1 - Yaelin

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17 settembre 2018, Seoul, Corea del Sud.


Ventitré e cinquantotto.

Primo rintocco dell'orologio.

Saltai giù dal letto, incurante della ragazza stesa sull'altro letto vicino al mio. Non avrebbe sentito niente finché era addormentata. Mi fermai sulla soglia della porta, esitante. Se avesse scoperto qualcosa, cosa sarebbe successo?

Lasciai da parte le esitazioni. Non era quello il momento. Ci avrei pensato un'altra volta, quando sarei stata sola una volta per tutte.

Aprii la porta, imprecando a bassa voce quando scricchiolava, e la richiusi dietro di me con esasperata lentezza per evitare di svegliare la ragazza.

Ero al quinto piano di un maledetto collegio, a quasi mezzanotte, immersa nel buio di uno dei tanti corridoi che si diramavano in ogni direzione.

In quel momento, dovevo andare due piani di sotto, dove c'era il dormitorio dei maschi. Uno di loro, Jongho, un mio amico, mi aveva dato una sorta di 'appuntamento' a mezzanotte in biblioteca. Ma non aveva aggiunto altro a riguardo.

Quindi, da lì a un minuto, avrei dovuto essere con lui. Mi prendevo sempre in ritardo su questo genere di cose, infatti non avrei mai raggiunto la biblioteca in centoventi secondi, ma tanto valeva provarci.

Appoggiai una mano al muro di pietra fredda mentre scendevo di corsa le scale. Il legno del pavimento era coperto da uno spesso strato di tappeto rosso fuoco, ma i due colori erano diventati indistinguibili nell'oscurità.

Che reazione avrebbero avuto i ragazzi vedendo una femmina passare per i loro corridoi, quando a malapena si tolleravano a vicenda?

Non lasciai che le domande si affollassero nella mia mente facendomi pentire della mia decisione.

Svoltai in un corridoio vuoto, solo la polvere era di compagnia ai miei passi affrettati e leggeri. Per fortuna ero rimasta in calzini mentre correvo per il collegio.

Guardai l'orologio che tenevo al polso, rallentando il passo. Erano le ventitré e cinquantanove, mi dissi quasi con ansia, mentre giravo la testa a destra e a sinistra per vedere se c'era qualcuno in giro. No, via libera.

Aprii uno dei portoni di quercia della biblioteca con mani tremanti dall'emozione, e me lo richiusi alle spalle il più silenziosamente possibile.

Ovviamente, anche quel luogo non era esentato dal buio totale, come mi accorsi mentre entravo.

Dentro, a quanto pareva, non c'era nessuno. Fu in quel momento che il mio cuore piombò nel panico. Forse mi aveva dato palo? O si era semplicemente dimenticato? Magari...

"Yaelin, eccoti!" sussurrò una voce, spezzando il silenzio opprimente che si era creato intorno a me. Anche se era stato detto a bassa voce, nell'immobilità della notte suonava come un grido a pieni polmoni.

"Jongho!" sussurrai in risposta, sollevata. Allora non mi aveva lasciato da sola.

Il ragazzo era solo una sagoma in ombra, più scura rispetto al resto della stanza, quindi si sarebbe distinto a malapena. Lo vidi avvicinarsi, poi sentii un calore che si diffondeva dal polso in su.

Jongho mi trascinò per il polso attraverso tutta la biblioteca, finché non si fermò davanti una porticina di legno, che, al tocco, sembrava ammuffito.

Il ragazzo non esitò ad aprirla, quindi mi ritrovai a seguirlo contro la mia stessa volontà in un corridoio stretto di cui non conoscevo l'esistenza diretti chissà dove.

Continuavo a guardarmi intorno come se dai muri potesse spuntare una vespa gigante o cose del genere, ero leggermente preoccupata. Dove voleva portarmi?

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