UNIONE E PASSIONE

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Megami Pov's

L'arrivo di Cri mi aveva colta di sorpresa. Dopo la sua comparsa a scuola, trascorsi molto tempo per completare il nuovo singolo, da mostrare al mio migliore amico e alle ragazze. La giornata volò via e Cri rimase con noi per la cena, durante la quale ci raccontò tutto della sua esperienza in America e del suo stage. Sin da bambino, ha sempre sognato di studiare danza e canto all'estero e, l'anno scorso, ha ottenuto una borsa di studio per partecipare a questo stage. Sebbene fossi felice per lui, il pensiero di sentirlo solo tramite chiamate per un anno mi ha rattristato profondamente, ma non mi sentivo in diritto di ostacolare i suoi sogni. Cresciuti insieme, abbiamo condiviso una vita in simbiosi, ballando e cantando come se fosse naturale. Ogni volta che avevo un problema, lui era il mio punto di riferimento, con cui potevo sfogarmi, parlare, piangere e ridere. L'anno scorso, dopo aver vinto la borsa di studio, ha lasciato la Raimon e il club nelle nostre mani, fiducioso che avremmo continuato il lavoro nel miglior modo possibile.
Dopo aver cenato salimmo in camera mia

"Ragazzi ho troppo sonno, quindi le nostre strade si separano qui" sbadigliò Mark
"Buonanotte e Cri, Bentornato" salutò sorridendo

"Grazie Mark" disse Cristian ricambiando il sorriso.
Entrammo in camera mia e presi velocemente i fogli con il mio nuovo pezzo.

"Che ne pensi?" chiesi attendendo una risposta dal mio migliore amico. "Cri?" richiamai la sua attenzione

"Meg è stupendo" disse con un filo di voce che mi fece scaldare il cuore

"davvero?" domandai alzando lo sguardo

"Si certo, la base come la vuoi fare?" chiese senza staccare lo sguardo dal testo

"Pensavo al piano, ho buttato giù qualche nota" dissi passandogli lo spartito

"Perfetto direi, ti consiglio di mettere delle note più alte nel ritornello, danno più ritmo" mi suggerì sorridendo. Quanti mi era mancato.

"Sei il migliore" esclamai abbracciandolo

"Come sempre pulce" rise dandomi un bacio sulla fronte e uscendo dalla mia stanza "Dormi che poi domani non ti alzi, notte"

"Notte Cri" sorrisi agitando la mano. Appena la porta si chiuse appoggiai la testa sul cuscino e senza rendermene conto entrai nel mondo dei sogni.

Mark Pov's

Mi svegliai di scatto, pensando di essere come al solito in ritardo, invece guardai l'ora. Erano ancora le 3:30. Non ricordavo a che ora ero andato a dormire e, tanto meno, non ricordavo il motivo per il quale io abbia impostato una sveglia alle 3:30 del mattino. Scesi dal letto con la bocca impastata e andai sotto per bere un bicchiere d'acqua. Mentre passavo per il corridoio sentii qualcuno singhiozzare nella camera di Megami, quindi decisi di affacciarmi per vedere se fosse tutto ok. Megami era al centro del letto che si dimenava come a volersi liberare da qualcosa, o qualcuno. Mi avvicinai a lei e capii subito che stava avendo uno dei suoi incubi

"N-no ti prego! B-basta!" gridava nel sonno mia cugina, "P-perché devi farmi q-questo!". Stufo di vederla soffrire, la agitai e Meg aprì di scatto gli occhi mettendosi seduta. Aveva i capelli scombinati e gli occhi lucidi

"Stai bene" chiesi prendendole le mani

"Mark? Che ci fai sveglio?" mi chiese preoccupata

"Tu non pensare a me, stai bene?" continuai a chiederle

"Sisi, uno dei miei solito incubi" sospirò strofinandosi la fronte

"Vuoi un po' d'acqua?" domandai a mia cugina

"Nono, sto bene tranquillo, ora mi passa" disse sdraiandosi di nuovo

"Se vuoi resto qui" dissi nella speranza di riuscire a calmarla

"Se ti va, si" rispose facendomi spazio accanto a lei.

"Adesso conta fino a 10 e poi chiudi gli occhi" sussurrai facendolo con lei. Dopo 5 minuti sia io che Meg eravamo tra le braccia di Morfeo.

Megami Pov's

L'indomani mattina io e Mark arrivammo in ritardo e, dopo il richiamo del professore, arrivammo ai nostri soliti posti.

"Buongiorno" salutai Axel

"Giorno" mi rispose lui continuando a prendere appunti.
Le ore di lezione trascorsero rapide e, quando suonò la campana, andai con Mark, Silvia ed Axel al campo di calcio per iniziare l'allenamento dei ragazzi.

"Scusa come posso entrare in squadra?" disse una voce alle mie spalle

"Oh, ciao molto piacere, parla con il capitano se ne occupa lui" indicai Mark. Il ragazzo non se lo fece ripete due volte, che corse nelle direzione di mio cugino agitando la mano

"Ciao tu sei il capitano giusto?" domandò il nuovo arrivato sorridendo

"Ehm si? Mi chiamo Mark Evans molto piacere" si presentò Mark con il suo solito sorriso

"Io sono Bobbie Sheerer e vorrei entrare in squadra" esclamò il ragazzo con entusiasmo. Mark fece un sorriso a 32 denti e andò incontro al nuovo arrivato.

"Benvenuto Bobbie!" urlò mark

"Il club sta facendo scalpore" disse Celia mentre sistemava le tovaglie dei ragazzi

"Si è vero, cresceranno sempre di più" continuò Silvia

Quando i ragazzi si presero una pausa, Cristian e Flavia avevano raggiunto il campo.

"Ti va di suonare qualcosa?" chiese Cri con la chitarra in mano

"E me lo chiedi pure? Certo che mi va!" dissi sedendomi sulla panchina e mettendo sotto braccio la chitarra. Fla si sedette accanto a me e propose di fare "Destri".
Le mia voce e quella di Cri si fondevano benissimo, come se fossero dei pezzi di un puzzle che combaciavano alla perfezione. I ragazzi della squadra restarono in silenzio ad ascoltare la melodia intonata da me e Cristian applaudendo alla fine delle canzone

"Quanto avete provato per cantare così?" chiese Steve incuriosito

"In realtà per fondere bene due voci non c'è molto da provare, basta semplicemente trovare il giusto compagno" sorrisi scompigliando i capelli del mio migliore amico. "Voi avete la fortuna che nel calcio potete allenarla questa armonia, nei modi di fare e nel rispetto reciproco. Perché, a volte, una sola parola riesce a tirar su il morale della squadra, voi siete la forza l'uno dell'altro, non dimenticatelo mai" dissi sorridendo

"Dovresti stare più spesso con noi" disse Jack ottenendo l'approvazione di tutta la squadra.

"Se vi fa piacere cercherò di venire più spesso" sorrisi ai ragazzi

L'allenamento finì e i ragazzi andarono tutti a casa, compreso Cri, che ne approfittava per stare un po' con la madre.

"Hai dimenticato questa" mi girai e vidi Axel con la mia borsa in mano

"Solo io potevo dimenticarmi la borsa" dissi ridendo

"Solo tu riesci a fare certe cose del resto" aggiunse Axel ricambiando la risata

"Non so se prenderlo come un insulto o come un complimento" risposi al ragazzo dai capelli bianchi. Mentre la nostra conversazione andava avanti, una folata di vento colpì me ed Axel che, notando il mio brivido, mi copri subito con la sua felpa.

"Non ti preoccupare sto bene" dissi togliendomi la sua felpa di dosso

"Tienila, domani me la riporti" mi disse sorridendo "Notte Megami"

"Notte Axel" risposi facendo cenno con la mano. Arrivata in camera appoggiai la testa sul cuscino con un'unica differenza dalla notte scorsa, non feci incubi, ma solo dei bei sogni.

Inazuma Eleven: Sotto lo stesso cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora