13) PORTARE A TERMINE UNA MISSIONE

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Quando la Yaonai gli disse che potevano andare, Saaràn le diede la mano.

Tenendosi saldamente a lei, si gettarono assieme contro un cespuglio posto a mezzombra a un paio di passi dall'ingresso della grotta.

Semplicemente la seguì fidandosi di lei e di quello che gli aveva detto.

Era talmente frastornato dalle cose che aveva appena saputo, che nemmeno prestò attenzione a quello che stava facendo.

Nemmeno prestò attenzione alla sensazione di dilatata dispersione che ogni cellula del suo corpo provava, tutte le volte che attraversava lo spazio usando le misteriose vie delle donne pianta.

Prima di partire dai Monti Anunna, Frassinella gli aveva detto delle cose incredibili.

"Ricordati qual'è il tuo dovere" l'aveva ammonito.

Parlandogli come fosse un suo pari, gli narrò di Gioturna, di chi essa era, degli Un, delle origini di quel popolo, di come costoro ebbero fiducia in lei e di come si misero in viaggio sotto la guida di Scengun, suo figlio, per raggiungere una terra che inizialmente promise solo ai Kaidu e ai Konghirati, prima di partire da Dai-Sescen.

Gli aveva rivelato che lui, Saaràn, discendendo da Sangun era suo nipote e che avendo nelle vene sangue Yaonai, la sua famiglia era particolare rispetto a tutte le altre dell'Orda.

Per origine, natura e destino, essi erano differenti.

Ormai pareva non ci fossero più limiti alle cose che veniva a scoprire di volta in volta.

All'inizio provò la sensazione di soffocare, ma poi trangugiò ogni novità gli veniva detta come fosse un atto di fede verso la Sua Signora.

In fondo la Yaonai aveva avuto ragione a ricordargli il proprio dovere.

Si era dimenticato del suo dovere.

Per la sicurezza di tutti, prima di tornare dalla sua famiglia aveva ancora una missione da portare a termine.

Nel trambusto che si era venuto a creare negli ultimi giorni, si era completamente dimenticato delle due ruote del Carro Reale e degli uomini di Kutula che stavano venendo a prenderle.

Oramai non dovevano essere molto distanti dalla valle dei Togril e rimandare ancora, sarebbe stato pericoloso per tutti.

Seppur con dispiacere dovette allontanare dai suoi pensieri Helun e i ragazzi per qualche tempo e concentrarsi su quello che lui e Frassinella dovevano fare insieme, ora che era di nuovo in grado di viaggiare.

Tuttavia molto era già stato fatto.

Mentre egli lottava tra la vita e la morte contro il morbo, una squadra di Togril aveva provveduto a tagliare un albero, rendendolo adatto per ottenere le ruote per la Yurta del Khan.

Esse erano già pronte, ma se egli non avesse provveduto a consegnarle di persona alla pattuglia dei soldati in arrivo, questi avrebbero finito per insospettirsi e un gruppo di Un dubbiosi, diventava imprevedibile e pericoloso.

Sapeva che doveva essere credibile quando li avrebbe incontrati, altrimenti avrebbe fallito e si sarebbe fatto scoprire.

Non poteva distrarsi un solo momento, perché una minima disattenzione da parte sua, avrebbe potuto mettere in pericolo la vita di migliaia di persone, sia da una parte che dall'altra.

Sovrappensiero per tutte le cose che gli turbinavano nella mente e distratto da quello che lo circondava, nemmeno notò lo sfavillante luccichìo del Mondo dei Semplici mentre lo attraversava a velocità folle stringendo la mano della Yaonai.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora