21 - Yaelin

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In quel momento eravamo i ragazzi più felici della storia, del mondo se non dell'universo intero. Tutti, a parte i poveri Seonghwa e Hongjoong, che ci guardavano quasi offesi dal ciglio della strada.

Ci avevano detto che, il 27 settembre (cioè oggi) saremmo andati una settimana a Venezia, letteralmente dall'altra parte del mondo, con le classi del terzo anno, della terza C e la terza D.

Invece, per le seconde, ci sarebbe andata solo la C, dove c'eravamo io e Jongho e altre persone, simpatiche o antipatiche che fossero.

Io e Jongho non eravamo felici per la gita in sé, tanto a Venezia non c'erano musei che ci avrebbero fatto visitare o altre cose noiose del genere, ma perché, in C o in D, c'erano Yunho, Yeosang, San, Mingi e Wooyoung, il che significava: sarebbero venuti anche loro con noi.

Gli unici esclusi erano appunto Seonghwa e Joong, che si erano offerti di accompagnarci almeno fino all'areoporto di Seoul. Nel frattempo ci stavano osservando che ridevamo e scherzavamo, come una vendetta di quella volta che, l'anno prima, loro erano stati a Pechino per una settimana.

San li vide e gli mandò un bacio con la mano, che fece stare meglio entrambi i ragazzi, che cominciarono ad avvicinarsi a noi.

"È stata la gita migliore del triennio!" esclamò Hongjoong. "Con chi andate?" chiese dopo, ancora immerso nei ricordi della gita che aveva fatto lui, assieme a Seoghwa: i due ragazzi erano in classe insieme.

"Con quella di inglese e quello di religione," rispose Wooyoung, che lanciava veloci occhiate ai due prof come per prenderli in giro. Infatti quei due non erano famosi nella scuola per delle belle ragioni, ma per noi studenti erano i migliori: erano leggermente ritardati.

Anche più di leggermente.

Ci lasciavano fare quello che volevamo, soprattutto quello di religione. Nelle sue ore si faceva tutto tranne che quello.

"Ah, bene per voi!!" replicò Seonghwa. "Alla fine le gite sono sempre con gli stessi prof. Quelle in aereo, almeno," specificò poi. Infatti anche loro con la loro classe erano stati in una città diversa, Pechino, ma con gli stessi prof.

"Beh, potrete fare quello che volete. Le camere le scelgono loro, ma non sono divise per età." spiegò Joong. Poi aggiunse: "E io mi sono ritrovato con un bambino di prima! Che fastidio!" Tutti si misero a ridere alla sua espressione drammatica.

"Poi, vi lasceranno vagare per la città quanto vi pare. Mi sembra che potete stare fuori fino alle sette e mezza, dopo cenate," aggiunse dopo Seonghwa, e sembrò immergersi nei pensieri come in una sauna.


"Mi siedo io vicino a te!" esclamò una ragazza, tutta eccitata. I ragazzi si erano seduti ognuno accanto ai loro rispettivi migliori amici, e, dato che eravamo dispari, io ero rimasta da sola in mezzo al corridoio.

Riconobbi la ragazza: lunghi capelli neri e lisci, occhi piccoli e neri come il carbone, pelle leggermente pallida e labbra rosee. Shuhua Yeh, una delle mie amiche delle elementari e dei primi anni delle medie.

Subito sorrisi e mi sedetti nel posto vicino al finestrino, poi Shuhua, con il suo piccolo sorriso, si sedette a sua volta.

Andavamo benissimo insieme. Eravamo due maschiacci, fin dalle elementari in mezzo ai ragazzi a giocare a calcio con loro, ed eravamo, alle medie, le ragazze più popolari proprio per il nostro atteggiamento. Almeno finché lei non si era trasferita in Taiwan, dov'era nata.

"Yaelin, sai che in Taiwan c'era un tizio che tentava di rimorchiare?" cominciò subito a raccontare Shuhua, parlando come se mi stesse dicendo di aver ucciso una mosca. "Ma era un cesso e l'ho rifiutato."

Subito scoppiai a ridere. Solo Shuhua poteva fare una cosa del genere senza pentimento. "Beh, a me è successo di peggio: devo convivere con otto maschi!" esclamai, come se gli Ateez fossero stati una catastrofe.

"Ti abbiamo sentita," disse una voce dietro di me, toccando la mia spalla con un dito. Mi girai e ritrovai il volto di Wooyoung che mi fissava. "Sei cattiva. Dobbiamo ridarti indietro," aggiunse scherzando, prima che San gli mettesse le braccia al collo e lo tirò verso di lui.

Quindi ritornai a Shuhua e ai nostri discorsi, e ridevamo talmente tanto che San qualche volta doveva interromperci perché il suo caro neonato, Wooyoung (che lui diceva essere Choi) Jung, doveva dormire.


Era la terza ora di viaggio e mi ero già annoiata, in aereo non c'era niente da fare e Shuhua aveva esaurito tutti i suoi ricordi taiwanesi. "Uffa! Abbiamo ancora nove ore!" si lamentò, imbronciandosi come una bambina a cui erano state negate delle caramelle.

"E pensa a me, che devo passarle tutte con te!" risposi ridacchiando, contenta di averla offesa almeno un po', infatti lei si girò verso di me e sgranò gli occhi esageratamente, portandosi una mano al petto e fingendo di svenire.


Era notte fonda ma non riuscivo comunque a dormire. Contavo i ragazzi della mia classe: io, Shuhua che era arrivata quest'anno, Felix, Lia, Jongho, Karina, Giselle, Jeno, Yeji, Haechan, Soobin, Seungmin, Hyunjin, Chaewon, Julie, Yoshi, Han, Shotaro, infine Yiren.

Cominciai a dondolare una gamba, fissando il mio piede come se fosse stato un capolavoro di Picasso, anche se poco vedevo nel buio. Cominciai a pensare a tutte le cose che Shuhua mi aveva raccontato, ma anche un'altra cosa.

Ogni volta che Yeosang si girava verso di lei, Shuhua si metteva a ridacchiare come impazzita, per poi far ricadere la sua attenzione su di me e mormorare qualcosa come 'Wow' o altre esclamazioni del genere.

Tutte le volte che accadeva quella scena, il sangue mi ribolliva nelle vene, soprattutto per l'espressione deficiente che Yeosang aveva quando Shuhua lo guardava. E per quello le vene mi pulsavano e facevo di tutto per non guardarle, anche perché a vederle mi veniva l'ansia.

Adesso la ragazza dormiva pacificamente, dato che non sapeva tutti i pensieri che stavo avendo in quel momento e non glieli avrei mai fatti scoprire. Mai. Ne andava della mia gelosia e invidia, più alte del cielo dove stavamo volando.

"Neanche tu riesci a dormire?"

Una voce dall'alto mi fece sussultare, ma non la riconobbi subito. Quando capii a chi apparteneva, cominciai a chiedermi se San avesse cambiato voce improvvisamente o se Mingi aveva scambiato posto con lui.

Mi voltai. Infatti Mingi ora era al posto dell'altro ragazzo, con Yunho che dormiva profondamente accanto a lui.





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