già scusami... Sì, sono ancora viva e ti assicuro che non mi butteró da nessun balcone perché la mia amica mi vieta anche di avvicinarmi..."
Luke mi guarda confuso mentre beve il suo caffè.
"Ecco, non lo fare perché poi dovrei trovare qualcun'altro da stalkerare e non ne ho davvero voglia di cercare un'altra persona."
"Ah, capisco... Luke, no! Pago io!" dico quando il biondo tira fuori una banconota per pagare entrambi i caffè.
"Oh, scusami. Non pensavo fossi con il fidanzatino."
"No!"
"'No' cosa?"
"Aspetta..." allontano il cellulare e guardo male Luke. "Pago io per me."
"Ho già pagato." dice facendomi la linguaccia.
"Sei ancora lì?"
"Oh sì scusa..."
"Stavi litigando con il fidanzatino?"
"La smetti di dire così?!"
"È maleducato rispondere a una domanda con un'altra domanda."
"Sul serio? Mi hai chiamato da New York per vedere se sono viva e per dirmi che è maleducato rispondere a una domanda con un'altra domanda? Tu sei strano!"
"Tu ancora di più. Mi hai riempito il cellulare di messaggi!"
"È perché non hai risposto ai messaggi?"
"Perché io non sto attaccato al cellulare come te."
"Aspetta, ma che ore sono a New York?" chiedo guardando l'orologio. "Mi hai chiamata alle 2 di notte?"
"Sì, sono appena tornato da una festa e volevo vedere se eri viva."
"Sei pazzo! Vai a dormire!"
"Ora mi metto a dormire, tu evita balconi, strade trafficate e posti strani con gente pericolosa."
"Sei peggio di mio padre! E comunque sono a Parigi, è pieno di macchine."
"Tu evitale. Ci sentiamo più tardi."
"Notte."
Rimetto il cellulare in tasca e bevo il caffè ormai freddo.
"Era il tuo ragazzo?" chiede Luke.
"Cosa? Ma perché? No, non era il mio ragazzo. Devo andare su a prendere la borsa."
"Allora ti accompagno..."
"No tranquillo, non ci metterò molto."
Mi allontano e appena giro l'angolo inizio a correre letteralmente verso la camera. Entro e mi butto sul letto ancora sfatto.
Devo smetterla di fare queste figuracce davanti alla gente.
Prendo il cellulare e scrivo velocemente un messaggio ad Harry.
'A Harry: non è il mio fidanzatino. È un compagno di classe... comunque grazie per la chiamata, mi hai salvata da un momento imbarazzante.'
Invio il messaggio e prendo la borsa.
Non so perché, ma mi sentivo in dovere di dirglielo. Io non gli devo spiegazioni, ma nessuno mi ha mai chiamato dall'altra parte del mondo per chiedermi se sono ancora viva.
"Eccoti! Dobbiamo andare." dice Sam aprendo la porta.
"Sono venuta solo a prendere la borsa."
"Anche io... Luke era venuto lì al bancone per parlare con te e tu ti sei messa a parlare al telefono? Ti voglio bene, ma CHE CAZZO DI PROBLEMI TI AFFLIGGONO?" urla.
"Mi ha fatto notare lui il cellulare che squillava e poi era Harry che fortunatamente mi ha salvata da una conversazione imbarazzante."
"Harry? Lo stalker?"
"Sì, lui. Voleva sapere se ero ancora viva. Dice che se io moio, lui dovrà cercare qualcun'altro da stalkerare e non ha voglia di farlo, quindi si assicura che io sia viva. Non so se prenderlo sul serio o meno..."
"Lui è pazzo!"
"Già, sono le 2 di notte a New York adesso..."
"E lui ti chiama alle 2 di notte?!" chiede premendo il pulsante dell'ascensore.
"Era tornato da una festa."
"Una festa il lunedì sera?"
"Lui non va a scuola... o almeno penso. Sai, gli stalker non parlano molto della loro vita personale però conoscono la tua meglio di te."
"Devi chiedere scusa a Luke per la chiamata, ti ha offerto anche il caffè..."
"Ok, ma non voglio che succeda più quello che è successo stamattina."
"Va bene..."
Raggiungiamo il gruppo e Luke ci sorride mentre ci passa dei fogli: il programma della giornata.

Stalker? [H.S.] || IN REVISIONE Where stories live. Discover now