68. Mela

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Restammo fermi quasi venti minuti ad aspettare che Eugene tornasse al punto prestabilito. Si era addentrato molto nel bosco, quindi a piedi doveva percorrere qualche chilometro e noi non potevamo di certo fermarci a prenderlo, fino a che non ci eravamo allontanati a sufficienza da Donati.
"Come è andata?"
Chiese salendo in macchina.
Partii sgommando.
"Non lo so. Ci ha pagato ma ci ha anche minacciato. C'è qualcosa non mi torna. Credo che in cuor suo sappia che lo stiamo fregando."
Buch si schiarì la voce.
"L'ho percepito anche io. Stava giocando con noi. Ha bisogno dei nostri contatti ma ci vorrà fare fuori dopo sabato. Non vuole rischiare oltre, questo ci ammazza."
Feci un cenno con la testa.
Donati aveva diverse spie all'interno della polizia che potevano prendere il nostro posto e garantire la sicurezza del molo. Passato il contatto, non servivamo più.
"Anche io ho pessime notizie."
Guardai Eugene dallo specchietto retrovisore.
"Ha scavato una buca immensa qui nel bosco. Profonda diversi metri, larga altrettanto."
"La nostra tomba."
Rispose Buch iniziando a piagnucolare.
Un brivido mi percorse la schiena.
"Okay. Skin non dovrà mai saperlo."
Si sarebbe ritirato, non avrebbe continuato la missione sapendo che le premesse erano queste.
"Va bene. Sappiamo cosa ha in testa. Ha concretizzato le minacce. Donati ha un esercito di almeno trenta uomini che lo seguiranno sabato. Alcuni resteranno qui in villa. Sicuramente in un modo o nell'altro dopo la consegna ci farà tornare qui per ucciderci ma noi faremo fuori prima lui. Noi abbiamo altrettanti uomini dalla nostra e la polizia. Bob potrebbe essere una risorsa.."
Buch scosse la testa.
"Io mi tiro fuori."
Strinsi forte la labbra.
"Ti ricordi i colombiani? Quelli che ti hanno portato con la barca in mezzo al mare e ti hanno attaccato come un salame al molo?"
Fece un cenno con la testa.
"Chi ti ha salvato il culo allora?"
Rimase in silenzio.
"Rispondi!"
"Tu! Tu cazzo! Ma io non ci sarei salito su quella barca se avessi saputo le loro intenzioni! Qui è palese che lui mi terrà alla villa e appena tu sarai uscita di qui mi farà saltare il cervello. Quella buca è per me."
Alzai gli occhi al cielo. Quanto era codardo?
"Non è così! Io chiederò garanzie. Farò lo scambio solo se avrò parlato con te prima e in quel momento, appena saremo arrivati al molo, Eugene spedirà il primo veicolo della polizia proprio da te razza di caga sotto!"
Buch scosse la testa di nuovo mentre le luci della città mi abbagliavano.
"E se non dovesse funzionare? Se ci ammazzasse tutti?"
Eugene mi mise una mano sulla spalla.
Se si tirava indietro era un problema.
"In ogni missione abbiamo corso dei rischi. Questa non è diversa.."
"Sì che lo è! In ogni missione avevo la polizia al mio seguito pronta ad intervenire. Qui stiamo facendo da soli! Ce li avevi addosso anche tu i mitra prima o sbaglio? Ti sembra normale?"
Sbattei una mano sul volante.
"Cazzo Buch! Senza polizia ci muoviamo più sicuri, non rischiamo di essere intercettati e.."
"E salvi il culo a Skin! È solo questo il tuo cazzo di obiettivo! Fammi scendere."
Sussultai a quelle parole.
"Ferma la macchina Mela. Ho bisogno di camminare e schiarirmi le idee."
Accostai come mi stava chiedendo.
"Buch, ti prego."
Scosse la testa mentre si slacciava la cintura.
"Se non ti presenterai con me alzeremo dei sospetti."
"Non dovevi trascinarmi in questa storia!"
Urlò di nuovo.
"Avevi fatto tutto da sola! Perché mi hai messo in mezzo?"
Avevo bisogno di qualcuno che depistasse l'arresto dei miei amici. Era questo il motivo.
Trattenni le lacrime.
"Mi dispiace. Tieniti i soldi."
Buch si voltò a guardare la valigetta che Eugene teneva in mano.
"Dagliela."
Gli ordinai aspettando che gliela passasse.
Buch la prese ma non avevo il minimo dubbio su questo.
"Vieni via con me. È troppo rischioso Mela. Finirai male questa volta. Vieni via con me e parlerò col capo, ti riassumerà. Ricominciamo.."
Sorrisi.
"Così tornerò a fare caffè per Chris? No, grazie Buch. Ho piani diversi per il futuro. Ho deciso che non prenderò più ordini da nessuno. Mi dispiace. Ora vai. Se questa è la tua scelta, me la caverò da sola."
Mi guardò per qualche istante esitante ma poi scese dalla macchina e si incamminò di fretta in mezzo alla neve.
"Merda!"
Tirai un pugno al volante, di nuovo.
"Si mette male così."
Eugene si grattò la testa.
"Puoi sempre dire che si è preso i soldi e non voleva rischiare oltre. Che al comando lo stanno sorvegliando perché si è immischiato in più situazioni illegali e ha paura di perdere il posto."
Ci pensai.
Potevo dire tante cose ma avevo presentato il mio braccio destro a Donati e lui si era tirato indietro. Avevo portato qualcuno di inaffidabile nella sua casa.
Avrebbe perso fiducia anche in me automaticamente e questo era un problema, soprattutto perché già ci voleva morti.
"Cazzo.."
Estrassi il telefono e composi velocemente il numero.
"Chi stai chiamando?"
Feci un cenno ad Eugene di stare in silenzio. Al quinto squillo rispose.
"Alicia scusami per l'ora. Ho bisogno un favore."
"Brutta stronza! Sono mesi che sei scomparsa!"
Sorrisi quando sentii il suo tono accusatorio.
"Sto lavorando ad un caso difficile. Il mio ultimo caso."
"Ultimo caso? Sentiamo, che succede."
Presi un respiro profondo. Alicia era probabilmente l'amica migliore che avessi avuto. L'avevo incontrata dopo il caso Tenebra, era l'unica giornalista che mi credeva ed era sicura che tutta la colpa fosse stata addossata su di me.
Avevamo scritto un articolo insieme dove sputtanavo tutti ma poi mi era mancato il coraggio di farlo pubblicare e lei non mi aveva costretta, nonostante ci perdesse una marea di soldi.
"Sono in missione. Da sola. Al comando non vogliono più credere in nulla di ciò che faccio perciò mi sto arrangiando. Sono stata licenziata ma non importa, sto per fare sparire uno delle peggiore fecce che girano a New York."
"Merda amica. Mi si sono rizzati i peli delle gambe. Stai bene?"
Guardai Eugene dallo specchietto.
"Ho bisogno un favore. Devi pubblicare un articolo dove dici che sono stati arrestati tre boss. Non devi fare i loro nomi, devi solo dire che sono trapelate queste notizie al momento ancora segrete. Devi dire che sono stati arrestati da due poliziotti in missione e devi mettere la mia foto, quella girata di spalle dove non si capisce bene che sono io ma chi mi conosce può intuirlo."
"È una notizia vera?"
Rimasi in silenzio.
"Rischio guai per una cosa così."
Lo sapevo.
"Ti pagherò trentamila dollari. E inoltre, dopo aver suscitato il giusto scalpore mediatico con questo articolo, rilascerò un intervista in esclusiva con te dove dirò come ho arrestato questo latitante e il perché mi serviva un articolo finto. Dirò quanto sei seria come giornalista e quanto hai sempre collaborato con noi. Una volta riscosso il tuo successo per questo, potrai anche pubblicare l'articolo sul caso Tenebra e saprò venderti diverse notizie sulla corruzione della polizia nel nostro dipartimento.."
Alicia fece un fischio.
"Mi stai dando la pensione. Per quando vuoi il primo articolo?"
"Virale domani."
"Domani? Ma lo sai che ore sono? Cazzo Mela.."
Scoppiai a ridere.
"Domani Alicia. Ci aggiorniamo prossimamente. Chiamo io, tu non chiamare."
"Ma da dove stai chiamando?"
"Dal mio telefono, chiaramente."
Sorrisi pensando alla fine che il mio telefono aveva fatto mesi prima e riattaccai ripartendo verso il club.
"È la mossa giusta?" Chiese Eugene.
Sembrava più rilassato.
"Non lo so."

Corsi incontro a Skin e mi fiondai tra le sue braccia appena varcai la porta del ufficio.
Lui mi accolse stringendomi forte, non curante dei suoi amici che ancora ci guardavano colmi di sgomento in queste circostanze.
"Sono morto di paura."
Mi confidò facendomi dondolare.
"Come è andata? Che è successo?" Chiese Billo dando un morso alla sua Mela.
Rimisi i piedi a terra e guardai il mio amico. Doveva sapere.
"Che succede?" Mi chiede allora notando il mio sguardo.
"Devo raccontarvi molte cose ma forse questa è la più importante."
"E credo di c'entrare io in quello che stai per dire."
Sorrise il mio amico.
Si fecero più vicini per ascoltarmi.
"Donati sabato si trasferirà qui dopo la consegna. Ha detto che queste donne diventeranno sue e non avranno diritto di scelta; lavoreranno per lui."
Skin strinse forte i pugni.
"Ma non arriverà mai qui. Lo impediremo."
Mi disse sicuro di sé.
"Vero. Però bisogna sempre considerare ogni variabile e pensare che qualcosa potrebbe andare storto. Billo, Donati ha parlato di Mary."
Per la prima volta da quando lo conoscevo, la sua espressione cambiò totalmente.
Non c'era più l'ombra del suo sorriso. La sua intera personalità sembrò cambiare in un istante.
"Che intendi dire?"
"Ha chiesto se lei è qui. Ha detto che tu hai fatto un gran casino per lei l'anno scorso e che quindi lui la vuole per sé."
Billo si attaccò alla poltrona per non cadere.
Guardò Skin che subito lo affiancò.
"Tranquillo. Prendila e portala via. Falla sparire lontano, non dire a nessuno dove va. Donati non metterà mai se lui mani su di lei."
Billo rimase in silenzio, come sotto shock.
"Vai, non aspettare oltre."
Scosse la testa.
"E se stessero spiando il club? Se ci fedessero portarla fuori, dove è più indifesa?"
Mi morsi le unghie notando quanto lo avevo mandato nel pallone con quella notizia.
"Ti ricordi quale era il piano l'anno scorso?"
Gli chiese Sam dandogli un ceffone in pieno viso per farlo riprendere.
Billo fece un cenno.
"Allora sai dove devi farla andare. Mettiti la maschera e dai la chiamata. Lì sarà al sicuro."
Dopo un attimo di esitazione Billo si allontanò veloce da noi.
Skin si voltò per guardarmi sconvolto.
"Abbiamo ancora qualche piccola, brutta notizia da darvi."
Annunciai mentre il mal di testa iniziava a prendere il sopravvento sulle mie facoltà mentali.
"Ma dovete promettermi di stare calmi."

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