- CAPITOLO 19 -

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SOPHY

Sophy, piegata sul tavolo da biliardo, socchiuse un occhio per prendere meglio la mira. Con un movimento deciso colpì la pallina bianca che impattò sulla nera mandandola in buca.

«Sì!» esultò con una giravolta. «È già la terza partita consecutiva che vinco, mio caro! Che ti è successo? Eri così bravo! Ricordami, cos'è che abbiamo scommesso questa volta?»

«Quello che scommettiamo sempre» rispose Derek, in tono strascicato, posando la mazza sul tavolo ed avvicinandosi un po' a lei. «Domani sarai tu a decidere cosa mangeremo per cena».

«Esatto! Il che significa, ancora una volta: pizza!» esclamò Sophy. Era il piatto preferito di Sophy e, da quando avevano iniziato a fare quel genere di scommesse, la mangiavano fin troppo spesso. Derek, quando avevano iniziato a giocare, era di gran lunga più bravo di lei, ma la ragazza si era incaponita al punto da esercitarsi anche in sua assenza ed ora lo batteva senza fatica.

«Ok» acconsentì lui, con uno sbuffo. «Ma se continuiamo così, la nostra ora di workout mattutino non sarà più sufficiente a controbilanciare le nostre cene!»

L'allenamento mattutino nella piazza centrale della Struttura era ormai una delle loro più consolidate abitudini quotidiane. Si incontravano prima del lavoro, correvano, facevano esercizi a corpo libero, sollevavano pesi e si prendevano costantemente in giro, poi tornavano nelle rispettive stanze per una doccia veloce prima di chiudersi nei rispettivi uffici. Sophy, che inizialmente trovava faticose quelle sessioni di ginnastica, aveva ben presto iniziato ad apprezzarle: sfogare la mente ed il corpo prima di affrontare le lunghe ore di lavoro davanti al pc era un vero toccasana.

«Beh, hai solo da impegnarti di più a biliardo!» lo provocò Sophy imbucando con l'ennesimo tiro perfetto una delle tre palline che Derek aveva lasciato sul tavolo.

«Forse mi impegnerei di più» disse lui, avvicinandosi tanto da avvolgerla con il suo inconfondibile ed inebriante profumo mascolino, «se in palio ci fosse qualcosa di più interessante».

Sophy sentì un brivido caldo correrle lungo la schiena. Guardò i verdi e profondi occhi di lui e, per l'ennesima volta in quegli ultimi giorni, ebbe l'istinto e la voglia di baciare quelle labbra morbide ed irriverenti. Interruppe bruscamente il contatto visivo per mettere a tacere quell'irrazionale desiderio.

«Ti ho già detto che non scommetterò mai su qualcosa di diverso dalla cena» gli ricordò Sophy.

«Quindi nemmeno una partita di strip-biliardo?» la provocò lui con un ghigno divertito.

«Oh smettila!» Sophy si sentì avvampare.

«Se ti imbarazza che la sala biliardo sia accessibile a tutti lo faccio subito spostare nella nostra stanzetta segreta» aggiunse facendole l'occhiolino.

Sophy non si offese né si lamentò. Sapeva che quelle schermaglie non erano altro che il loro modo di rapportarsi e di alleggerirsi reciprocamente le giornate. Gli colpì il braccio con un pugno che sapeva che non gli avrebbe fatto male e lui si finse seriamente ferito.

Non era la prima volta che si scambiavano battute e sfottò di quel genere. Da quando erano tornati dalla "gita" a MitoCity, il loro rapporto contrastante era cresciuto e si era evoluto in una estrema forma di complicità.

Sophy ricordava fin troppo bene il tumulto che aveva provato mentre camminavano dal parco di MitoCity verso il Portale. Lo avevano attraversato in silenzio mentre lei rivedeva davanti agli occhi umidi di lacrime l'espressione serena di Felicity. La sua famiglia le mancava tantissimo, ma era felice per loro. Una volta tornati alla Struttura, Derek le aveva chiesto come stava e poi, leggendo il disagio e la stanchezza nel suo sguardo, le aveva proposto di andare nella stanza con le pareti modificabili. Lei aveva accettato e lui si era procurato una bottiglia di vodka. Avevano bevuto, parlato e pianto fino a quando non erano stati vinti dal sonno. La mattina dopo Sophy si era svegliata nella sua stanza con un gran mal di testa ed un biglietto di Derek, lasciato sul comodino. Il ragazzo le aveva dato appuntamento per quel pomeriggio, dopo il lavoro, nella loro stanza segreta. Lei si era presentata all'ora prestabilita e parlare ancora con lui, confidandogli tutto il suo turbamento, era stato semplice e naturale anche da sobria. Sebbene ancora addolorata e malinconica, Sophy aveva trovato in Derek tutto il sostegno e l'appoggio del quale sentiva di avere bisogno. Lui, d'altro canto, si era liberato di tutti i segreti ed i demoni che riguardavano il proprio passato e ciò l'aveva reso ancora più leggero e attento. Se si soffermava a pensarci, Sophy rimaneva sbalordita da quante cose fossero accadute in quelle ore concitate: prima Derek le aveva parlato a cuore aperto, rischiando di spaventarla ed allontanarla, poi Sophy aveva avuto l'ennesima conferma di quanto Marcus fosse interessato esclusivamente al potere, avevano viaggiato attraverso il Portale e passeggiato per le vie di una MitoCity uguale, eppure ben diversa da quella che lei aveva sempre conosciuto, ed infine avevano passato la notte a parlare, bere e piangere.

MITOCITY 3 - La StrutturaWhere stories live. Discover now