23 - Yeosang

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Non potei fare a meno di arrabbiarmi. Arrabbiarmi come poche volte nella vita, con la vena della tempia che pulsava pericolosamente troppo forte. Strinsi i pugni, ero anche pronto a picchiare Mingi se ce ne fosse stato bisogno.

"Perché?" ringhiai, con tono minacciosamente basso. Poi feci qualche passo verso loro due, abbracciati come due fidanzati... Come si permetteva di Mingi di toccare Yaelin? Con quale coraggio lo stava facendo?

Notai che Mingi era a petto nudo, evidentemente spogliato dalla ragazza. La rabbia salì alle stelle, più alta del cielo dove stavamo volando in quel momento. Come avevano osato farlo? Yaelin... Ero convinto che amasse solo ed esclusivamente me. Invece amava Mingi... Non me...

"Non osare intrometterti."

Contrariamente a quanto mi aspettavo, fu proprio Yaelin a parlare, alzandosi dalla coscia di Mingi e rimettendosi adosso la felpa che il ragazzo le aveva probabilmente tolto mentre si limonavano appassionati.

Il pensiero di loro due insieme mi fece ribollire il sangue nelle vene, e i miei pugni chiusi cominciarono a tremare dalla rabbia. Non doveva andare così, Yaelin non doveva toccare ragazzo che non fossi io. E con che cavolo di sicurezza veniva a parlarmi in quel modo, credendo di potermi superare di tono?

"Perché stavi baciando Mingi?" sibilai, avvicinandomi a lei di qualche passo. "Cosa ti è saltato in mente? Una notte a caso, vai da un tuo amico e te lo limoni così, eh? Cosa pensavi di poter fare?" chiesi, e mi trattenni a stento dallo sbatterla contro il muro, dimostrarle che era mia, mia e di nessun altro.

La gelosia mi stava facendo arrabbiare, impazzire, perché Mingi non avrebbe mai potuto essere niente per lei se non un amico. Ma a quanto pareva era più di un amico, e ne avevo appena avuto la prova.

"E perché tu non stavi baciando Shuhua, già che ci siamo?" ribatté lei a denti stretti, e le si leggeva l'invidia che cresceva in lei come una pianta rampicante, tossica e velenosa, che la stava divorando pezzo per pezzo e che la stava facendo diventare un mostro.

A sentir nominare Shuhua, la vista mi si offuscò. Se la mia rabbia fosse stata rappresentata da qualcosa, sarebbe stato sangue. Sangue, sangue e solo sangue, come quello che correva impazzito nelle mie arterie del polso, che si stavano via via ingrandendo.

Feci un altro passo verso di lei. "Cosa c'entra Shuhua, eh?" chiesi, perché non mi vennero in mente altre repliche, ero troppo incazzato per concentrarmi e valutare le parole che mi uscivano di bocca.

Ero un insieme di ossa e carne e organi controllato da un'ira che avrebbe spezzato in due l'universo se richiesto. Non sarei riuscito a trattenermi oltre, se Yaelin non si arrendeva finalmente, lasciando che le dimostrassi chi era meglio tra me e Mingi Song. Ovviamente, ero io migliore, Mingi non avrebbe nemmeno potuto lontanamente superarmi.

E invece l'aveva proprio fatto, limonandosi la mia migliore amica come se niente fosse, mentre ora guardava la scena paralizzato.

"Si vede distante da un miglio che ti piace. Continuavi a provarci con lei" rispose Yaelin, la voce turbata e al contempo fredda. "Capisco che Shuhua è molto bella. Potrebbe essere anche più bella di me."

Cosa cavolo stava dicendo? Io non ci avevo mai provato con Shuhua... Magari l'avevo fatto senza accorgermene, ma non poteva buttare tutta la colpa su di me come se l'avessi fatto intenzionalmente. Non volevo ferire Yaelin, ma non potevo astenermi dal fare complimenti a Shuhua, perché in fondo se li meritava.

"Non è vero," dissi, e l'adrenalina e la rabbia caddero improvvisamente di intensità. Non avrebbe mai potuto essere vero il fatto che Yaelin non fosse bella come la sua migliore amica. Ma sapevo quanto faceva male quando qualcuno diceva bene di un tuo amico, lasciando te in disparte perché troppo concentrati sull'altra persona per notarti.

Ma non volevo scusarmi. Era lei quella che doveva chiedermi scusa almeno per aver baciato Mingi prima di me. Era una ragione stupidissima, ma che mi faceva bruciare d'invidia e che non avrei mai contato come una scemenza, come forse stava pensando Yaelin.

"Non dire mai più una cosa del genere," la avvisai, tentando di venire ancora più vicino a lei. Nel frattempo Mingi si era velocemente abbottonato la maglia, coprendo una volta per tutte i suoi muscoli che aveva lasciato all'aria.

Un pensiero improvviso mi attraversò la mente. Se avessi litigato con entrambi, Mingi e Yaelin, li avrei probabilmente persi come era successo al ragazzo con Yunho, ora pacificamente dormiente. E lì, sarei sprofondato nelle stesse emozioni di quella volta che i due amici avevano litigato, esattamente come avrei fatto in un mare dall'acqua troppo alta.

Avrei perso Mingi, che nonostante tutto era amico mio da due anni, e Yaelin, che ormai potevo considerare migliore amica oltre a Jongho. Non potevo perdere due persone in un colpo solo. Sarebbe stato troppo insensato, ma l'immagine di loro due che si baciavano come se fosse normale mi bruciò nella testa.

Non sapevo più cosa dire, tutto stava perdendo colore e senso, perché avevo già perso Yaelin. Cos'ero io senza di lei? Il paesaggio sembrava grigio e sfocato anche fuori dal finestrino. Non potevamo abbandonarci così. Mormorai qualcosa di incomprensibile alla ragazza, per poi passare a Mingi. Non poteva passarla liscia.

"Tu." dissi, spostandomi verso di lui. Ma fu la mossa sbagliata. Il ragazzo si alzò, torreggiando su di me con la sua altezza. Era più alto di me, mentre io ero più basso. Ma trovai comunque il coraggio, come lui l'aveva trovato, per fare qualcosa di impertinente. "Non toccarla mai più." sussurrai, così che solo lui mi sentisse.

Mingi ridacchiò come se si sentisse superiore, egoista ed egocentrico. "Sennò? Cosa mi farai?" disse con tono fintamente impaurito, che non fece altro che risvegliare il mostro di rabbia in me. Ma sapevo che non dovevo restare al gioco. Dovevo rimanere freddo e impassibile, ma come si faceva a non rispondere ad una provocazione del genere tranquillamente?

"Vedrai," sibilai, con la replica meno piccata che mi venne in mente. Fissavo il ragazzo dritto negli occhi, e finalmente vidi tutti e due, Mingi e Yaelin, per quello che erano: due ragazzi che non sapevano accettare le sconfitte.

Ma io, le sconfitte, sapevo accettarle? No. Se l'avessi accettata, non sarei mai stato qui a minacciare di Mingi di chissà quale vendetta. Sarei passato ad un'altra ragazza senza molte esitazioni. Ma la verità era che volevo Yaelin per me, e non potevo andare da una persona all'altra e trattarle come degli oggetti di poco valore.

Decisi allora di arrendermi, perché non avrei potuto combinare niente contro loro due. "Te ne pentirai," ringhiai in direzione di Mingi, guardandolo malissimo e aspettando che cedesse. Ma quel momento non arrivò mai e mi costrinsi a ritornare dove stavo pacificamente dormendo prima.

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