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"Sei pronta per domani? Andremo a Parigiiiii!" urla Samantha appena entro in classe.
"No, non sono pronta. Devo ancora pensare a cosa mettere in valigia..."
"Cosa? Io ho le valige pronte da settimane!"
"Sai vero che non puoi portare più di 30 chili in valigia?"
"Cazzo... allora oggi rinuncerò ad alcuni vestiti. Oppure chiamo all'aeroporto e pago per altri 30 chili, dovrò pure prendere qualcosa da Parigi."
"Tu sei pazza."
"Nah... sto solo pensando come tutti gli altri. Tu sei troppo presa da qualcosa... o da qualcuno..." dice con uno sguardo malizioso stampato in faccia.
"Pochi giorni fa ho trovato il pianoforte di mamma in biblioteca, esattamente da dove era sparito 2 anni fa quando nonna ha deciso di venderlo a degli sconosciuti mentre io ero al funerale. Se l'ha fatto una volta, potrebbe farlo di nuovo..."
"Quindi tu non stai pensando alla nostra bellissima gita perché hai paura che tua nonna faccia sparire di nuovo il pianoforte?"
"Esatto!"
"Ma come mai l'ha riportato se poi vuole portarlo via?"
"Non l'ha riportato lei, e neanche papà. È semplicemente apparso dal nulla e nessuno ne sa il motivo."
"Non è strana come cosa?" chiede sedendosi sul mio banco.
"Sì e devo assicurarmi che nessuno lo porterà via."
"Non puoi semplicemente..."
"Keller e Peters, siete fuori dal mio corso!" urla il professore entrando.
"Cosa? Ma cosa abbiamo fatto adesso?" chiede Sam.
"Siete fuori da questo corso! Non voglio più vedervi nella mia aula!"
Prendo la borsa e insieme a Samantha mi dirigo verso l'uscita.
"Non mi stava nemmeno simpatico!" dice la mia amica prima di sbattere la porta.
"E adesso che facciamo?" chiedo iniziando a camminare per i corridoi.
"Andiamo a scegliere un nuovo corso." dice alzando le spalle.
"Non so se ci assegneranno un altro corso..."
"Vi ha mandato di nuovo da me il professore?" chiede la preside spuntando dal nulla.
"In realtà ci ha proprio eliminate dal suo corso, stavamo venendo qui per cambiare..." dice Sam.
"Non potete cambiare corso l'ultimo anno, dovevate farlo a settembre."
"Ma il professore ci ha proprio cancellate dal suo corso senza motivo."
"Vedo cosa posso fare... vi troverò qualcosa da fare." dice sparendo poi.
"Questo significa che fino a quando non troviamo un corso, abbiamo 3 ore a settimana senza fare niente."
"Sam, dobbiamo fare qualcosa... "
"Per ora andiamo a farci un giro. Perché non andiamo a casa tua a preparare le valige? Possiamo dire che mi sento male e tu mi accompagni a casa. Vieni!"
Non mi da il tempo di dire niente e mi trascina già verso la segreteria per annunciare la nostra uscita.
"La mia amica si sente male e vorrebbe tornare a casa. Solo che in questo stato non ce la fa a tornare da sola. La accompagno io." dice e la guardo male.
"Nomi?" chiede la donna non guardandoci neanche.
"Samantha Keller e Faith Peters."
"Va bene..."
"Grazie mille."
Mi trascina via da lì e poi inizia a correre verso l'uscita.
"Ecco brava, fai bene a correre perché se ti prendo..."
"Sei una lumaca tu, non ce la farai mai a prendermi!"
Inizio a rincorrerla e mi butto addosso a lei quando arriviamo nel parco facendola cadere a terra.
"Stupida!" dice ridendo.
"Molto gentile. Hai visto che sono riuscita a prenderti?"
"Sei abbastanza veloce per una che si sente male e non è capace di tornare a casa da sola..."
"È colpa tua! Su, adesso andiamo."
Ci alziamo entrambe da terra e ci avviamo verso la strada principale.
"Taxi!" urla allungando un braccio. "Perché cazzo non se ne ferma neanche uno?"
"Lascia fare a me!"
Mi avvicino di più alla strada e allungo la mano quando vedo un taxi e si ferma proprio davanti a noi.
"Vivo qui da una vita e non ho mai capito come funziona!" dice lei salendo poi.
Quando arriviamo davanti al mio palazzo pago e poi scendiamo.
"Prendiamo l'ascensore vero?" chiede lei.
"Se vuoi farti 23 piani di scale, fai pure, io prendo l'ascensore."
"Gne gne..."
"Puoi per favore ricordarmi perché siamo amiche?" chiedo premendo il pulsante del mio piano.
"Perché la tua vita non avrebbe senso senza di me."
"Hai ragione. Chi mi caccerebbe nei guai sennò?"
"Vedi? Io sono essenziale nella tua misera vita."
"La mia vita non è misera! È monotona, ma non misera."
"Sei già tornata?" chiede Melissa smettendo si spolverare il caminetto.
"Sì... noi andiamo su."
"Vi preparo pranzo?"
"Sì grazie." dico iniziando a salire le scale.
Arrivate in camera chiudo la porta alle mie spalle e butto la borsa sul letto.
"Dove è la tua valigia?"
"Nell'armadio."
Cammino verso la cabina e prendo la valigia viola per poi portarla sul letto e aprirla.
"Cosa hai intenzione di portare?" chiede dalla cabina, esaminando sicuramente i vestiti.
"Ti ho detto che non ci ho ancora pensato..." la raggiungo e ispeziono i miei abiti. "Porterò questi, questa, questa, quelle..."
"Hai intenzione di andare a giro per Parigi in jeans e felpa? Siamo a Marzo, non a Dicembre!"
"E quindi? I jeans vanno sempre bene."
"Andiamo a Parigi! Dobbiamo essere diverse. Per una settimana cerchiamo di non pensare a niente. Quindi cerchiamo qualcosa di bellino in questo armadio enorme!"
"Cosa intendi per 'bellino'?"
"Lascia fare a me."
[...]
"Dove stai andando a quest'ora?" chiede continuando a cambiare canale alla tv.
"Non ti piacerebbe saperlo, quindi non chiederlo neanche. Non farò tardi."
"Non farai tardi perché non uscirai! Domattina alle 6 devi essere in aeroporto per andare a Parigi. E non insistere perché ho bloccato l'ascensore e la porta delle scale. Devi riposare, sarà un lungo viaggio."
Salgo in camera furiosa e mi metto subito a letto.
Perché ho accettato di andare in questa gita?

Stalker? [H.S.] || IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora