64. Mela

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Non avevo mai provato tutta quella adrenalina in un'ora sola della mia vita.
Skin mi consentiva di sentirmi viva e quella singola ora passata con lui, valeva quanto i miei trent'anni passati da sola.
Avevo costruito tante cose nella mia vita; tanti successi, tanti studi, tante piccole situazioni che mi avevano soddisfatta.
Però, avevo sempre vissuto proiettata sul domani. Quello che facevo non bastava mai, non mi sentivo mai realmente felice.
Avevo questo fuoco dentro al quale impedivo di bruciare e che non mi faceva mai sentire al mio posto.
Mancava sempre qualcosa per essere felice.
Pensavo di essere una donna seria e dai saldi principi, invece avevo scoperto che mi piaceva ballare su un palo, rubare una macchina dopo aver pattinato in un luogo proibito e baciare una persona così diversa da me.
Per questo avevo dovuto dirglielo che mi ero innamorata.
Perché io quel fuoco non lo volevo più spegnere, volevo alimentarlo finché bruciava tutto.
Si era spaventato Skin.
Aveva stretto rigidamente il volante tra le mani e il suo viso sembrava meno rilassato.
Eppure, dopo qualche isolato aveva posteggiato la macchina al buio per riempirmi di baci e di carezze soffiando la sua brezza sulle mie fiamme.
Non aveva risposto.
Ma cosa potevo aspettarmi da lui? Non era un uomo che si lanciava in dichiarazioni e d'altronde, non era necessario.
Butch aveva detto di amarmi ma le sue parole non erano abbastanza convincenti.
Buch amava salvarsi il culo, amava i soldi e le belle donne, indipendentemente da chi fossero.
Forse provava qualcosa per me ma a dipendenza di come andavano le cose, poteva dimenticarsene in fretta.
Skin avrebbe dato la vita per chi amava, anche se non riusciva a dirlo.
"Devo dirti una cosa."
Sussurrai allontanando la mia bocca dalla sua.
"Me l'hai già detta.."
Mi ricordò lui sorridendo e abbassandosi la maschera.
"Non ti piacerà. Però è difficile dirtela ora che abbiamo queste maschere e non posso vedere la tua espressione."
Skin si mise sull'attenti.
Lasciò immediatamente andare la mia mano mettendo un muro tra me e lui, come a volersi già proteggere.
"Ascoltami."
Gli accarezzai il viso.
"Promettimi di lasciarmi parlare fino alla fine."
Si agitò.
"Non voglio sentirlo. Non voglio sentire nulla di triste proprio ora che penso di sentirmi felice."
Sussultai sentendomi una merda.
Mi avvicinai a lui e alzai di nuovo la maschera per baciarlo.
"Mi spaventi così."
Sorrisi.
"Skin io ti amo. So che fatichi ad ascoltare queste parole e a sentire di meritartele ma è così. Non mi importa più chi sei e chi sono io, anche perché io non sono più la stessa persona che hai incontrato tre mesi fa. Mi sono innamorata di te giorno dopo giorno e per una volta nella vita voglio scegliere io qualcosa per me senza che gli altri mi dicano cosa è meglio."
Sorrise rilassandosi.
"Non ti manderò di certo via io."
Mi rassicurò.
Presi un bel respiro.
"Prima con Buch.."
Si ritrasse da me come se lo avessi scottato.
"Ascoltami. Prima Buch non sembrava convinto di ciò che gli abbiamo raccontato. Era sicuro che il rapimento fosse vero e che ero costretta a fare tutto ciò. Lui vi vuole in galera."
Skin strinse il pugno innervosendosi.
"Che è successo."
Inghiottii rumorosamente la saliva.
"Gli ho detto che a voi non doveva succedere nulla ma non sembrava convinto. Avevo paura che facesse saltare il piano quindi gli ho detto che ne avevo uno anche per voi."
Rimasi in silenzio qualche istante.
"È okay. So che non ci manderai dentro. Mi fido."
"Ma lui non si fidava di me."
Skin si mosse agitato e mi resi conto che più la facevo lunga più pensava fosse successo chissà che.
"Ha iniziato a blaterare di amarmi e di non avermi mai dimenticata e io sono rimasta in silenzio. Poi ha provato a baciarmi."
Skin sorrise.
"È un uomo morto."
Alzai gli occhi al cielo.
"Ascoltami.. Alla fine l'ho baciato io."
Sentii l'aria raggelarsi intorno a noi.
"Aspetta, ascolta. L'ho baciato per fare funzionare il piano. Aveva bisogno di dargli qualcosa per tenerlo buono fino a sabato. Avevo bisogno che credesse in me."
Skin mi allontanò e aprì leggermente il finestrino per prendere aria.
"So che questo ti ferisce. Lo sapevo anche allora. Non voglio mentirti. Non voglio dirti bugie. In quel momento mi sembrava più importante salvare il piano perché senza di esso tu rischi la vita e io non permetterò che ti capiti qualcosa. Mi dispiace. Non volevo farti male."
Skin rimase in silenzio ancora un po' poi mise in moto la macchina e partì.
Guidò piano e in silenzio fino al garage e io gli lasciai il suo spazio per calmarsi.
Quando posteggiò la macchina nei sotterranei si tolse la maschera e io feci altrettanto.
"Cosa hai sentito quando hai baciato Butch?"
Sorrisi.
"Ho sentito quello che sentivo sempre; monotonia e noia, un senso di fastidio e non vedevo l'ora che si togliesse di torno."
Abbassai gli occhi rendendomi conto che ero una venduta. Giocavo con i sentimenti di Buch pensando di averne il diritto dopo quello che mi aveva fatto, ferivo i sentimenti di Skin..
"È per questo che io ti faccio più male che bene. Non voglio che tu ti senta costretta a fare cose che non vuoi per salvarmi il culo."
Gli presi la faccia tra le mani e lo obbligai a guardarmi.
"Ricordi quello che ho detto? Non è una tua responsabilità come gestisco le mie scelte. Ho deciso io e lo rifarei mille altre volte per essere certa di tenerti al sicuro. Mi dispiace di averti fatto del male."
Skin sorrise e si passò una mano sul volto.
"È che è doloroso da fare schifo anche solo il pensiero.."
Mi fiondai tra le sue braccia senza permettergli di finire la frase.
"Perdonami."
Sussurrai scoppiando a piangere e lui mi strinse forte.
"Giurami che non ricapiterà. Mancano quattro giorni a sabato, non posso tollerare che risucceda. Non posso pensare ogni volta che ti gira intorno che forse ti bacerà. Non voglio essere un ragazzo geloso e possessivo ma non sono disposto a.."
Lo baciai per zittirlo.
"Non capiterà più. Lo saprò tenere a bada ora e lui mi aiuterà. Fino a sabato non sarà un problema. Lo diventerà dopo che Donati sarà stato fatto fuori."
Skin mi accarezzò i capelli.
"Non so come farò a non ucciderlo ora."
Sorrisi.
Buch si sarebbe vantato di ciò che era successo. Era una situazione pericolosa.
"Non lo ucciderai perché la nostra famiglia deve essere protetta e lui può aiutarci a farlo. Okay?"
Fece un cenno positivo con la testa.
Era triste ormai. Avevo cancellato la spensieratezza dal suo viso.
"Skin, mi puoi perdonare per quello che ho fatto?"
Mi diede un bacio sulla fronte.
"So che alle volte si fanno delle scelte impulsive dettate dalla paura di perdere quello che abbiamo o di mandare tutto a puttane. Ti perdono tutto, anche perché forse avevi bisogno di baciarlo per staccare dalla tua vita di prima e dimenticarlo totalmente. Forse era quello che ti mancava per poter dire la parola fine."
Scossi la testa.
"Sapevo già cosa volevo."
Però in parte aveva ragione.
Gli baciai la guancia sorprendendomi di quanto fossimo affettuosi quella sera e anche del fatto che non fosse ancora fuggito da me, mettendo una fortezza intorno al suo cuore.
"Okay. Allora che ne dici di salire in camera da me e mostrarmi cosa vuoi? Farmi dimenticare che hai baciato un altro, anzi, quel viscido maiale che ti ha venduta? Perché ho bisogno di sapere che non ti condivido con altri, che sei qui con me perché lo vuoi e non perché sei ancora mia.."
Lo baciai zittendolo di nuovo.
"Rimettiti la maschera e vieni con me. Ho tante cose da dimostrarti e ho bisogno che tu le capisca tutte."

SkinWhere stories live. Discover now