25) IMBOSCATA MORTALE

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Con il cuore in gola, Saaràn si appiattì ancor di più a terra e si guardò attorno, verso il suo cavallo.

Monglik era dove l'aveva lasciato, fermo immobile ad attendere il suo ritorno.

Il Tarpan pezzato non dava cenno di essere agitato e questo era un buon segno.

Scrutò attentamente ogni minimo anfratto, ogni asperità, ogni piega del terreno che potesse nascondere un uomo. Non vide nessuno.

Ovunque guardasse, scorgeva soltanto l'erba che ondulava sospinta dal vento.

Rimase immobile ancora per qualche minuto, ma attorno a sé non vide nessun movimento sospetto che potesse fargli temere di essere caduto in una trappola.

Ora ne era certo, se lungo il torrente in secca c'erano degli Un in agguato, non erano lì, attorno a lui.

Rilassandosi un poco, ragionò che dovevano essere andati ad attenderlo più a valle, ma dove?

Cercando di mettersi nei loro panni, si disse che gli Un dovevano tenersi abbastanza distanti dall'accampamento per non insospettirlo con il fumo dei fuochi, ma nemmeno troppo lontani dai cavalli, perché si erano allontanati dal campo appiedati.

Al pari suo, anche quei soldati faticavano a camminare a lungo, perciò, se aveva ragione e aveva visto giusto, l'imboscata era vicina, probabilmente a pochi Tezen* di distanza da dove si trovava.

(Tesen*, cento Tese, all'incirca cento metri).

E probabilmente ad attenderlo erano tutti Hanbakai come Muu Gol, gente della sua stessa Tribù, più fedeli a lui che al Khan.

Immaginò che l'Un-han li avesse fatti uscire alla spicciolata dall'Urdu con qualche scusa, una ricognizione o forse una battuta di caccia.

Doveva aver iniziato giorni prima, per non insospettire il Khan.

Forse il giorno stesso della rottura delle ruote del Carro Reale.

Piccoli gruppi alla volta e nessuno ne avrebbe notato l'assenza per giorni interi.

Inoltre per la caccia gli Un preferivano andare verso il Sud, dove le mandrie erano più numerose e facili da trovare.

Una volta usciti dall'Urdu, gli uomini di Muu-Gol avranno percorso il primo tratto dirigendosi in quella direzione e poi saranno tornati indietro, per risalire infine a Nord, lungo il greto del torrente.

Facendo un giro abbastanza largo attorno all'accampamento, se fossero stati abbastanza attenti, certamente nessuno li avrebbe notati.

L'Urdu era tranquillo in quel periodo, erano anni ormai che le Sette Tribù non incontravano un nemico degno di questo nome e al momento non se ne vedevano all'orizzonte.

Da tempo gli Un dell'Orda non sentivano nel sangue la tensione della guerra.

Le pattuglie quotidiane erano scarse e spesso erano annoiate, svogliate tanto quanto disattente.

Un abile cacciatore avrebbe tranquillamente potuto passare tra una e l'altra di esse, senza troppe difficoltà a restare nascosto alla loro vista.

Annuì, soddisfatto.

Se aveva visto giusto, poco più a valle di dove si trovava ora, c'era un'imboscata che ancora attendeva il suo arrivo e alla sera prima soltanto il caso e la fortuna gliel'avevano fatta evitare.

Valutò attentamente i dintorni e si domandò dove egli stesso avrebbe teso un'imboscata.

Non ci mise molto.

Da dove si trovava, vedeva un posto solo che avrebbe fatto al caso suo.

Oltre al poggio dietro il quale si teneva nascosto dalla vista del campo Hanbakai, poteva scorgere il greto ciottoloso e seguendone il corso verso Sud, verso l'Urdu, a un certo punto il torrente curvava leggermente verso la linea delle colline, giusto un poco prima che queste terminassero digradando nella Steppa.

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