6 - Seonghwa

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"Seonghwa, la conosci?" chiese Hongjoong.

Io, lui, Wooyoung e San eravamo gli unici ancora svegli a quell'ora, erano quasi le undici di notte, tutti gli altri erano a letto o, almeno, lo fingevano.

"Sì, perché?"

"Così," ribatté Hongjoong, distogliendo lo sguardo per guardare San e Wooyoung, che sussurravano tra di loro come se fossero da soli, fregandosene completamente di quello che stavamo dicendo noi.

Qualche volta, li invidiavo per la loro amicizia. Sentivo che era come qualcosa che non avrei mai potuto sperimentare, qualcosa che era troppo lontano dalla mia portata.

Joong poi li distrasse, parlando di Yaelin anche a loro, facendogli una domanda dopo l'altra, come un interrogatorio sotto copertura.

"Boh, io non so cosa pensare su di lei..." ammise San, appoggiando la guancia alla mano chiusa a pugno. Ci guardò uno alla volta e poi parlò di nuovo. "Potrebbe non essere male. Ho sentito da qualcuno che fa cose poco...giuste, se posso dire così. E, Seonghwa, to lo sai perfettamente" si rivolse a me.

"Sì, non serve che fai il misterioso," scherzai con un sorrisetto.

"Ho un dubbio," si intromise Wooyoung, rimasto disteso sul tavolo della cucina per tutta la durata della conversazione. "Abbiamo un mese e una settimana prima di debuttare," ci ricordò.

"Sì, e quindi? Dubiti che sia più brava di te, Wony? O hai paura che non sia abbastanza brava?" chiese San, rivolgendosi al suo migliore amico con tono di sfida.

"No, non intendevo questo!" esclamò Wooyoung, abbastanza rumorosamente per svegliare tutti. "Dico solo che non ha molto tempo per allenarsi."

Ci guardammo. Sapevamo tutti e quattro che Wooyoung aveva ragione, in fondo noi ci avevamo messo quasi tre mesi a preparare il nostro debutto...

"Fidatevi di lei," dissi ad un certo punto, quando il silenzio sembrava non voler cessare più. Sinceramente, anch'io avevo qualche dubbio su questa improvvisa decisione, ma mi convinsi come avevo fatto con gli altri ragazzi.


Era una mattina presto normale, solo pochi di noi erano già svegli. Tra tutti, io, Jongho, Yeosang e Yunho.

Eravamo tranquilli e silenziosi per evitare di svegliare gli altri, e parlavamo sussurrando.

Ma non tutti e quattro. Solo Jongho era in perfetto silenzio. Aveva gli occhi spenti di chi aveva passato una notte in bianco, cerchiati da delle leggere occhiaie viola, ed era pallido come un cadavere. Qualche volta, si ritrovava a tremare di freddo.

Eppure ci aveva detto che stava bene, che era tutto a posto, e che non sarebbe successo niente di male. Ma già sapevamo che mentiva. E da un po'.

Cadde un silenzio innaturale, nessuno parlava più. Mi sembrò che stessimo trattenendo il respiro, e quell'immobilità era solo un presagio di qualcosa imminente.

E, infatti, Jongho scelse quel momento per crollare davanti a noi.

Ci paralizzammo. Quasi nessuno, da quando ci eravamo conosciuti, aveva visto uno di noi piangere. Nessuno sapeva cosa fare, mentre il ragazzo si distese sul tavolo e lasciò che le lacrime uscissero silenziosamente.

Mi alzai, presi il suo polso e strinsi Jongho con tutta la forza che avevo in corpo. Era l'unica cosa che potevo fare, non trovavo altre soluzioni.

Poi, Yeosang si alzò e prese il suo migliore amico tra le sue braccia, in un gesto consolatorio.

Jongho alzò lo sguardo e tirò su col naso, giusto in tempo per vedere un sorrisetto malizioso che si faceva strada sulle labbra di Yeosang.

Con una manica, lui asciugò le lacrime del suo amico e gli sorrise a trentadue denti dritto in faccia, ma quello non aiutò, perché Jongho si comportava come se gli avesse appena sputato in bocca.

Ma il piano di Yeosang era un altro. Avvicinò il suo viso a quello dell'amico, mentre io e Yunho assistevamo alla scena senza dire una parola.

Fu a quel punto che Yeosang, con tanto di sguardi scioccati da parte mia, cominciò a fare il solletico e a mordere il collo di Jongho, con espressione sempre più maliziosa.

All'inizio, non sembrò sortire nessun effetto, fin quando il ragazzo, ormai esausto di trattenersi, cominciò a ridere sguaiatamente, pregando aiuto e pietà.

"Ti prego Yeosang! Basta!" gridò prima di avere un altro attacco di risate, e ormai le lacrime che gli scendevano lungo le guance erano dal ridere e non dalla tristezza.

Ma il suo amico, al contrario di quanto gli urlava Jongho, continuava imperterrito a fargli il solletico, con un sorriso spietato ma al contempo divertito.

"Povero piccolino," ribatté, "quanto ti voglio bene quando fai così" riprese, facendo sorridere ancora di più Jongho che si lanciò sopra di lui e lo stese a terra, tramando vendetta contro di lui.

Quella scena mi sciolse il cuore dalla tenerezza. Yeosang non aveva un modo 'normale' di consolare le persone, e quella era la dimostrazione, ma andava tutto bene finché Jongho sarebbe stato felice di nuovo.

"Che succede qui?" Mingi si affacciò alla porta sbadigliando, infastidito da tutto il casino che proveniva dalla cucina. Ma, dopo aver visto cosa succedeva, sorrise e guardò Jongho mentre cercava inutilmente di picchiare Yeosang, tutta la tristezza ora sparita.

"Ehi, piano con le mani, non ho abbastanza soldi per una tomba" li avvisò gentilmente Hongjoong, comparso magicamente alle spalle di Mingi. Ora entrambi guardavano la scena divertiti-

"Mi arrendo! Mi arrendo!" dichiarò allora Yeosang, in preda al vendicativo solletico del suo migliore amico. Si alzò in piedi e fece per inchinarsi, ma Jongho gli prese la testa e lo piegò, ridendo.

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