- CAPITOLO 60 -

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SOPHY

Sophy e Derek rientrarono nel centro di controllo e, se possibile, vi respirarono più panico di quanto ve ne fosse stato poco prima, durante la sparatoria.

«Ragazzi qualcosa è andato storto!»

Sally e Danielle erano tornate. La prima aveva smesso di piangere, la seconda stringeva tra le mani un vassoio metallico con sopra siringhe ed ampolle.

«Cos'è successo?» chiese Derek avvicinandosi ad uno schermo insieme a Sophy.

«Si tratta dello stadio numero cinque» spiegò Sally mostrando ai ragazzi le immagini in diretta da quello stadio.

La gente era tranquilla mentre una sottile nebbiolina viola li avvolgeva diffondendosi dal basso. Sarebbe potuto sembrare il risultato di qualche effetto fumogeno dello spettacolo della cantante pop che si stava esibendo sul palco, ma non era così. Dopo che la nube le ebbe avvolte, infatti, le persone ne uscirono diverse, stranamente vuote.

«È il siero di Cancellazione Definitiva. È stato nebulizzato in grandi quantità» spiegò Danielle dando concretezza ai timori di Sophy.

«Come? Lo stadio non è lo stesso su cui Petra ha lavorato! È il nostro stadio! È qui al Limbo!» esclamò Derek allargando le braccia.

«Purtroppo non è così. Qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto» spiegò Sally aprendo una pagina di programmazione che solo lei e Derek erano in grado di decrittare. «Il chip sembrava aver funzionato, ma non l'ha fatto. Quelle persone non sono mai arrivate qui, nel Limbo, sono sempre rimaste a MitoCity».

«Ma come...? Il contatore indicava che tutto andava bene...» Sophy era confusa.

«Non lo so, ma non fatico a credere che il contatore sia stato manomesso, così come il chip» disse Derek, la voce piena di rabbia ed impotenza.

«Se riuscissimo a portare qui quelle persone potrei curarle» iniziò Danielle attirando su di sé lo sguardo di tutti. «Questa nuova versione dell'antidoto funziona».

«Finalmente una buona notizia!» esclamò Sophy, lo sguardo illuminato da una scintilla rinnovata speranza. «Ehi, aspetta... Significa che hai recuperato i tuoi ricordi?»

«Non l'ho usato su di me» spiegò la ragazza dai capelli rossi. «La mia Cancellazione non è recente e non sono sicura di come il mio cervello potrebbe reagire all'antidoto. Potrei dimenticare tutto ciò che è accaduto dopo la mia Cancellazione e... Non sono sicura di volere che accada... Ad ogni modo, ha funzionato alla perfezione sul signor Skyland e su tutti gli altri pazienti, quindi ho incaricato Sam di produrne di massa».

Sophy non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivata al punto di voler abbracciare con sincero trasporto Danielle, ma quel momento arrivò e lei si concesse di seguire l'istinto.

«Sophy» la chiamò Derek con voce sommessa, appoggiandole una mano sulla base della schiena.

«Che succede?»

«Dobbiamo parlare, da soli».

Sophy si allontanò da Danielle e seguì il ragazzo fuori dal centro di controllo, verso il corridoio bianco e pieno di porte.

«Che c'è? Hai sentito Danielle? Finalmente una buona notizia!»

«Sì, è una grande novità...»

«E allora perché hai quella faccia?» chiese lei posandogli una mano sul volto tirato.

«Ho preso una decisione» disse tra i denti.

«Quale?»

«Torno alla Struttura, per eliminare Petra».

«No, non lo farai» lo interruppe Sophy scuotendo la testa. «Ne abbiamo già parlato».

«Finché lei sarà in vita le cose qui non faranno che peggiorare!» ringhiò Derek, gli occhi pieni di rabbia e paura. «E so che lo pensi anche tu».

«Sì, lo penso. Ma penso anche che non te ne debba occupare tu!» esclamò Sophy prendendogli il viso tra entrambe le mani. «Come ti ho già detto, anche se ora provi solo rabbia e disprezzo, sei troppo legato a lei. Non voglio che tu conviva con questo peso. Andrò io, risolverò il problema una volta per tutte».

«Non se ne parla nemmeno» ringhiò lui stringendole la vita, come a volerla trattenere lì, al sicuro.

Per un attimo Sophy si perse nel verde dei suoi occhi. Avrebbe voluto mandare tutto al diavolo, fregarsene di qualsiasi cosa tranne che di Derek, ma non poteva farlo. Nessuno avrebbe potuto lasciarsi quella storia alle spalle finché Petra continuava ad essere una minaccia per la sicurezza di più di seicentomila persone.

«Derek...»

«Sophy, non insistere. Non ti permetterò di uccidere nessuno» la interruppe Derek in un tono che non ammetteva repliche. «Te l'ho promesso, ricordi?».

Sophy ripensò all'intensità di quel giuramento con un tuffo al cuore.

"Ti prometto che, se anche le cose dovessero mettersi male, io ti impedirò di fare qualcosa di cui potresti pentirti".

Lui stava mantenendo la parola, ma lei quanto ci aveva messo prima di sentire nuovamente la necessità di spezzare una vita? Forse era davvero un mostro e...

«Nessuno di voi ucciderà nessuno» disse una pacata voce femminile alle loro spalle.

Felicity.

«Purtroppo è necessario per...»

«So bene che è necessario» disse Felicity interrompendo il discorso di Derek sul nascere. «Sto solo dicendo che nessuno di voi dovrà occuparsi di questa faccenda perché se ne è già occupato qualcun'altro».

Sophy e Derek sbarrarono gli occhi, increduli.

«Cosa?»

«Chi se ne è occupato?»

«Marcus» rispose Felicity con un tono che lasciava trapelare gratitudine e, forse, anche un pizzico d'orgoglio. «Prima vi ha sentiti discutere di questa questione e appena ne ha avuto l'occasione si è intrufolato nel Portale per risolvere il problema al posto vostro».

«Io non...» Sophy non riusciva a credere alle proprie orecchie.

«Lo ha fatto per te, Sophy, per proteggerti e per chiederti perdono» disse Felicity avvicinandosi con la sedia a rotelle per stringerle le mani tra le sue in un dolce gesto materno.

Due lacrime colarono simmetricamente sulle guance di Sophy. Forse il suo padre adottivo, l'uomo che le aveva provocato tanto dolore e tanta sofferenza, stava davvero cambiando.


«Che cos'è stato?»

Sophy si strinse al braccio di Derek mentre l'onnipresente luce bianca del Limbo si accendeva e spegneva in un'inquietante intermittenza.

«I sistemi non rispondono più!» gridò Sally facendo capolino dal centro di controllo.

Derek sollevò il braccio ed azionò il proprio SmartRing.

«Che succede?» gli chiese Sophy, agitata dalla ruga di preoccupazione che gli aveva increspato la fronte.

«Non lo so, ma ho un bruttissimo presentimento» rispose lui mentre il pavimento sotto i loro piedi iniziava a tremare. «Merda!»

«Parlami Derek, che cosa hai scoperto?» chiese Sophy, incapace di comprendere le lunghe righe di programmazione che Derek stava studiando con attenzione e... paura.

«Si tratta del Limbo» disse, con la voce più tremante che Sophy gli avesse mai sentito. «Sta collassando su se stesso».

MITOCITY 3 - La StrutturaWhere stories live. Discover now