- CAPITOLO 39 -

50 3 0
                                    

- 39 -

SOPHY

Sophy osservò, con gli occhi spalancati dalla meraviglia, il piccolo cubetto di carbonio contorcersi ed espandersi. Nel giro di pochi secondi, laddove un attimo prima c'era solo una semplice parete, pian piano si allargò, in un ipnotico gioco di luci, una vera e propria porta. Una solida porta bianca identica a quelle che si trovavano all'interno del Limbo.

«È davvero incredibile» sussurrò estasiata Sally che, alle spalle di Sophy, se ne stava stretta tra le braccia di Nando con lo sguardo rivolto a quel miracolo della tecnologia.

«Chi vuole avere l'onore?» chiese Derek, con un sorriso fiero dipinto sul volto, quando la porta si fu consolidata del tutto e il sistema al quale aveva lavorato per attivarla mostrò una grande spunta verde. «Sophy?»

Lei sorrise e si fece avanti. Tutti erano meravigliati, ma anche spaventati e diffidenti. Sophy prese la mano che Derek le stava porgendo e si avvicinò alla porta. Aveva attraversato il confine tra MitoCity e il Limbo decine di volte eppure, sotto gli sguardi sospettosi dei suoi amici, si sentiva nervosa. Le cose erano cambiate e, anche se aveva la più totale fiducia in Derek e nelle sue capacità, non si poteva escludere completamente la possibilità che qualcosa fosse andato storto all'interno del Limbo durante la dura lotta informatica tra Derek il Game Master. Ma non poteva permettersi esitazioni in quel momento, non ora che tutti avevano iniziato a fidarsi di Derek. Doveva attraversare quella soglia simulando serenità. Doveva farlo per Derek.

Posò la mano sulla maniglia, inspirò a fondo e la aprì. La porta, come previsto, dava su un lungo corridoio bianco ed luminosissimo. Sophy sorrise a Derek ed entrò. Fece alcuni passi e non accadde nulla di inaspettato. Andava tutto bene. Gli altri, chi con curiosità e chi tentennando, la seguirono. Sophy, per dimostrare loro che non c'era nulla da temere, camminò nel lungo corridoio e aprì la prima porta che incontrò sulla via: vi trovò un piccolo magazzino stracolmo di cose; la stanza successiva era vuota; quella dopo ancora era carica di ricordi troppo belli e troppo intimi per essere aperta sotto gli occhi di tutti. Sophy la richiuse e si voltò. Derek sorrideva anche se il suo sguardo era angosciato. Dietro di lui Sally e Nando erano meravigliati, Danielle e Sam curiosi, mentre Nick aveva gli occhi vitrei: era terrorizzato.

«Capisco che questo posto ti ricordi il torneo» disse Sophy con dolcezza avvicinandosi a lui. «Ma è la nostra possibilità più grande per provare a salvare ancora una volta MitoCity».

«Potremmo salvarla anche dal Covo» ribatté in un sussurro rabbioso.

«Non senza che il Game Master ascolti tutti i nostri piani» lo corresse Derek con una delicatezza che sorprese Sophy.

«Potremmo usare degli Anti-Visione» propose Nick riferendosi ai braccialetti che lui e gli altri ribelli usavano per non essere tracciati dai sistemi di sorveglianza dei Capi Supremi. La stessa Sophy ne aveva più volte fatto uso.

«I braccialetti Anti-Visione, così come molti degli altri sistemi messi a punto da voi del Covo, funzionano solo a MitoCity» spiegò Derek, calmo. «Il controllo che avviene dalla Struttura è molto diverso e le vostre tecnologie non sono sufficienti ad eluderlo».

Nick sospirò mentre Danielle gli prendeva la mano per infondergli il coraggio che, per la prima volta da quando Sophy lo conosceva, sembrava mancargli.

Il gruppo fece qualche altro passo incerto nel corridoio bianco. Le coppie si tenevano per mano mentre Sam guardava tutto con la stessa meraviglia di un bambino curioso.

«Benvenuti al Limbo» esclamò Derek.


«Prendiamoci una pausa» decise Derek facendo scomparire lo schermo e la tastiere olografici del proprio SmartRing. Lui e gli altri ragazzi avevano scelto una delle tante stanze vuote e al momento stavano lavorando senza sosta da almeno tre ore. «Le nuove protezioni che abbiamo installato reggeranno per un po', poi organizzeremo dei turni per i prossimi giorni».

MITOCITY 3 - La StrutturaWhere stories live. Discover now