8 - Yeosang

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Yeosang, so che ti piacerebbe ballare in coppia con qualcuno," disse Hongjoong alle mie spalle.

"Dipende."

"Bene, allora lo farai con lei," continuò lui, come se gli avessi appena risposto di sì. Sgranai gli occhi e mi voltai per guardarlo in faccia, convinto di aver sentito male. Avevo le illusioni auditive, per caso? Ne dubitavo.

"Scusa?" inarcai un sopracciglio, in un'espressione quasi disgustata, anche se non intendevo farlo. Guardai Joong. Sudato come me, aveva però lo stesso portamento sicuro di chi sapeva già tutto.

"Mi hai sentito," rispose con infinita pazienza. Sembrava un padre con un bambino che si lamentava di tutto. E quel bambino avrei dovuto essere io?

Mi costrinsi ad annuire.

Non perché non mi sarebbe piaciuto ballare con Yaelin. Ma perché le sarebbe sembrato un po' sospetto da parte mia, dopo la sera prima. Doveva sembrare strano.

Non sapevo cosa fare. Hongjoong si spostò e si sedette per terra, ammirandosi nello specchio della palestra. Ecco, adesso eravamo solo noi due al centro di tutti.

Ero paralizzato, non sapevo cosa fare. Non avevo mai ballato con una ragazza prima d'allora. Avrei fatto una figuraccia sicura, come minimo...

Nessuno si mosse, solo i petti si alzavano e abbassavano quasi in contemporanea. Gli unici rumori erano i nostri respiri, i respiri di tutti e nove...

Nessuna parola. Nessun movimento. Niente di niente... volevo che la Terra si aprisse per risucchiarmi dentro, almeno così mi toglieva del centro della scena.

Mi sentivo gli sguardi dei ragazzi puntati addosso come quattordici mirini... 'Sparatemi, allora...'

Yunho e Mingi cominciarono a sussurrare tra di loro, seguiti poi da Seonghwa. Il mio imbarazzo crebbe a dismisura, non potevo nascondere le mie guance rosse.

"Possiamo ricominciare," dichiarò Joong con tono autorevole, alzandosi dalla sua posizione, imitato da tutti gli altri. Cosa avrei dovuto fare adesso? Il mio cuore andò in panico. Batteva come se stessi lentamente impazzendo, un'agonia insopportabile.

Se solo l'attesa provocava questo in me, non osavo immaginare cosa mi avrebbe fatto effettivamente ballare con Yaelin. Yaelin Bang. Il suo nome mi risuonò in testa per un attimo.

Ora o mai più.


Non ero più rigido.

I nostri corpi si muovevano fluidamente, uno contro l'altro, tutte le tracce d'imbarazzo improvvisamente scomparse.

Anche se i ragazzi erano lì dietro di noi che ci fissavano eccitati, non mi sentivo affatto un manichino di legno, come mi sentivo un po' prima.

Le tenni la mano, le nostre dita si intrecciavano.

Eravamo perfetti insieme. C'era una sorta d'alchimia fra noi due che mi faceva sentire progressivamente meglio. Niente più ripensamenti. Niente più vergogna.

Aspettai a diventare audace. Non volevo diventare invasivo, e non volevo nemmeno spingermi troppo oltre, rovinando la bella situazione di conseguenza.

I nostri due corpi erano caldi, riscaldati l'uno dall'altro.

Il calore aumentava lentamente, ma aumentava. Il tempo scorreva, lento come una goccia di pioggia su una finestra, ma scorreva. Tutto quello era la perfezione.

(Sorry è corto)

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