23. Pugno alla porta, e poi un altro e un altro ancora

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Il rientro ad Hogwarts non tardò ad arrivare, la sensazione di sicurezza varcando la soglia della scuola era sconfinata, quelle 4 mura come erano in grado di farmi sentire come in una fortezza impenetrabile, tornai alla mia camerata, intonsa da la avevo lasciata, erano passate tre settimane da ciò che era successo a Dray e ci avevano dato la possibilità di tornare nei nostri dormitori, e a mal in cuore dovemmo separarci nuovamente, quel rosso e giallo che circondava tutta la sala mi scaldò il cuore, perchè con quel inverno tanto rigido avevo bisogno di qualcosa di caldo, apparte Dray ovviamente, non so descrivere l'emozione di tornare in Sala Grande, vedere le immense tavolate apparecchiate di tutto punto mi fece sentire a casa, inutile dirvi che con lo sguardo cercavo inesorabilmente Dray, che dopo aver indossato nuovamente la sua divisa nera e verde, sembrava aver riacquistato un particolare sharm, quel non so che di tenebroso; non nego che rivedere la Parkinson non mi fece troppo piacere dopo tutto quello che era successo, la odiavo a morte ma purtroppo dovevo conviverci, eravamo agli sgoccioli della mia permanenza ad Hogwarts rimaneva soli due anni e volevo passarli nel miglior modo possibile, l'ansia che Lucius potesse tornare mi era quasi completamente passata, tutto procedeva nel miglior modo possibile, "Herm oggi ti va di andare alla Leaky Cauldron, questo pomeriggio non abbiamo lezioni, almeno impiegheremo un po' di tempo" non feci in tempo a dire la frase completa che Ron mi piombò addosso "io concordo, ottima idea Harry", Herm lo guardo con sguardo giudicante, "vabbene" disse sconcertata, "vi farò contenti per questa volta", appena ci salutammo e corsi alla torre di Astronomia, dove Dray mi aspettava, lo baciai e insieme rientrammo nella Serra, doveva ancora esaurire la sua punizione datagli da Silente, per aver colpito Cedric, ma volevo stare con lui oggi, mi sentivo particolarmente bisognoso di considerazione e non vi nego che l'obiettivo del mio bisogno non tardò ad arrivare, nel momento in cui il tempo da trascorrere nella serra fu terminato, lo accompagnai alla Camerata dei Serpeverde, mi salutò con un bacio, a cui accostò una palpata decisa che mi fece eccitare un tantino, così ormai solo mi diressi in Sala Comune dei Grifondoro, il camino scoppiettava fragorosamente, camino adagiato su uno sfondo composto da due immense librerie, che toccavano il soffitto, così decisi di riposare su quel divano imbottito e rosso che stava davanti a quel segmento della sala che aveva stranamente catturato la mia attenzione, socchiusi gli occhi un istante, quando li riaprii, era tutto molto offuscato e ovattato, mi strusciai gli occhi per provare a vedere meglio quando la figura snella del mio ragazzo mi fece sobbalzare, "che diavolo ci fai qui!? conosci le regole non puoi stare nelle camerate delle altre casate", lui alzò gli occhi al cielo, "e dai amore" disse come un bambino, "nessuno mi ha visto entrare" disse cercando di rassicurarmi, gli rifilai una schiaffo sulla coscia, "sei un idiota" dissi ributtandomi sul divano coprendo gli occhio con le mani per lo sconforto, lui si mise sopra di me baciandomi il collo, "e dai amore" disse tra un bacio e l'altro, io ridendo per la sua ingenuità gli diedi un bacio che si dilungò in una serie fino a quando non decidemmo di raggiungere Herm e Ron, non vi nego che questa cosa gliela feci pesare per tutta la serata, arrivammo alla taverna e Ron e Draco persero un po' la cognizione delle pinte bevute, rientrammo al castello con i nostri ragazzi da tenere come bambini, non potevamo lasciarli soli nemmeno un attimo, "un giorno ripensero a questa serata e rideremo, di certo quel giorno non é oggi" disse Herm che si strascinava per la mano il rosso che per l'alcol strisciava i piedi a terra, la grassa signora del dipinto del settimo piano chiese la parola d'ordine ad Herm, quando ella aprì la porta ci congedò alludendo ai nostri fidanzati ubriachi, "gli uomini sono tutti uguali" disse la grassa donna, "siamo molto d'accordo" replicò Herm entrando, io rimasi fuori con Dray "ti aspetto sveglia ok?" disse la ragazza prima che la congedassi dicendole di sì, "amore andiamo ti porto in camerata" dissi al mio ragazzo strascinandolo con me, "amore mi ami?" mi chiese l'ubriaco serpeverde, "forse ti amo di più da sobrio ma si, ti amo" replicai io e lui cercando di sorridere per poco cadde dalle scale, "ok amore mettiamoci un attimo seduti, non possiamo andare avanti di questo passo" mi misi seduto sulla rampa di scale, che come al solito giravano vorticosamente, "amore mi gira la testa, queste scale vanno troppo forte oggi" magari fossero le scale a fargli girare la testa pensai mentre mi si accocolò addosso, passarono venti minuti e l'effetto dell'alcol era per buona parte andato, lo riaccompagnai in camerata, lo baciai prima di farlo entrare e mi diressi verso il mio dormitorio quando ad un tratto, percorrendo il corridoio dei serpeverde due mani mi sbatterono di schiena al muro, con violenza quella figura mi buttò addosso bloccandomi al muro, riuscì a girarmi dopo essermi dimenato e vidi Cedric, puzzava terribilmente di alcol talmente tanto che mi fece quasi lacrimare gli occhi, provò a baciarmi mentre tentavo di liberarmi dalla sua presa, sentì la sua virità che premeva contro di me, lo pregai di fermarsi, quando in un momento mi fece cadere con un pugno sul viso, si buttò tra le mie gambe, mi teneva i polsi con le mani bloccandomi a terra, mentre continuava a tentare di baciarmi, iniziai a gridare, gridai talmente forte da farmi male alla gola, tra le lacrime e i singhiozzi lo pregavo di smettere, ma lui continuava a spingere la sua virilità contro il mio corpo, quando lo vidi slacciare la cintura, iniziai a scalciare più che potevo, lui rimase con i boxer e continuava a ripetere che mi desiderava, io chiusi gli occhi per la paura, ma quando si avvicinò con l'intento di farmi suo, sentii dei passi, subito dopo le sue mani si staccarono da me e sentii il suo corpo allontanarsi, riaprii gli occhi appena in tempo per vedere Dray afferrarlo e schiaffò a terra, si girò verso di me, i suoi occhi erano quelli d'un serpente, talmente definiti da spaventarmi, erano completamente rossi, si rigirò di scatto contro Cedric, che stordito per l'alcol e per la botta subita, era un po' disorientato, lo prese per il colletto e iniziò a prenderlo a pugni, vedevo gli schizzi di sangue provenire dal naso del Tassorosso cadere sul pavimento, il rumore del dei pugni di Dray rituonava nel lungo e oscuro corridoio, quando accorse Herm che non vedendomi rientrare si era allertata, vedendo la situazione rimase inerme, completamente passiva, i suoi occhi si spensero, Dray continuava a picchiare Diggory con la cattiveria di un animale, ero terrorizzato, facendomi coraggio mi alzai, e tra le lacrime pregai Dray di smettere, ma lui non sembrava ascoltarmi, non sembrava nemmeno sentirmi, fino a quando un fascio di luce blu non investì Dray, facendoci balzare indiretto, lui mi cadde addosso, con la spalla schiacciò il mio polso, e sentendomi lamentare di dolore uscì da quello stato animale che lo aveva rapito, "amore tutto bene?" mi chiese quasi nel panico, lo baciai il più forte possibile, quando lui, girandosi verso Diggory, praticamente tramortito a terra, provò a rialzarsi, lo bloccai, lui in preda ad una furia omicida vide il mio viso solcato dalle lacrime che cadevano sopra al livido creatosi per il pugno, e la mia testa scuotere, mi prese e mi abbracciò, "grazie amore" gli dissi sottovoce, "grazie di avermi salvato" lui mi strinse a se, "non avrei dovuto lasciarti solo" disse rimproverando se stesso, continuava chiedermi scusa mentre le sue lacrime mi bagnavano la spalla, sentì Herm che sottovoce recitò lo stesso incantesimo usato con la Parkinson l'anno precedente, cancellò di lui gli ultimi 15 minuti, tempo che speravo sufficiente, Herm mi si avvicinò e Dray la abbracciò, per poi lasciarla, mi guardò un secondo e si mise a piangere, "va tutto bene Herm" gli dissi prima che si buttasse su di me, "Harry voleva.." chiese lasciando intendere ciò che aveva spinto Cedric a fare questo, "si" risposi singolarmente, sentii Dray tirare una pugno alla porta, e poi un altro e un altro ancora, "amore" gli dissi guardandolo, lui mi guardò e prese a parlare senza sosta, " ti rendi conto di cosa voleva farti, voleva abusare di te Harry! non può passarla liscia" disse prima di prendere la bacchetta e puntargliela al viso, la poggio sotto al mento di Cedric alzandolo con essa, sentii Dray iniziare a parlare freneticamente, come un pazzo, fino al momento in cui riuscii a capire una frase che mi smosse, "ti avrei detto che sarei stato l'ultima cosa che avresti visto prima di morire stronzo", "DRACO NON FARLO!" gridai impanicato, "amore ascolta la mia voce ti prego, non farlo, non é la soluzione e tu lo sai" lui premette la bacchetta ancora di più verso il collo del Tatassorosso fino al momento in cui non la ritrasse, Herm gliela tolse dalle mani ed io gli saltai addosso, "amore" dissi prima di scoppiare a piangere, lui mi prese e mi riportò in camerata seguiti da Herm, lasciammo Diggory martoriato appoggiato al muro, era vivo, e già questo era un regalo sufficiente, arrivammo davanti alla nostra entrata, Dray stava per lasciarmi la mano quando mi girai di scatto, salutai Herm e senza dare spiegazioni, strattonai Dray, che nonostante non stesse capendo, mi seguì in silenzio, arrivammo davanti alla stanza delle Necessità e vi entrai spalancando la porta, quando fui nella stanza rimasi sorpreso da cosa avevamo davanti, "ma questa" dissi prima che Dray mi interrompesse, "é la nostra stanza da letto alla villa" disse quasi sorridente il ragazzo, il grande letto bianco con le coperte blu era inconfondibile, Dray chiuse la porta, lui si mise seduto sul letto e mi tirò a se, avevo il sistema nervoso fuori uso, l'adrenalina dovuta alla paura mi aveva eccitato terribilmente, spinsi Dray sul letto, e gli montai sopra, lui era certamente voglioso quanto me, ma si bloccò un attimo, "amore sei sicuro di volerlo fare adesso?" chiese intento a capire come mi sentissi, io mi fermai per un secondo, lo baciai appassionatamente e gli sussurrai "amore fammi felice ti prego" dissi quasi piangendo, "quando stava per farlo, quando stava per entrare dentro di me ho solo pregato che una volta di nuovo tra le tue braccia, il mio corpo fosse rimasto tuo" dissi non riuscendo a guardarlo negli occhi, "per tutto il tempo non ho pensato a me ma a come avrebbe cambiato te e la nostra relazione" il suo sguardo preoccupato si trasformò in un vero e proprio atteggiamento malizioso "sarai sempre mio" disse baciandomi le mani che teneva nelle sue, "ma stasera non voglio forzarti amore" disse mentre mi slacciava i pantaloni, "quando non ti sentiarai più a tuo agio me lo dirai e ci fermeremo" disse mentre le sue mani si trovavano sopra i miei slip,comincio a palparmi dolcemente, ero così preso dalla sua lingua che non mi accorsi che mi tolse le mutande di dosso, iniziai a baciargli il collo, e piano piano scesi, gli tolsi la maglia e continuai da dove mi ero fermato, scesi per le spalle fino al addome, stampando qua e là piccoli baci umidi, quando arrivai ai pantaloni li slacciai il più lentamente possibile, volevo farlo attendere, misi la mano sopra ai suoi boxer e li baciai, fino a quando non riuscii più a controllarmi, gli sfilai i pantaloni a abbassai il viso sulla sua vita, lo vidi guardarmi come se volesse mangiarmi, al che gli rimisi la mano sopra al pube e lui iniziò a mordersi il labbro e si ributtò giù impaziente di continuare, gli sflilai quel ultimo indumento che mi divideva da lui e lo presi in mano, lo sentii irrigidirsi, e inizia ad appagare le sue voglie usando bocca, lo sentivo scorrere dentro la mia gola, e ad ogni spinta lui me ne richiedeva un altra "amore ti prego continua" gemeva in tono soffocato lui, quando l'attrito fra di esso e la mia gola sparì decisi di staccarmi, avevo gli slip che mi solcavano i glutei e così ne approfittai, mi misi sopra di lui girato di schiena, volevo vedesse ogni istante, iniziai a strusciarmi sulla sua virilità, che ormai pulsava per l'eccitazione, mi abbassai piano piano le mutandine, lui mi tirò uno schiaffo sul sedere e io continuai a fare ciò che finora lo aveva fatto tanto divertire, fino ad un certo punto quando lui non entrò dentro di me, le sue mani mi stringevano i fianchi, e tra i miei gemiti di dolore sentivo lui godere ogni volta di più, ad un certo punto si tirò fuori da me, io mi sdraiai sul letto al suo posto mentre lui troneggiava d'innanzi a me, di mise tra le mie gambe e piano piano, iniziò a ripagarmi con la stessa moneta, facendo piccoli passi e tornando indietro, "amore ti prego" gemmetti com il fiato corto, non dovetti richiederlo una seconda volta, inarcò la schiena e si protrasse dentro di me, le sue due mani si puntarono contro il matessasso, tanto forte da spingermi, e senza darmene il tempo infilo la sua lingua dentro la mia bocca, come per soffocare le mie grida, strinsi tanto forte le lenzuola, più che potevo, nel vano tentativo di non emettere gemiti, la rabbia nei confronti di Cedric accumulatasi in Dray, si riversò tutta in quel momento, nel momento in cui venni investito dalla sua ferocia, vidi le vene del suo collo gonfiarsi e irrigidirsi, la sue mani serrarsi affianco a me e ogni secondo, sempre più preso dalla situazione, aumentava la velocità fino a quando le sue mani non si spostarono sui miei glutei, che strinse vigorosamente tirandomi a se, non bastò la sua lingua per evitare che io gridassi quando il mio ragazzo si riversò violentemente dentro di me, sentivo il suo respiro, ancora corto per l'impegno, il mio sedere era tempestato di segni rossastri e stretti, quelli delle sue unghie che si infilarono nella mia carne, mi diede l'ultima scarica di adrenalina uscendo definitivamente da dentro di me, quando il vuoto da lui creatosi iniziò a ributtare fuori ciò che mi aveva lasciato, lui mi guardò mordendomi il labbro inferiore, mi tirò a se e mi baciò prima di ributtarmi sopra di se, mi aggrovigliai con le gambe e le braccia a lui, prima di addormentarmi, venni svegliato pochi minuti dopo dal suo maldestro tentativo di mettermi sotto le coperte, mi prese in braccio e tolse le coperte adagiandomi nuovamente su di esso, aprii a poco a poco gli occhi mentre lui rientrava nel letto, lo abbracciai e mi coricai nuovamente, cosa non facile dato che sentivo la sua mascolinità spingere tra noi, ma la stanchezza fece da padrona e mi riaddormentai sino alla mattina seguente.

Il lago rifletteva il buio in meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora