1. Harry smettila adesso

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lo vidi entrare nel aula, il suo mantello nero e verde ondegfiava ad ogni suo passo, disegnandogli le larghe e muscolose spalle. La fievola luce delle candele aveva un particolare riverbero sui suoi candidi capelli, caratteristica che lo distingueva dagli altri, percorse il corridoio in mezzo ai i tavoli come se fosse il padrone indiscusso, e dopo aver fatto la sua suprema, quasi presuntuosa entrata, prese posto all'angolo destro dell'aula con Pansy, tentavo come al solito di non guardarlo, ma i miei occhi si calamitavano su di lui, la carnagione candida e il fisico definito del ragazzo mi attiravano in un modo che non riuscivo a spiegarmi. Finita la lezione, il professor Piton, con il suo solito garbo, ci indirizzò alla seguente materia, risvegliandomi da quello stato di trance in cui ero caduto e bloccando la mia immaginazione che viaggiava libera ed incontrollata, così ripresi il materiale che avevo poggiato sul tavolo e mi indirizzai verso l'uscita quando una cosa strana catturò la mia attenzione, Draco Malfoy, quel ragazzo prestigioso e schivo, mi guardava, sembrava ignorare la povera Parkinson, che gli parlava insistentemente mentre teneva i suoi occhi nebulosi fissi su di me, la cosa mi parve al quanto strana così decisi di non darvi troppo peso.

Mi ricongiunsi con Hermione, che percorreva il corridoio con una velocità tale che avrei fatto fatica a tenerle testa con la mia Nimbus 2000, figuriamoci il povero Ron che correva all'impazzata nel vano tentativo di raggiungerla, non mi ci vollero più di 5 secondi per capire che lui avesse combinato qualcosa che a lei non fosse piaciuto molto. La presi da parte, era tanto rossa in viso ed agitata che temevo non sarebbe riuscita a parlarmi, "cosa ha combinato oggi Ron?" le chiesi portandomi le mani al volto in attesa della risposta, che non tardò ad arrivare "quel cretino mi ha letteralmente rotto la bacchetta", dopo solo un istante tirò fuori la bacchetta da sotto al mantello, era spezzata come un ramoscello "Come diavolo ha fatto a spezzarla?" sibilai incredulo, non feci quasi in tempo a finire la frase che lui mi rispose, piombandomi addosso, con ancora il fiato corto per la corsa "la ho calpestata per sbaglio.. era rimasta incastrata tra il tavolo e il libro di Hermione e accidentalmente ci ho camminato sopra prima che lei potesse raccoglierla" disse girandosi verso la ragazza, che lo guardava con sguardo truce "amore mi dispiace, è stato un incidente" esordì lui quando incrociò gli occhi giudicanti di Herm, un istante dopo vidi passare a fianco a noi una figura a dir poco familiare, che con voce suberba esordì "Weasley, Weasley, Weasley" disse il ragazzo vestito di nero e verde che ci si era affiancato, "ancora non mi spiego come tu possa averla conquistata, non capisco cosa ci veda in te" gli borbottò Malfoy addosso, la rabbia mi acceco per un istante, "senti lui non é uno sprovveduto e se non hai altro da aggiungere dall'alto della tua superbia, gira a largo Malfoy" gli sibilai infastidito, detestavo ogni instante in cui ci scontravano, ma mi ero ormai abbandonato al idea che quel ragazzo sarebbe rimasto solo ciò che era, un fastidioso bulletto, appena Draco se ne fu andato, con una mossa furtiva mi presi da parte Hermione, l'unica a conoscenza del mio segreto, e come ogni santo giorno mi misi prima ad elogiare la bellezza di Malfoy, poi a demonizzare il suo egocentrismo, erano le solite cantilene da quasi 4 anni ed Hermione le sapeva praticamente a memoria.

"Harry smettila adesso" mi ghignò lei, "lo so che sei pazzo di lui ma adesso ho altro a cui pensare" odiavo che lei mi snobbasse così ma era vero, aveva altro da fare prima di potermi consolare del fatto che io fossi tanto preso da quel idiota. le giornate sembravano interminabili quando non lo vedevo, lo destavo, ma al contempo lo adoravo, quel suo invitante aspetto entrava in continuo contrasto con la sua forte e tetra personalità, che mi si è ritorceva contro ogni qualvolta incrociassi il suo sguardo; dopo la cena, ognuno si ritirò nelle proprie stanze, ed io arrivato nel dormitorio mi coricai nel mio letto, isolandomi dal mondo esterno, presi il cuscinot che tenevo in fondo al materasso, sistemandomelo di fianco e iniziai a baciarlo freneticamente fino ad inumidirne il tessuto, ogni bacio che stampavo sul cuscino era rivolto a qualcun altro, e quel povero ammasso di piume e stoffa era semplicemente l'intermediario tra me e il ragazzo che tanto desideravo e che tanto mi dava sui nervi.

Il lago rifletteva il buio in meWhere stories live. Discover now