10 - Seonghwa

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La gelosia per Yeosang e Yaelin insieme aveva colto di sorpresa anche me.

Yaelin non era più di un'amica. Ma forse era proprio questo il problema... Il fatto che era un'amica mia, e una conoscente per Yeosang.

Non era giusto, come mi ritrovai a pensare dopo averli visti insieme. Certo che erano proprio una bella coppia, affiatati come pochi... quasi li invidiavo...

Ma a me non interessa di Yaelin nel senso d'amore. E lei mi pare una tipa che non si sia fatta chissà che illusioni su di me. Mi tratta come un amico. Punto.

Quanto mi odiavo per aver fatto quei pensieri su Yeosang. Mi sentivo un idiota enorme... Sospirai, la mia mente più vuota del resto dell'universo disabitato.

"Non possiamo farci niente per lui, Yunho è troppo..." cominciò a dire qualcuno, facendomi voltare. Hongjoong parlava con il resto dei ragazzi, credendo che tutti stessero ascoltando, ma in realtà ero l'unico distratto.

Infatti non stavo ascoltando. Capii dopo un po' di istanti che il discorso era incentrato su Yunho, sparito in capo al mondo, e su delle cose che stava facendo.

Nonostante la mia grandissima intuizione non riuscivo a capire la metà del discorso, anche se gli altri annuivano, d'accordo.

D'accordo su cosa? Tentai di recuperare un po' di informazioni seguendo il discorso, che si faceva sempre più animato. I ragazzi erano troppo veloci a parlare, per me era tutto un insieme di parole incomprensibili.

Li guardavo come se stessi cercando di tradurre quello che dicevano in una lingua a me comprensibile.

"Nasconde troppo. Non si fida." Bastarono quelle parole a riscuotermi dal mio torpore e capire finalmente cosa stava succedendo, come se avessi acceso una lampadina.

Jongho incrociò le braccia, non troppo convinto. "Ma non possiamo farlo. È nostro amico," obiettò, ma la sua critica si fece debole allo sguardo che gli lanciò Mingi.

Fu lui a parlare. "Lo sappiamo. Ed è per questo che lo stiamo facendo, Jongho," tentò di chiarire, ma quello che disse non fece altro che far dubitare ancora di più il ragazzo.

"Sì, e dirgli contro perché nasconde le emozioni è da amici?" chiese, sciogliendo i miei dubbi ma non il nodo che mi si era creato in gola. "In che senso dirgli contro?" balbettai, troppo scioccato per accorgermi degli sguardi di alcuni dei ragazzi.

"Mingi," disse Wooyoung, in un tono stranamente piatto per la sua solita ed euforica allegria. Solo da quello avrei capito che qualcosa non andava.

Mingi deglutì, lo sguardo preoccupato ma al contempo sicuro. "Nel senso che," cominciò, rivolgendomi un'occhiata più fredda del ghiaccio, "Yunho non può continuare così. Ma lui continuerà a nascondersi se nessuno glielo fa notare."

Mi dispiaceva dirlo, ma Mingi aveva ragione. Quanto mi odiavo per essere così sadico nei confronti di Yunho, senza cuore. In fondo, Mingi era il suo migliore amico. Migliore amico. Le sue parole mi risuonarono in testa...

Un pensiero, veloce, immediato. 'È un falso.' Non se ne andò nemmeno quando Jongho e Yeosang tentarono di far ragionare il ragazzo.

"Non possiamo fare così, Mingi, non ha senso," provò a dirgli Yeosang, addolcendo la voce in certi passaggi per evitare che l'altro si arrabbiasse.

"Infatti. Mingi, è il tuo migliore amico."

Le parole di Jongho sembrarono avere effetto su di lui. Mingi abbandonò la sua compostezza e freddezza, come se si fosse appena reso conto del suo errore. "S-sì," sussurrò.

Non sapevo cosa pensare. Magari la sua espressione avrebbe potuto farmi arrabbiare fino a farmi accecare dall'ira. Magari non avrebbe fatto niente, lasciandomi in preda al mio cinismo. Oppure avrei provato pena sia per Mingi sia Yunho.


"No! Yunho! Per favore..." esclamò qualcuno, con voce evidentemente tremante, preso dal panico. Oh, no, no, no. Mingi. Mingi, cos'hai fatto? Mingi, perché l'hai fatto?

"Non capisci? Io non posso fidarmi di te!" gridò Yunho. Mi congelai. Non avevo mai sentito il ragazzo che gridava così. Mai. Doveva essere proprio arrabbiato.

Decisi di alzarmi dal letto. Mi affacciai alla porta del corridoio. Mingi e Yunho erano al centro della scena, entrambi in lacrime. Ma il primo era debole in confronto alla tristezza arrabbiata di Yunho, che stava per scoppiare a piangere in preda alla disperazione da rabbia.

"Yunho, cosa dici...?" tentò Mingi, avvicinandosi all'amico, cercando di mantenere un tono il meno lacrimante possibile. Fece per prendergli un braccio.

"Non toccarmi!" esclamò Yunho, spingendo via Mingi con forza che nessuno si aspettava avesse. Mingi era più forte di lui, ma si sottomise alla rabbia di Yunho. "Sei solo un falso! Levati e non farti più vedere!" urlò lui, a trenta centimetri dal viso di Mingi.

Lui arretrò di un passo. Le ginocchia gli tremavano. Chissà quanto tempo era passato da prima che la situazione degenerasse in questo... chissà quanti insulti che Yunho aveva rivolto a Mingi. Il suo migliore amico.

Yunho prese l'altro ragazzo per la maglia e lo avvicinò a lui, i suoi occhi splendevano di lacrime di rabbia. "Brutto stronzo. Me l'avevano detto. Ma io sono stato talmente stupido da ignorare le persone che mi dicevano male di te solo per fidarmi di uno stronzo." Sottolineò con disprezzo l'ultima parola come a ferire Mingi. E ci riuscì pure.

"Yunho... io ti voglio bene... per favore, fidati..." implorò l'altro ragazzo, prendendo il braccio del suo amico. La sua voce era carica di lacrime.

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