32. La chiamata é imminente

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Aprii gli occhi di soprassalto, era buoio, quel dannato buoi non lasciava scorgere gran parte della stanza, con due dita tolsi le sottili lacrime che si appropinquavano a cadere dai miei occhi, li sentivo bruciare lievemente, forse per il sonno, forse per la paura, ma decisi di alzarmi da quel letto che tutto mi portava men che un senso di riposo, misi a terra un piede a contatto con il pavimento, chiusi gli occhi e sospirai fragorosamente, il pavimento era tanto freddo che fu come poggiare il piede su centinaia di aghi, ma facendomi coraggio mi diressi in bagno, accesi la piccola luce delle candele sopra la doccia e mi gettai dentro aprendo l'acqua, il sottile getto gelato, tagliava la mia pelle rosea, ferendomi ad ogni goccia, mi passai le mani sui capelli, scrollandomi di tutta quel acqua in eccesso, e inspirai profondamente prima di chinarmi a terra, lasciandomi scivolare con la schiena lungo il muro, quella situazione scaturì in me il bisogno di liberarmi, in parte, di tutti i miei pensieri, e senza nemmeno rendermene conto, mi ferii la schiena, incidendovi le mie unghie, più forte che potevo, senza pensare, nel tentativo di liberarmi di tutto piangendo disperatamente, uscendo dalla doccia intravidi il mio riflesso nello specchio, semi nudo, sospirai senza pensare a ciò che avevo fatto e mi girai di spalle guardandomi allo specchio, vidi decine di piccoli segni rossi sulla mia schiena e altrettante striature che mi segnavano ove le mie unghie non avevano inciso la carne, "Harry miseriaccia!" sussultò Ron mentre cercavo nel mio baule qualcosa per rivestirmi, "che diavolo hai fatto alla schiena!?" senza voltarmi interruppi il contatto dei suoi occhi con la mia schiena mettendomi la camicia, "niente di che, tranquillo" esordii senza girarmi, avevo la sensazione degli occhi di Ron che mi scrutavano, affranti e rammaricati, non sopportavo tutta quella compassione infondo, più che la vittima mi sentivo l'artefice del male che mi girava vorticosamente attorno, il carnefice che aveva le mani sporche di sangue, di chi era morto per me e di chi lo sarebbe troppo presto stato, tanto da sentirmi in colpa al solo contatto visivo con chi amavo, "Harry" continuò titubante Ron, "ti prego parla con me" si interruppe un secondo aspettandosi una mia risposta, che non arrivò, "parla con il tuo migliore amico", a quelle parole, un sottile brivido percorse la mia schiena martoriata, facendomi gemere di dolore, mi girai di scatto, e mi buttai tra le braccia di Ron, "mi dispiace" singhiozai mentre bagnavo con le lacrime la sua spalla, lui mi strinse a se stando attento a non ferirmi ulteriormente, adagiando delicatamente le mani sulla mia schiena, "mi dispiace per tutto Ron, mi sento così in colpa, tu Herm, Dray e il resto di questo posto potreste morire per colpa mia!" gli urlai, "solo perché ancora una volta il mio frastagliato e orrendo destino, ha incrociato quello di qualcun'altro" dissi con la voce spezzata dal pianto, "Harry" sussurrò il mio migliore amico sorridendomi, e staccandosi dal quel abbraccio, intento ad entrare un territorio sconosciuto della mia mente, "avvolte penso come sarebbe stato tutto senza averti conosciuto, e misseiaccia Harry, rifarei tutto 100 mila volte nello stesso identico modo, perché il mio destino e il tuo erano già legati prima ancora di conoscerci, se per te, devo soffrire, se per aiutarti, per proteggerti, devo pagare un prezzo che ritieni troppo caro, non hai capito quanto conti per me e quanto sia pronto a rischiare pur di vederti sorridere" disse mentre sospirava, come qualcuno che si é appena tolto un sassolino dalla propria scarpa, "non hai compreso quanto conti per Herm, per la McGranitt, per Silente, o per Draco, che morirebbe al posto tuo pur di vederti felice" a quelle parole sentii la mia anima ricucirsi, la sentii rientrare nel mio corpo come una boccata d'aria dopo una lunga apnea, "ti voglio bene Ron" piagnucolai ributtandomi tra le sue braccia, "mai quanto te ne voglio io" ribattè lui con un leggero sentore di ironia, "andiamo dai, Herm ci darà per dispersi" così finimmo di prepararci, e scendemmo da Herm, Ron la baciò poggiandole una mano sul fianco, farfugliandole qualcosa di incomprensibile, qualche istante dopo Herm mi si gettò addosso, abbracciandomi con vigore, un sussulto mi percorse la gola spaventando Herm che si ritrasse delicatamente, guardandomi con aria stranita, senza aprire bocca mi aggirò ed alzò la mia camicia rivelando la cruda verità, "Harry!" mi urlò contro, io mi ritrassi, sospirando per calmare i miei pensieri, il suo viso era una vera e propria richiesta di spiegazione, e così feci, spiegai ciò che avevo fatto anche a lei, che ebbe la medesima reazione di Ron, quando ci incamminammo finalmente per andare a fare colazione vidi una testa bianca spuntare dalle scale, "volevate uccidermi di paura!?" ci sbottò Dray spaventato del nostro ritardo, "scusa amore abbiamo perso la cognizione del tempo" dissi poggiando le mani sul suo petto e puntandomi sui piedi per raggiungerlo, mentre il petto stesso si gonfiava spostando le mie mani, mi schioccò un bacio, tanto forte che i miei piedi tornarono saldi al terreno, mi staccai sorridendo, "questo per cos'era?" chiesi ridacchiando dato l'insolito bacio di Dray, "per ricordati che ti amo Potter" disse lui fingendosi ancora arrabbiato, "chiamami ancora Potter" mi imposi minaccioso, "e ti giuro che passerai notti insonni da solo" dissi sbattendo le mie mani nuovamente sul suo petto, lo vidi alzare gli occhi al cielo e rotearli sorridendo, "scusa amore" ripeté lui pressando la voce sull'ultima parola, "così va meglio" aggiunsi soddisfatto mentre mi cingevo a precorrere le scale, arrivati nella Sala Grande ci separammo nelle rispettive tavolate, "dove diavolo é Piton?" esordì Ron "possibile che nessuno abbia notato la sua assenza?" completò la fidanzata, abbassai la testa sul piatto per evitare di dover trattare determinati argomenti, troppo spinosi per le prime ora del mattino, e troppo spinosi dopo aver affrontato la precedente discussione, quando la porta della Sala Grande si spalancò fragorosamente, "Severus!" urlò la McGranitt scattando in piedi dalla tavola, puntandogli contro la bacchetta, "Minerva" sospirò lui con la sua solita flemma, "non serve che ti accompagni al uscita, la conosci" tuonò la professoressa intimando a Piton di uscire, ma egli non rispose, "Severus!" tuonò ella nuovamente "non costringermi" si ripeté scandendo attentamente quelle parole, gli occhi della donna divennero rossi e cattivi mentre aggirava il tavolo degli insegnanti ponendosi dinanzi al professore, la vidi stringere la bacchetta tra le dita, più forte di come non aveva mai fatto, la porse dritta, davanti al proprio mento, e bisbigliò sgranando gli occhi, "stupeficium" scagliando la fattura contro Piton, che senza scomporsi eccessivamente la bloccò, alla vista di quel affronto, la McGranitt si accanì scagliando fatture, una dopo l'altra, contro Piton, che iniziava a faticare nel evitarle, fin quando una voce tuonò da dietro di loro, "Basta!" si impose Silente, che si era materializzato dietro la professoressa, "non mi ripeterò Severus" scandì lui, "conosci l'uscita, ti consiglio di prenderla" e senza lasciare un momento di riflessione a tutti noi, che eravamo spettatori dell'agghiacciante scenario, una nebbia nera e fitta avvolse Piton fino alla vita, vidi lo sguardo del professore cadere su Draco, che lo guardava a pugni stretti, facendomi scattare in piedi, egli girò lo sguardo su di me, per poi alternano tra e me il mio ragazzo, "la chiamata é imminente" sibilò in serpentese in modo che solo io e Draco comprendessimo, e comprendere ci fece gelare il sangue ancora una volta, prima di vederlo scomparire in quella coltre nera che lo avvolgeva, Dray si alzò di scatto, e con gli occhi della sala stapampateglisi addosso, uscì, senza voltarsi o esitare nemmeno per un istante, guardai Silente, cercando il permesso di seguire il ragazzo che tanto amavo, lui chinò il capo acconsentendo a quel implicita richiesta e così corsi fuori dalla sala, ma di Draco nemmeno l'ombra, così mi diressi al bagno dei prefetti, "Frescospino" dissi lasciando uscire tutta l'aria che avevo accumulato nel tragitto, la porta si aprì lasciandomi intravedere Draco, era poggiato con le braccia tese contro al lavandino, dandomi le spalle, "amore" gli sussurrai incerto, fin quando lui si girò lentamente, aveva le maniche alzate, che nascose dietro di se girandosi, non riusciva a guardarmi in volto e lo si notava dal fatto che il suo sguardo era rivolto in un punto sul pavimento da cui non si staccava mai, "amore" mi ripetei di nuovo avvicinandomi sempre più a lui, tesi due dita sotto al suo mento lo girai verso di me, il suo sguardo ghiacciato sembrò spegnersi ogni instabte di più, "mi sta chiamando" confessò finalmente porgendomi il tatuaggio mentre il serpente inciso sulla sua pelle, si muoveva attorno al teschio, "fa male, davvero tanto" si pronunciò nuovamente Dray, lo baciai, fino a farmi male al labbro con i suoi denti, lui si lasciò a me incerto di riuscire a prendere in mano la situazione, "devo andare" disse Dray distaccando nuovamente lo sguardo dai miei occhi, "no tu non vai da nessuna parte!" mi imposi prendendo nuovamente il viso tra le mani e baciandolo, fino a quando, mentre le sue labbra strusciavano sulle mie, un sussurrò mi fece rabbrividire, "perdonami" disse prima di spingermi a terra, smaterializzandosi all'istante, un senso di rabbia e frustrazione, mi invase la mente, accecandomi, strinsi la bacchetta e a denti stretti sibilai, "Bombarda!" dissi indicando il mio riflesso nello specchio, frantumandolo, e con esso i lavandini sottostanti, le cui schegge mi schizzarono addosso ferendomi, e a quel dolore la rabbia si fece più forte, al punto che continuai senza pensare, senza provare rimorso, senza provare compassione, senza provare niente, fin quando tutto il bagno di marmo, non fu ridotto ad un cumulo di macerie, reduce della mia ira. Nel vedere ciò che la mia rabbia mi aveva portato a fare mi accasciai in ginocchio, ferendomi nuovamente con qualche scheggia di pietra sul pavimento, vidi le lacrime cadere a terra e mischiarsi alla polvere che avevo stagliato sul pavimento, addensandosi, "oh Draco" bisbigliai come se potesse sentirmi, quando la porta alle mie spalle si aprì "oh Merlino Harry!" gridò la mia migliore amica guardandosi vorticosamente attorno per scrutare ciò che avevo causato, "repero" disse velocemente, mentre mi si avvicinava, sentivo i detriti sotto di me muoversi e tornare al proprio posto e in un istante il tempo sembrò riavvolgersi, portando quel posto tanto austero al suo originale sfarzo, lei sapeva cosa fosse successo, inutile spiegarglielo, era troppo sveglia per non capire, "tornerà da te, ne sono sicura" disse lei abbracciandomi, "ucciderebbe per tornare da te" concluse la ragazza, io alzai lo sguardo incrociando quegli occhi che variavano da un marrone cioccolato a quello di una quercia secolare, "ho paura" sussultai guardando altrove. Mi stavo facendo medicare le ferite da Herm quando Silente e la McGranitt entrarono nel infermeria, "Harry" disse Silente con fare apprensivo, prima di guardarsi attorno, "dove si trova Malfoy?" chiese temendo risposta, mi portai una mano alla bocca e mentre stavo per rispondere, Herm lo fece al posto mio, "Draco in questo momento non é co-" disse provando a giustificare l'assenza di Draco, "no Hermione" la fermai bruscamente, "non ha senso mentire, non a loro" dissi guardandoli, "Draco ha il marchio" continuai mentre una lacrima impattava sul lenzuolo del letto dell'infermeria con gli sguardi truci dei miei insegnanti che mi fissavano, "se lo è procurato salvandoci" dissi guardando Herm, a ripensarci mi venne da sorridere, non perché la situazione mi piacesse, ma perché Draco Malfoy, il ragazzino viziato ed egoista che conoscevo, aveva anteposto la mia vita, e quella dei miei migliori amici, alla sua, il coraggio di quel biondino era ciò che mi spronava a tendergli la mano quando cadeva, e a rialzarmi quando inciampavo, solo per tornare tra le sue braccia, "quando Piton ha esordito quella frase in serpentese, Draco ha avuto paura" dissi dando per scontato che i presenti conoscessero il significato della frase stessa ma capendo il mio errore nello sguardo interrogativo di Hermione, "la chiamata é imminente" dissi distogliendo lo sguardo per nascondere le lacrime, "il serpente sul marchio di Malfoy continuava a girare attorno al teschio e sapeva di dover andare, di dover rispondere a quel ordine" dissi facendomi coraggio, "non potevo rifiutarmi" disse una voce quasi spavalda dal fondo dell'infermiera, il mio stupore nel vedere una snella e definita figura dai capelli candidi appoggiata allo stipite della grande porta del infermeria fu inimmaginabile, "amore!" gridai prima di raggiungerlo e stringerlo a me, "oh Merlino grazie!" gridai nuovamente mentre lo guardavo "temevo di averti perso" dissi baciandolo freneticamente, "non mi perderai mai" mi sussurrò prima di riabbracciarmi, mi staccai dolcemente, "ti amo" gli sussurrai prima di schiaffargli 5 dita sul volto, "ahia Harry!" si lamentò lui trattenendo le risate, un po' per la paura, un po' perché sapeva di meritarle, "questo é per avermi spaventato a morte!" gli sbottai contro, per poi prendere il suo bellissimo viso tra le mani e baciarlo passionalmente, "e questo per cos'era?" mi domando lui passandomi un dito sul labbro con fare malizioso, non appena ebbi finito, "per ricordarti che ti amo Malfoy"gli sussurrai riabbracciandolo sotto gli sguardi inteneriti dei presenti, quando venimmo interrotti dalla McGranitt, "Draco" disse lei sorridendo e passandogli una mano sul volto, a quel tocco gentile Draco sorrise facendo un cenno con la testa, rispondendo alla domanda non verbale della professoressa, fino a quando non sospirò profondamente, "stanno per arrivare" disse Dray mentre il suo sguardo si incupiva, a quelle parole mi parve che il resto perdesse importanza, che non ci fosse più Hogwarts, non ci fossero più professori, alunni o ore di lezione, ma solo io e il ragazzo che mi aveva rubato l'anima, tenevo la testa salda sul suo petto e le braccia attorcigliate al suo torace, "Piton é tornato da colui da cui aveva giurato di protterci" disse Dray guardando Silente, che quasi atterrito chinò il capo, "sei stato coraggioso Draco, ma anche stupidamente impulsivo" lo rimproverò il preside prima di sospirare fragorosamente, "ma la tua impulsività, ci ha fatto guadagnare un po' di tempo" disse Silente tornando sui suoi passi, egli alzò lo sguardo verso Draco sorridendo appena, "ora se tu acconsenti, vorrei liberarti di questo fardello signor Malfoy" si pronunciò il preside nuovamente, scrutato dalle facce incredule di noi presenti, "lei può?" disse Dray incredulo delle parole appena udite, "posso cancellarne il legame con l'ignoto" disse riferendosi al Signore Oscuro, "ma non il segno del suo passaggio" disse quasi dispiaciuto di non poter aiutare Draco come credevamo che egli avrebbe voluto, "sarebbe perfetto professore" disse Dray mentre gli sorrideva, e così fecero, mentre il sole di mezzogiorno si stagliava alto in cielo, le urla a denti stretti di Draco si estendevano lungo i corridoi di Hogwarts, quella sofferenza, tutto quel dolore mi fece accapponare la pelle, al pensiero che a gridare fosse Draco, eravamo seduti sui gradini che portavano al ufficio del preside quando, stanco di ascoltare le grida, mi girai verso i miei amici, "vi prego parliamo, non ce la faccio a sentire tutto questo" dissi in un misto di felicità e rammarico, vidi Herm accarezzare la mano di Ron, cercando un po' di coraggio, "come ti senti Harry?" mi chiese lei "voglio dire, come ti senti a sapere che il marchio rimarrà inciso sopra Draco?" disse riproponendo la domanda in altri termini, quel pensiero aveva già sfiorato la mia mente e non fu per niente difficile rispondere alla domanda apparentemente complessa "vi sembrerà assurdo ma ne sono felice" dissi guardando i miei amici assumere delle facce incredule, "scusa?" disse stranito Ron, "si so che è strano, ma pensarci quel simbolo è la prova dell'amore che Draco nutre nei miei confronti, è l'ennesima prova che mi conferma che sarebbe disposto a dare la propria vita in cambio della mia"
dissi sorridendo e guardo dritto, portando l'immaginazione a vagare indisturbata, " la prima volta che ho visto quel simbolo, quel marchio, sulla pelle di Draco, ho avuto come la sensazione che mi mancasse l'aria, più lo guardavo più mi sentivo distaccato da lui, fin quando mentre lui mi baciava ho capito che quel simbolo non avrebbe cambiato ciò che siamo, in un attimo, il contatto del mio corpo con il suo, mi ha fatto vedere quel marchio sotto una luce differente, come la prova che come lui aveva lasciato la propria vita nelle mani di un l'altro per me, io potei semplicemente accettare il fatto che lui mi amasse, perché semplicemente, quel simbolo sulla sua pelle, non è altro che la prova che abbia anteposto l'amore nei miei confronti a se stesso" dissi mentre una lacrima coronava il volto di Hermione, che al mio sguardo rise sottilmente, venendo interrotta dall'arrivo di Draco, che si sedette dietro di me, mi tirai indietro, finendo fra le sue gambe, mentre lo guardavo con la testa china su di me, portai le mani dietro alla sua nuca, abbassandolo, e facendo sfiorare le nostre labbra, prima che la sua lingua entrasse dentro di me.

Il lago rifletteva il buio in meWhere stories live. Discover now