- CAPITOLO 7 -

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SOPHY

Quando le labbra di Nick si erano posate su quelle di Danielle il cuore di Sophy era andato in frantumi. Era ancora seduta in quel tavolino isolato che Derek le aveva consigliato all'interno della piccola pizzeria "da Aldo", lo stato di emergenza dovuto all'ispezione esterna era ancora in vigore.

Sophy aveva abbassato gli occhiali per interrompere il flusso di quelle immagini sconvolgenti ed aveva appoggiato la testa sul tavolino, scossa, incredula, delusa, amareggiata.

«Stai bene mia cara?» le aveva chiesto Aldo mentre passava tra i tavoli a ritirare gli ultimi piatti sporchi.

«N-no» aveva biascicato lei. «Ho b-bisogno d'aria». Sophy aveva caldo e freddo allo stesso tempo. Si era già sentita così in passato, quando Nick era stato portato via e lei e gli altri studenti erano stati costretti a rimanere rinchiusi nelle loro stanze al Castello Antico mentre la falsa epidemia sembrava prossima a decimare la popolazione di MitoCity. Faticava a respirare e, sebbene fosse consapevole che fosse per colpa del panico, avrebbe fatto di tutto pur di poter prendere una boccata d'aria fresca, di sentire il sole scaldarle la pelle madida di freddo sudore. Al Castello c'era stato Derek ad aiutarla, ora non c'era nessuno. Era sola, sebbene si trovasse in un ristorante pieno di gente.

«Purtroppo è l'unica cosa che per il momento non puoi avere» le aveva sorriso Aldo. «Ti porto qualcosa da bere. So per esperienza quanto può aiutare».

Poco dopo, mentre Sophy cercava di mettere in atto dei semplici esercizi di respirazione, l'uomo era tornato con un boccale di birra. A Sophy non era mai piaciuta quell'amara bevanda, ma in quel momento qualsiasi cosa che la distraesse dal pensiero di Danielle e Nick avvinti dalla passione era beneaccetta.

«Quella ti servirà a poco» aveva commentato lo stesso ragazzo apatico con il quale aveva scambiato qualche parola all'inizio dell'emergenza. «Se hai bisogno di staccare dai pensieri, di...evadere, devi provare questa».

Le aveva avvicinato una fiaschetta di lucido argento e lei, troppo in crisi ed in debito di ossigeno per ragionare lucidamente, aveva bevuto una lunga sorsata del suo misterioso contenuto prima ancora di farsi delle domande.

«Cos'è?» aveva chiesto assaporando sulla lingua il sapore dolce e libidinoso di quella misteriosa bevanda.

«Ambrosia».

«Il cibo degli dei?» Sophy era scettica, forse quell'idiota le aveva semplicemente dato da bere un buon succo di frutta.

«Non lasciarti ingannare dalla sua dolcezza, questa è la bevanda con la più alta gradazione alcolica che tu possa trovare qui alla Struttura, o in qualsiasi altro luogo a dire il vero» aveva spiegato il ragazzo prima di rivelarle dove avrebbe potuto trovarne dell'altra.

Non appena l'emergenza si era conclusa e la Struttura era tornata alla sua conformazione originale, Sophy era corsa verso il negozio indicatole da quello strano ragazzo. A quanto Sophy aveva potuto capire, la vendita di Ambrosia non era legale, ma il commerciante non si era fatto troppi problemi a fornirgliene, dietro lauto compenso, un'intera bottiglia.

L'unico sorso che aveva bevuto al locale era bastato ad alleggerirle la mente al punto che, mentre tornava all'Edificio 2 con il sacchetto di carta contente la bottiglia di Ambrosia stretto tra le braccia, Sophy pensò che, al netto della propria gelosia, il modo in cui Nick e Danielle si erano ritrovati era stato intenso, straziante ed estremamente romantico.

Quando arrivò in camera Sophy si chiese se non fosse il caso di lasciar perdere la bottiglia di Ambrosia, anche perché quell'unico sorso fatto ore prima non aveva ancora smesso di farle girare la testa. Si era decisa ad andare a dormire sperando di risvegliarsi la mattina dopo, scoprendo che si era trattato solo di un brutto sogno, quando il suo istinto decise di sabotarla. Spinta dall'insensato desiderio di vedere Nick, di sentire la sua voce, di accertarsi che aveva davvero ricominciato a vivere e ad amare anche senza di lei, Sophy sfiorò lo SmartRing e proiettò per l'ennesima volta le immagini in diretta da MitoCity sulla parete di fronte al divano.

Sophy crollò nuovamente nello sconforto più assoluto.

Nick e Danielle erano accoccolati sul letto, nudi. Lui le accarezzava distrattamente i capelli mentre lei disegnava forme contorte sul suo petto muscoloso. Si guardavano negli occhi, parlavano fitto fitto, sorridevano.

Un oscuro abisso di soffocante dolore schiacciò Sophy facendole sbattere le ginocchia contro il freddo pavimento. Non sentì nemmeno la botta da tanto le facevano male il cuore, i polmoni, i pensieri. Con le poche forze che le rimanevano cercò a tentoni la bottiglia di Ambrosia che le era scivolata dalle mani finendo tra i cuscini del divano. La stappò con mani tremanti, lanciò un'altra occhiata alla coppia felice che invadeva con la propria passione l'intera parete e poi, con le lacrime che le offuscavano la vista, incollò le labbra alla bottiglia e bevve.

MITOCITY 3 - La StrutturaWhere stories live. Discover now