17 - Seonghwa

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"Non è possibile!" esclamò Sunghoon. Era la prima volta che eravamo tutti preoccupati, e le nostre maschere di finzione erano tutte cadute per lasciar spazio ad un'ansia percepibile nell'aria. "Cosa faremo adesso?" aggiunse Sunoo.

Ci guardammo tutti, in attesa di qualche risposta probabile e non impossibile. Se ci avessero scoperto, cosa avremmo fatto? Una valanga di paranoie seccanti mi si rovesciarono addosso. Chi aveva scoperto dei nostri furti?

"Ma... come hanno fatto?" Haechan diede voce ai miei, e forsi anche nostri, pensieri, evidentemente angosciato. Guardai i ragazzi. 

Shotaro sembrava pronto a scoppiare a piangere, Wonbin lo abbracciava leggermente, Changbin sussurrava chissà cosa ad Han che annuiva, Minjae e Jinsik stavano zitti ma lasciavano intravedere qualcosa che avrebbe potuto essere paura. Mi voltai verso Yaelin, troppo in sovrappensiero per notarmi.

"Avrei una soluzione." intervenne Shotaro, rompendo il silenzio e meritandosi quasi una benedizione. "Tu." si rivolse a Yaelin come solo io l'avevo sentito parlare quella notte. Gli altri ragazzi seguivano, sorpresi dall'improvviso sbalzo d'umore del ragazzo. "Sei mai andata al sesto piano?" chiese.

La ragazza annuì, senza mostrare alcun segno di emozioni evidenti. Spostavo lo sguardo da lei a Shotaro, aspettando un colpo di scena come in un film. "Quando è stata l'ultima volta che ci sei andata?" Pensai che sarebbe dovuto essere Sunghoon a fare quel genere di interrogatori, ma non mi lamentai.

Yaelin si fermò un attimo a riflettere, per poi rispondere. "Due giorni fa." Shotaro annuì a sua volta, ma poi fu Sunoo, che, con un'illuminazione, prese la parola. "Hai visto qualcosa? Tu dovresti spiare le persone."

"Sì, vero," replicò lei. "E, comunque, sì. C'era una persona." Aspettò di vedere la nostra reazione. Sgranai gli occhi, davvero scioccato. Chi sapeva come accedere al sesto piano oltre a noi? Una paura si insinuò in me e mi fece rabbrividire. Prima che potessimo chiedere di più, continuò a raccontare. Seguii attentamente...

"Ero da sola. Erano le undici di sera, se non mi sbaglio. Dovevo rubare qualcosa, poi sento dei rumori dalla terza porta." 'La terza porta', ripetei nella mia mente con un leggero sussulto. Quella che permetteva di potenzialmente scappare dalla scuola...

"Beh, c'era casino," continuò a spiegare Yaelin, catturando sempre di più la nostra attenzione. Dovevamo sentire ogni singolo dettaglio, se volevamo scoprire qualcosa. "Ma poi c'era una specie di pila di oggetti, e quella cade." disse, quasi drammaticamente.

Avevamo lo sguardo attento di Sunghoon puntato addosso come un mirino, ma a lei pareva non interessare più di tanto. "E dietro c'era..." l'attesa per le sue parole sembrò rallentare il tempo, un tempo in cui nessuno batté ciglio o osò muoversi dalla sua posizione. I palmi delle mani mi sudavano. "Dietro c'era Hoshi."

Il nome del ragazzo fu come una doccia fredda per tutti noi. Hoshi era uscito dal collegio l'anno prima. Cosa ci faceva ancora lì? "Ma come avrebbe potuto dire che siamo stati noi? Non ci conosce neanche, probabilmente!" obiettò un ragazzo di nome Keeho. "Infatti, nessuno a parte noi sa delle chiavi del sesto piano." gli fece eco il suo amico, Soul.

Il volto di Sunoo si rabbuiò, infatti era sempre stato lui a rubare le chiavi per quel piano proibito. "Sunoo..." tentò Wonbin. "Ti sei fatto scoprire...?" chiese, esitante ma allo stesso tempo preoccupato. Se si fosse fatto scoprire i nostri nomi sarebbero usciti tutti, prima o poi... La paura sembrava divorarmi pezzo per pezzo.

Sunoo alzò lo sguardo e fulminò Wonbin, che immediatamente si affrettò a ritornare a consolare Shotaro senza dire una parola. Poi Sunoo parlò, con lo stesso tono di sempre ma con una nota d'ansia. "Impossibile. Non c'è mai nessuno a quell'ora."

Tutti guardammo Yaelin a quel punto, un silenzioso invito a continuare la sua storia. Lei, fortunatamente, capì e riprese a parlare. "Quindi Hoshi si gira, mi vede, e comincia a parlare." Si fermò un attimo per riprendere fiato.

"Mi ha chiesto cosa ci facevo lì, poi mi ha detto che era venuto a rivedere la scuola." Ridacchiò. "Non ci credo, e nessuno qui ci crede, vero? Beh, poi mi dice che da quanto si ricorda lui, al sesto piano molte cose erano sparite," continuò.

Tutti la fissavamo in attesa di una continuazione, ma ci disse che la conversazione era finita lì perché Hoshi non l'aveva riconosciuta e lei era scappata prendendo la prima cosa che le era capitata sotto mano. La discrezione lo imponeva, e la discrezione era una delle leggi fondamentali delle nostre riunioni.

"Perché è venuto? Perché era lì ieri notte?" chiese Jongho, guardandoci tutti, uno ad uno. "Non è che era con noi prima che uscisse?"

Sunghoon prese la parola. "So cosa intendi, Jongho, ma lui non ha mai avuto a che fare con noi. Giuro." Aspettò un attimo. Per ora aveva sciolto solo un dubbio: se Hoshi ci conosceva. La risposta era: no. "A meno che non era amico di qualcuno," sospettò. "Ma in quello non mi metto in mezzo." aggiunse.

Seguì un altro silenzio, e stavolta nessuno venne in nostro aiuto per romperlo. Mi misi a riflettere: se Hoshi era uscito l'anno prima, avrebbe dovuto conoscere almeno l'esistenza del sesto piano, ma non il modo per accederci. Com'è che era stato lì, dopo un anno, nell'unico piano la cui porta era blindata?

"È chiaro che non siamo soli," mormorò Yaelin sottovoce, ma nel silenzio sembrò che avesse appena gridato. Infatti ci voltammo tutti verso di lei. Cosa intendeva con il fatto che non fossimo soli?

Quando si accorse di tutti i nostri occhi puntati su di lei, ventotto sguardi attenti che la fissavano, si imbarazzò leggermente e si sistemò, sedendosi a gambe incrociate e raddrizzando la schiena. "Scusate, ho pensato ad alta voce," disse, agitando la mano.

"Aspetta, in che senso non siamo soli?" chiese Changbin, che sembrava sinceramente interessato al pensiero che Yaelin aveva espresso senza accorgersene. Magari avrebbe potuto fornirci una spiegazione. Mi ritrovai a ringraziare la ragazza nella mia mente, che aveva sempre l'intuizione giusta.

Yaelin deglutì prima di spiegarsi meglio. "Nel senso... non credo che siamo gli unici a fare questo genere di cose, magari ci sono altri ragazzi che sanno rubare o addirittura scassinare, come noi. Quindi potrebbero essere dei potenziali rivali."

Alcuni ragazzi annuirono, d'accordo. "Sunghoon sapeva che si sarebbe ritornata utile," sentii Keeho che lo sussurrava a Soul, che guardò prima il ragazzo poi Yaelin. Mi sentii abbastanza fiero di me ad averla come amica.

Sunghoon la guardò soddisfatto, alzando un sopracciglio. Poi fece un sorrisetto. "Grazie. Adesso ho un altro compito da darti," disse con fare allettante. "È rischioso. Ma ne vale la pena. Nessuno a parte noi e questi fantomatici ragazzi sanno del sesto piano."

Era vero, perché nemmeno i prof ci mettevano piede dentro, temendo chissà che punizione da parte del preside. Ma noi, se non ci scoprivano, eravamo al sicuro nei sotterranei della biblioteca.

"Ogni notte, o almeno ogni riunone, ti metterai di guardia al sesto piano con Shotaro e Keeho. Capito?" disse. Poi giustificò la sua scelta apparentemente autorevole. "Conosco i potenziali di loro due. Fidati di me."

Sgranai gli occhi. Quel compito era molto pericoloso, infatti se fossero stati scoperti, sarebbero stati obbligati a raccontare tutto, a dire tutti i ragazzi che partecipavano alle riunioni notturne, e per noi non ci sarebbe stato scampo.

Ma Yaelin, Shotaro e Keeho annuirono, conservando un'espressione seria.

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