5 - Yaelin

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Quelle ragazzine le conoscevo anch'io di vista e mi dispiaceva sinceramente per Seonghwa, dato che aveva dovuto sopportarle per tutti e due gli anni interi.

Una di loro sbuffò, accrescendo la mia voglia matta di cavarle la bocca, anche se sapevo che non si poteva. Mi guardò come se fossi una macchia da pulire. "E lui è il tuo ragazzo, per caso? Non mi pare."

"No, non è il mio ragazzo, ma almeno mi considera mentalmente stabile" ribattei con il primo insulto che mi venne in mente, troppo arrabbiata per calibrare le parole che mi uscivano di bocca qualche millisecondo dopo le altre ragazzine.

"Cosa intendi?!" esclamò quella che mi aveva parlato, Kelli. Aveva un'espressione da schiaffi, e si atteggiava come se si aspettasse che mi inchinassi per quello che avevo detto.

"Intendo dire che," risposi, cercando di mantenere il tono il più distaccato possibile, "non sono una puttanella ambulante come voi."

"COSA?!" gridò allora lei, sfiorando i limiti della mia pazienza. Le persone che mi conoscevano sapevano che non ero esattamente una ragazza paziente.

"Mi hai sentita, tu..." non aggiunsi altro, poiché una sfilza di insulti molto più acidi di 'meticcia' si erano radunati sulla punta della mia lingua.

"Io cosa?!" gridò la ragazzina, credendo di potermi superare di tono. Non le avevo ancora gridato contro perché eravamo in pubblico.

Ma con quello, raggiunse il limite. La sua voce da ochetta stonata mi fece accapponare la pelle dal disgusto, e mi accecò dalla rabbia, sempre più insistente.

La presi per la camicia dell'uniforme, avvicinandola talmente tanto al mio volto che potevo vedere i suoi occhi che tremavano.

"Non fai più la coraggiosa, eh?" chiesi, con un sorrisetto canzonatorio che si faceva strada sulle mie labbra. Ora la ragazzina era percorsa da brividi di paura.

Non rispose, lasciandomi fare tutto quello che volevo, la sua presunzione e autostima ora svanite nel vuoto come sabbia che cadeva nell'acqua.

"Se ci provi un'altra volta, ti spacco il naso. E lo faccio per davvero" la minacciai, portando il mio viso più vicino al suo, tutto truccato come una bambola falsa. Esattamente quello che era.

La lasciai andare, e lei si affrettò ad andarsene velocemente con la sua amichetta di merda come lei.

Nel frattempo, Seonghwa sorrideva soddisfatto. Non notai i passi che si avvicinavano progressivamente verso di noi, di conseguenza sussultai solo leggermente quando mi sentii un dito sulla spalla.

Mi voltai, e mi ritrovai faccia a faccia con Sunghoon, Sunoo e Han che passavano di lì casualmente, come sostenevano. Era la prima volta che il volto di Sunoo non era perfettamente impassibile, pure Sunghoon qualche volta aveva lasciato intravedere alcune emozioni.

"Le hai zittite, quelle puttanelle, complimenti," si congratulò con me come se avessi appena steso Changbin o cose del genere.

"È stato facile. Si spaventano con poco," ribattei, e la mia voce suonò come una negazione del complimento che mi aveva fatto. In fondo, era semplice mettere paura a delle ragazzine del secondo anno.

"Voglio vedere se vengono da voi," disse Han ad un certo punto, "così per godermi la scena di te che gli spacchi la faccia!" si rivolse a me con un sorriso.

Ero soddisfatta di me stessa, per una volta. E stavolta per davvero.


Se quello era stato un bel giorno e credevo che non ci potesse essere stato di meglio, beh, mi sbagliavo.

EVERYTHINGWhere stories live. Discover now