23. Lo stanzino

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Mi chiede di dimostrare la veridicità delle mie parole con aria divertita ed io, non sapendo che fare, mi limito a guardarlo per qualche attimo mentre prendo una decisone.
Mi sta sfidando ad uscire dalla norma, accantonando completamente le mie regole ed i miei principi, tra cui rientra in primo luogo l'essere una brava studentessa.

<<Adrien, Marinette, fate silenzio>> esclama la professoressa, interrompendo la lezione con la sua voce acuta. Adrien bofonchia qualcosa a bassa voce, un'imprecazione nei suoi confronti suppongo e lei ci rivolge un'occhiata densa di severità.
Mi giro verso la pianta, osservando titubante una piccola ape vivace che si è appena posata su una delle sue foglie, facendola oscillare leggermente in un moto armonico e sinuoso, poi rivolgo la mia attenzione nuovamente verso il biondo vicino a me.

<<Ok, allora andiamo>> affermo semplicemente, ottenendo in cambio un accenno di sorriso. Posso percepire perfettamente la sua soddisfazione in questo istante, suscitata dal fatto che io gliela abbia appena data vinta e lo stia assecondando.

<<Sei sicura? Essere definita "noiosa" da me sarebbe un privilegio, un onore>> mi domanda, ostentando con spirito esibizionistico tutta la sua terribile ironia.
<<Sei pessimo, davvero>> gli faccio notare lasciandomi sfuggire un piccolo sbuffo divertito.

<<Agreste e Dupain-Chang, se non avete intenzione di seguire potete anche uscire!>> asserisce l'insegnante, visibilmente innervosita, riprendendoci per una seconda volta.

Stringo la mano di Adrien in una presa esitante, indecisa se mettere in atto la mia decisone o ripensarci.
Prima che io possa però interrompere il rapido flusso dei miei pensieri, il biondo al mio fianco ricambia la stretta e tira via il mio braccio, invitandomi a seguirlo.
Si avvicina alla porta e la apre, poi, come se nessun altro oltre noi fosse presente, rivolge il suo sguardo su di me, invitandomi ad oltrepassare la soglia.

<<Madame, prego>> dice con un pizzico di ironia nella voce, lanciandomi uno sguardo calmo ma attento, come se ancora non fosse certo che farò ciò che ho precedentemente affermato e come se di conseguenza si aspettasse di vedermi tornare di fronte al freddo tavolo di pietra da un momento all'altro, lasciandolo lì da solo.

<<Grazie>> rispondo semplicemente prima di uscire e, da un attimo all'altro, sono io a tirargli il braccio per trascinarlo fuori.

La porta scura si chiude con uno scricchiolio dietro di noi e io gli lascio la mano solo per portarmela di fronte alla bocca ed abbandonarmi ad una risata divertita, dinanzi alla quale lui sorride.
Non so se la mia risata sia suscitata da felicità o sia solamente un modo per non pensare alle conseguenze di quello che ho appena fatto, ma quello che è certo è che essa dura solo qualche attimo: inizio a sentire dei passi pesanti venire verso l'uscita che abbiamo appena varcato ed un lieve senso d'angoscia mi opprime.

Abbasso la mano che mi ero portata di fronte al viso, Adrien l'afferra in un gesto veloce ed inizia a guidarmi lontano dall'ingresso della classe.
Apre la porta di uno stanzino angusto e buio, pieno di utensili per pulire, io mi ci fiondo dentro e lui mi segue, prima di richiuderla con la stessa rapidità con cui l'aveva spalancata.

Mi appunto mentalmente che devo iniziare a pensare alle cose che faccio con più freddezza e meno emotività: se non mi fossi lasciata sopraffare dalla voglia di dimostrare qualcosa a colui che mi ha appena salvata dalla professoressa, ora non sarei in questa situazione.

Odo i passi della docente che echeggiano nel corridoio deserto e trattengo il respiro, schiacciata contro il petto di Adrien nello stanzino malagevole, mentre il rumore si fa sempre più vicino a noi.

È così buio qui che posso a malapena vedere il ragazzo che ho di fronte. Impegnandomi nel mettere a fuoco la sua figura, nonostante la scarsissima luminosità, riesco a scorgerlo mentre alza un suo dito e lo poggia sulle labbra rosee ben definite per suggerirmi che farei meglio a non fiatare.

In verde [Miraculous & Hogwarts]Where stories live. Discover now