22 - Yaelin

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Mi persi a fissare gli occhi di Mingi, che, senza occhiali, sembravano ancora più belli. Guardavo tutte le sfumature di marrone scuro, chiaro, il nero delle sue pupille, dello stesso colore del buio intorno a noi...

"Dovresti sederti, no?" disse, lanciando una fugace occhiata verso la sua coscia. Feci finta di non vedere. Non volevo sedermi sopra di lui, ma dopo quello che aveva fatto Yeosang, non volevo far altro che ingelosirlo finché non si sarebbe avvelenato dall'interno.

"Ma c'è Yunho..." protestai debolmente, sussurrando per non farmi sentire e di conseguenza svegliare le altre persone.

Mingi sorrise e ridacchiò, guardandomi come se mi stesse sfidando. Il suo sorriso divenne storto e mi fece l'occhiolino, poi appoggiò una mano sulla sua coscia. "Lo so." 

Stavolta non potevo ignorare quel segno. Mi avrebbe considerato abbastanza stupida e sarebbe certamente rimasto deluso. Non che io mi stessi lamentando del fatto che mi avesse appena lasciata sedermi sopra le sue ginocchia.

Mi alzai lentamente, un po' esitante, ma non feci in tempo a riflettere che le dita di Mingi si strinsero attorno alla mia vita, poi mi tirò verso di lui, finalmente sedendomi sulla sua coscia come aveva tanto voluto.

Fu un attimo, e le mie guance, nascoste, diventarono più rosse delle righe del pigiama di Yunho, beatamente addormentato lì accanto.

Non capivo perché Mingi lo stesse facendo, dopotutto l'unico momento che poteva essere definito "intimo" tra noi era stato quando era venuto quella sera in camera mia a parlare di Yunho. Mi aveva guardata con occhi quasi adoranti mentre ripercorreva l'amicizia tra loro due, ma non ci avevo fatto molto caso.

Ecco, quegli occhi erano ritornati, ma riempiti da un desiderio, un desiderio pericoloso, impossibile e insensato. Ma quello era esattamente l'amore: un sentimento confuso e senza senso.

La mia schiena raggiunse il suo petto, le sue mani raggiunsero i miei fianchi, i suoi occhi raggiunsero le mie labbra.

"Non ti meriti Yeosang," sussurrò nel buio, la sua bocca talmente vicina al mio orecchio che mi fece sussultare. Ma le sue mani, preventorie, si spostarono su fino alle mie guance, per poi tenerle ferme e girare la mia testa e tutto il mio corpo verso di lui.

Mi tirò più vicina a lui, in modo che avesse una coscia in mezzo alle mie gambe. Ci passò una mano sopra, accarezzando gentilmente la mia coscia, spostando la mano un po' più sopra di dove sarebbe dovuta essere... Rabbrividii.

Forse quello che aveva detto era anche vero, forse non mi meritavo Yeosang...

Mingi si avvicinò ancora di più a me, muovendo il pollice dalla mia guancia al mio labbro, accarezzandolo gentilmente. Solo il suo dito poteva farmi capire quanto mi voleva, quando desiderio si stava portando dentro, quanto sapevamo entrambi perfettamente cosa stava per succedere.

Le mie labbra si aprirono leggermente quando ci passò il pollice tremante sopra, portandomi sempre più e troppo vicina a lui, al suo corpo...

Capii e decisi di fare la mia parte. Appoggiai la mia mano sul suo petto, all'altezza del suo cuore, per sentirlo che batteva sempre più forte, quasi volesse esplodere sotto la mia mano fredda, scaldata solo da Mingi.

Il ragazzo tolse una mano dal mio viso, avvicinandosi, così che le punte dei nostri nasi si sfiorassero. Mise una mano sulla mia coscia, strizzandola leggermente quando ci appoggiò la mano sopra, quasi possessivamente.

Mi disse un'ultima cosa all'orecchio, così vicina da sembrare gridata. "Meriti di meglio. E io sono qui per dimostrartelo."

Un pozzo di domande si aprì sotto i miei piedi. Piacevo a Mingi? Lui mi piaceva? C'era qualcosa tra di noi che tra me e Yeosang non ci sarebbe potuto mai essere? Magari era pure vero. Forse Mingi ci teneva più a me che a Shuhua. Forse ci teneva più alla mia felicità che a quella di qualcuno che non conosceva...

Lanciai una veloce occhiata alla ragazza stesa dietro di me, completamente ignorante di tutti i miei pensieri su di lei. Poi mi voltai verso Yeosang, e un sentimento che poteva essere gelosia mi salì nelle vene e mi fece stringere la maglia di Mingi in un pugno.

Lui se ne accorse e mise un dito sotto il mio mento, facendomi voltare verso di lui. "Non preoccuparti di loro. Loro... non si interessano di te come lo faccio io. Per loro sei solo un 'personaggio secondario', ecco" mi rassicurò.

Ma mi sa che fece l'effetto opposto. Mi sentii un'inutilità, proprio come i miei genitori mi avevano sempre detto. Io non avevo mai saputo se dovevo ascoltarli oppure no, quindi avevo sempre ignorato i loro commenti cattivi su di me. Ma forse avevano ragione. "Mingi, io volevo che Yeosang..." cominciai a dire.

Lui appoggiò l'indice della sua mano sulle mie labbra, zittendomi immediatamente. La sua espressione si era rabbuiata nel sentir nominare Yeosang. "Tu volevi, ma le cose non sono andate così. Yeosang non ti merita," ripeté.

Finalmente, chiuse la distanza tra noi due e sprofondammo in un bacio appassionato e aggressivo, mentre Mingi mi prendeva tra le braccia misi un po' più di peso sopra il suo corpo, abbracciandolo e baciandolo come se fosse il mio fidanzato.

"Yaelin, io ti amo, l'hai capito?" disse nel bel mezzo del bacio, sputando le parole dritte sulle mie labbra. Anch'io lo amavo. Stavo amando tutto quello, persa nel bacio più bello e sentito della mia vita da quasi diciottenne.

"Anch'io," mormorai, prima di avvicinarmi e baciarlo una, due, tre volte ancora. 

Mingi aveva già capito, mi prese tra le braccia di nuovo e mi tenne stretta a sé, come prova che non avrebbe mai voluto lasciarmi andare, nemmeno io volevo staccarmi da lui, volevo fondermi con il suo corpo e riscaldarmi.

Tutto d'un tratto, Mingi cominciò a slacciare la mia felpa, rabbrividii di freddo stavolta ma lui mi prese per mano, come per rassicurarmi che lui non fosse un maniaco possessivo. Appoggiò una mano sulla mia vita e cominciò ad accarezzarla su e giù, poi mormorò. "Madonna."

Sapevo benissimo che si riferiva al fatto che ero molto magra e questo significava che, secondo lui, aveva a disposizione un corpo migliore di quello di Shuhua, più sensuale e più bello... in tutto.

In risposta, gli presi il colletto del pigiama e cominciai a slacciarne un paio di bottoni, lasciandolo poi quasi a petto nudo. La mia mano si spostò sempre più giù, fino ai suoi addominali, l'altra mano che stringeva i suoi bicipiti.

Mingi prese la mia vita con entrambe le mani e mi baciò sulla fronte, un movimento semplice ma rassicurante per me.

Poi, in quel momento così bello, così perfetto, sentii una voce orrendamente familiare che non avrei mai voluto sentire in quel momento.

"Yaelin? Mingi?"

Era Yeosang.

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