5. Non so, vuoi dirmelo tu?

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Al mattino seguente aprii gli occhi come al solito verso le 7, mi preparai e svegliai Ron prima di uscire, scesi le scale e Hermione mi placcò, come un giocatore di rugby, "dove vai così di corsa signorino?" mi chiese incuriosita la ragazza prodigio che sostava davanti a me, intenta a strapparmi via informazioni, "a fare colazione" dissi mangiandomi le mani per nascondere la mia paura di essere scoperto, "perché non andiamo insieme?" disse in modo scherzoso ma ponderato, "tu aspetta Ron" dissi "io vado a prendere posto ok?", "va bene, vai a prendere posto con la scuola che ancora dorme" disse abbandonando la speranza di farmi dire qualcosa, corsi nella Sala Grande e non appena fui entrato una snella e marcata figura dai capelli candidi stava seduta sul tavolo dei Serpeverde, "mi ero raccomandato di non tardare Potter" mi sfottè lui guardando il quadrante del orologio, "eh dai, che saranno due minuti di ritardo?" dissi mentre tentavo di distrarlo, "dovrai farti perdonare, il mio tempo vale parecchio" disse lui correndo fuori dalla sala, arrivammo al campo da Quidditch, e iniziammo a sfrecciare seguendo quel dannato boccino d'oro che quella mattina pareva più difficile da acchiappare rispetto al solito, sentivo Draco con il fiato sul mio collo, che mi seguiva come se a non farlo sarebbe morto, entrambi volevamo prendere quel dannato boccino dimostrare al altro quanto fossimo forti, ed io ero motivato, motivato dalla sconfitta del giorno precedente, e non avrei accettato l'ennesima sconfitta, tutto andava per il meglio, ero ad un passo dal prendere l'oggetto del mio desiderio quando una stridula voce mi invase la mente, abbassai lo sguardo e la paura mi pietrificò, Hermione troneggiava sugli spalti dei Grifondoro, vi lascio immaginare la sua rabbia, era nera, scesi di corsa a terra per raggiungerla, lei era come una madre che tenta di nascondere la rabbia, fallendone miseramente, uscì dalle scale che portavano agli spalti, "ora mi devi delle spiegazioni Harry!" sibilo arrabbiata non appena mi si avvicinò, "Herm ti posso spiegare" dissi in tono cagnesco, "ti conviene, per la tua incolumità fisica" mi ringhiò contro la ragazza, "quando pensavi di dirmi di tutto questo!? che 'la compagnia' che tanto decantavi non era altro che Draco Malfoy!?", deglutii rumorosamente, nel tentativo di trovare le parole prima che Draco mi piombasse accanto "Ciao Granger" disse con tono allegro "è successo qualcosa?" proseguì, fingendosi sorpreso, "non so Malfoy, vuoi dirmelo tu?" ribatte stizzita cercando di trovare risposte nel mio sguardo, che non riuscivo a focalizzare su di lui, "ok Granger ascolta" disse portandosi la mano sul volto, "so che è strano da capire" continuò Draco "ma è successo, ieri mattina abbiamo giocato a quidditch e una cosa tira l'altra", "non vi giudico di certo" ribatte lei arrabbiata, "ma il mio migliore amico avrebbe potuto informarmi!" disse girandosi verso dime con sguardo assassino, "ti rammento inoltre, caro Harry, che se lo avesse scoperto Ron, la discussione sarebbe ben diversa" disse con tono minaccio, ed aveva ragione, ero stato incauto, perché la possibilità che Ron lo potesse scoprire c'era, e averlo detto ad Herm avrebbe sicuramente aiutato a limitarla, "hai ragione Herm, ho sbagliato" dissi guardando in basso, aspettandomi l'ennesimo rimprovero, ma la furia di Hermione che pensavo mi avrebbe a breve distrutto, si focalizzò sul mio alterego, che rimase a dir poco spaizzato, "quanto a te Malfoy, ti conviene non azzardare mosse stupide" disse sorridendogli istericamente, "perché se si tratta di Harry, ragiono molto 'occhio per occhio, dente per dente'" concluse girando i tacchi e tornando da dove era venuta, lasciandoci come ci aveva trovato, "é sempre tanto perentoria la Granger?" chiese Draco quasi spaventato, "oh no, oggi é stranamente calma" dissi io ironizzando, a quella battuta Malfoy provò a soffocare una risata, e non potei altro che guardare quando fosse dannatamente carino quando rideva, come le due fossette sul mento si corrugassero e come i suoi occhi si stringessero, illuminandosi leggermente, "dai andiamo Potter, non starò qua ad aspettare che torni la tua amica, pronta a seppellirci vivi" replicò lui, inizialmente credevo che la visita di Herm lo avrebbe spaventato, che quello che era appena iniziato tra noi si sarebbe concluso, ma lui si comportò al opposto di come immaginavo, anzi continuammo a ridere e scherzare, senza smettere di punzecchiarci e irritarci l'un l'altro, ma quella sintonia che ci legava non svanì come temevo, "hai intenzione di cambiarti nel mio spogliatoio Malfoy?" chiesi io intento a stuzzicarlo, "perché no" rispose lui con superficialità, "almeno ho qualcosa da guardare" ma appena proferì parola i miei occhi carichi di giudizio gli si stamparono sui suoi, "oh andiamo Potter, non dirmi che tu non vuoi?" ridacchio lui sapendo di riceve un responso positivo da parte mia, "non credere sarà così facile Malfoy, dovrai guadagnartelo" lo sfidai riincamminandomi verso lo spogliatoio, appena entrato lui si mise allo stesso identico posto del giorno precedente, seduto con le gambe aperte, mentre poggiava i gomiti su di esse, "fa come se non ci fossi" esordì pronto a godersi lo spettacolo, ma detestavo dargliela vinta con tanta facilità, così presi le maglia che avevo riposto lì cambiandomi, la ingrandii sotto i suoi occhi che mi fissavano con sguardo truce, "non oseresti Potter" mi sibilò a bocca aperta, e senza dire niente la feci levitare a mezz'aria, usandola come separè per coprirmi dal suo sguardo, lo sentii alzarsi in piedi e spostare la tenda da me creata, "troppo tardi" gli ridacchiai "sono già pronto" riponendo gli indumenti da Quidditch nello spogliatoio, il suo corpo sputava odio da ogni poro della pelle, "che c'è Malfoy?" chiesi io fingendomi distratto, "qualcosa non va?" esordii attorcigliandogli le mani al collo per prenderlo in giro, ma lui ribaltò la situazione, mi spinse a sedere sulla panca, "mi costringi Potter" mi sussurrò al orecchio, prima di togliersi la divisa, rimasi di sasso dinanzi a quel corpo candido e scolpito, a quelle braccia muscolose a quel addome definito, iniziai a stritolarmi violentemente il labbro, tentando di reprimere i miei istinti, nel vedere quel ragazzo così dannatamente attraente, "non oseresti" dissi guardando i suoi pantaloni, che già tendevano verso di me, il suo sguardo divenne vendicativo, mentre alzava il sopracciglio sfidandomi, "non ne sarei tanto sicuro" esordì lui mentre iniziava a togliere la cintura, una vampata mi percorse la schiena, facendomi quasi sussultare, fece saltare il primo bottone, per poi aprire la zip, "devo continuare?" mi chiese lui in modo retorico, "direi che mi sono vendicato abbastanza" fece una piccola pausa e proseguì "per oggi", ero incantato da tutto ciò che avevo davanti, e così decisi di spingermi un po' oltre, "credo che andrò nel bagno dei prefetti, ho voglia di una vasca calda" dissi raccogliendo le mie cose, "vieni?" continuai incitandolo a seguirmi, e così fece.

Il lago rifletteva il buio in meWhere stories live. Discover now