57. Mela

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"Allora, hai messo a cuccia il tuo rottweiler?"
Chiese Buch appena tornai al bancone. Si era versato da bere e mi sorrideva sicuro di sè e affascinante come sempre.
Aveva un completo scuro che cadeva perfettamente sul suo corpo, i capelli neri, leggermente lunghi, gli donavano un'aria da rock star mentre si avvicinava a me lanciando però delle occhiate alle donne presenti nella sala. A lui piaceva piacere ed era sempre stato così.
"Non voglio sentire una parola a riguardo. Beviamo."
Mi misi seduta accanto a lui e ripresi il mio margarita.
Con la coda dell'occhio vidi Skin uscire dalla cucina con una nuvola nera che saettava sopra la sua testa.
Sospirai.
Quei due uomini erano l'opposto.
Buch era sempre sorridente, sexy, sicuro e ammaliatore. Aveva sempre una parola da dire, la battuta pronta.
Skin invece era introverso, arrabbiato, potente e autoritario. Odiava sprecare parole anche perché era una frana con esse. A differenza di Buch, faticava a  stare al centro dell'attenzione, non amava avere troppa gente intorno.
Il primo però, si era rivelato un viscido traditore e non solo per i soldi presi. Si era scopato mezza città pensando che io fossi troppo stupida per capirlo. I patti tra noi erano chiari, non una grande storia d'amore ma rapporti esclusivi. Invece aveva fatto quello che voleva lasciando una scia di cuori infranti.
Skin, per quanto fosse un essere complesso, era autentico e leale. Era una persona che avrebbe dato la vita per i suoi valori. Mai stato un codardo, sempre pronto ad agire per difendere la sua famiglia e per questo veniva apprezzato e rispettato dagli altri.
Quando Buch allungò la mano per toccare la mia, ebbi un ulteriore conferma.
Non si capovolse il mio mondo, non sussultai, non sentii i reni fare le capriole ma tutto rimase stabile al suo posto.
"Non hai più il diritto di toccarmi."
Ritrassi la mano facendogli roteare gli occhi.
"Sei arrabbiata per i soldi? Ti ho già detto che.."
"Dove sono?" Chiesi allora facendolo vacillare.
Scoppiai a ridere.
"Li hai spesi. Altro che salvarti il culo. Li hai tenuti perché ti facevano comodo e non mi hai cercata perché non ne valeva la pena."
Buch allungò di nuovo la mano per toccarmi il viso e mi scostai.
"È quello lì che ti mette in testa strane idee?"
Sorrisi compiaciuta.
"Ah giusto, sono donna e sono stupida. Non posso pensare con la mia testa vero? C'è sicuramente un uomo che mi manovra."
Buch si mosse di nuovo nervoso.
"Non voglio parlare di questo. Parliamo di affari, il resto non conta."
Aggiunsi sempre più nervosa. Stavo sprecando il mio tempo. In realtà non era con lui che volevo litigare e lo stavo usando come un sacco da boxe.
"Conta per me."
Buch si fece più vicino e io lo allontanai con la mano.
Sentii qualcuno schiarirsi la voce dietro di me e mi voltai per scoprire Billo, in fondo al bancone che ci osservava nervoso.
"Smettila di fare il coglione. Questo non è il tuo territorio. Qui finisci male se fai lo stupido."
Buch si guardò intorno. Sam aveva preso posto accanto a Billo e anche lui ci guardava storto.
Mi voltai a guardare i ragazzi. Mi morsi la lingua perché il mio desiderio era quello di chiedergli dove fosse Skin ma in realtà, poteva fottersi anche lui in quel momento.
Ero stufa del suo atteggiamento, del continuo tirarsi indietro e cercare di pungermi per tenermi lontana. Mi ero punta così tante volte che avrebbe dovuto capire che non bastava solo questo.
"Ha chiamato Donati?"
Domandai allora alzandomi in piedi e appoggiando la pancia sul bancone per afferrare altro alcool, unico amico di una vita intera, mai traditore seppur nocivo.
Sorpresi Buch a guardarmi il culo mentre mi sedevo di nuovo e due occhi mi bruciarono la nuca.
Skin era qui.
Mi girai verso i ragazzi giusto per averne la conferma quando due braccia mi afferrarono delicatamente per spalle per farmi voltare.
"So cosa stai facendo, vuoi fargli saltare i nervi per scatenare qualcosa ma io non te lo permetterò."
Lo ammonii quando notai il suo viso compiaciuto.
Profumava di pulito. Un tempo mi piaceva il suo odore, ora non mi sortiva più alcun effetto.
"Sì, ha chiamato."
Concluse Buch con un sorrisone.
"E?"
Chiesi facendomi più vicina.
Trasalii quando capii che era ciò che voleva e mi allontanai di scatto infuriata.
Odiavo i suoi giochetti.
"Avanti, parla!"
La voce di Sam mi fece voltare di scatto.
Si erano avvicinati e il sorriso di Buch morì per un istante sulla sua bocca.
"Volevamo lasciarvi un poco di spazio per permettervi di chiarirvi ma abbiamo visto che non funziona. Quindi parliamo di affari."
Suggerì Billo con un sorrisone al quale Buch rispose.
"Ha chiamato e io ho finto di essere il comandante."
"Gli hai detto che ci avete arrestato?"
Chiese Billo rubandomi il bicchiere di mano.
"Certo che no."
Buch allungò la mano posandola sulla mia gamba. Lanciò un'occhiata di sfida verso Skin che si stava avvicinando a noi in quel momento, probabilmente desiderando la morte.
Ero pronta a prenderlo a cazzotti quando le parole di Skin mi risuonarono forti nella testa.
Non basta una scopata per farmi perdere la testa per una donna.
Anche io mi voltai a guardarlo.
I suoi occhi erano iniettati di sangue.
Alzai la mano e.. La posai sopra quella di Buch.
Skin alzò gli occhi con uno scatto e mi scrutò il viso.
Sorrisi.
Lui scosse la testa.
Io distolsi gli occhi ma lasciai lì la mano.
Anche Billo e Sam guardarono nello stesso punto con aria interrogativa.
"Il comandante non avrebbe mai rilasciato una notizia del genere. Mi sono finto scandalizzato dalla domanda e poi ho iniziato a blaterare delle cose. Insomma, ho confermato l'arresto senza confermare l'arresto."
La mano di Buch si alzò leggermente verso la mia coscia e io la bloccai con forza. L'avrei ucciso più tardi.
"Questo pomeriggio l'ho incontrato, come da piano. Sono andato da lui e gli ho portato la pistola di Skin e i passaporti di tutti e tre come mi hai chiesto. Gli ho detto di essere il tuo segugio e sono entrato in questo giro losco anche io, mettendoci la faccia. E poi sono corso qui da te, Mela."
Mi sorrise e poi guardò gli altri
"Non la vedo da mesi ed ero così preoccupato per lei. Quando voi tre vi siete presentati alla mia porta, voi tre delinquenti.."
Sottolineò l'ultima parola con foga.
"Ero sicuro che le avevate fatto del male."
Spostò la mano dalla coscia e me la giro intorno alle spalle attirandomi verso il suo petto.
"Sono stato così in pensiero pensando in lei in mano vostra."
I suoi occhi erano puntati su Skin per fare capire verso chi era rivolta in particolare la sua preoccupazione.
"Invece eccomi qua, sana e salva e con una missione in mano. Fortunatamente quei cinquantoni ti hanno tenuto compagnia in questo periodo e ti hanno evitato di cadere nel baratro."
Mi scostai da lui allontanando il suo braccio e quando mi accorsi che non funzionava, mi alzai in piedi.
"Ero ad un passo dal baratro dolce Mela e poi, quell'improvvisa telefonata mi ha ricordato chi sei. Sei una forte, una che se la cava, una poliziotta."
Sorrise voltandosi di nuovo verso Skin.
"Non sei una stupida che si lascia manipolare da dei delinquenti. Senza offesa.."
Alzò le mani Buch guardando Billo e Sam.
"Ma che diavolo succede?"
Chiese allora Billo lisciandosi la giacca in pelle.
Guardò verso Skin in cerca di ordini ma questo non reagì.
Gli prese solo di mano il mio cocktail e lo trangugiò in un istante.
"Immagino come ti sei sentito sollevato. E immagino che sei qui per aiutarmi, non per prenderti i meriti di un'operazione di successo."
Gli sorrisi andando a posizionarmi accanto a Billo per evitare ulteriori contatti.
Avevo fatto innervosire Skin oltre al dovuto, era quello che volevo ma esagerare sarebbe stato controproducente.
Davanti a me c'erano i due uomini; quello che mi aveva tenuto compagnia durante la solitudine e quello che mi aveva sconvolto il cuore.
Era impressionante vederli lì, fianco a fianco.
Skin era almeno dieci centimetri più alto di Buch e nonostante quest'ultimo facesse lo spavaldo, la calma di Skin era distruttiva.
Era come il mare che si ritira prima che arrivi lo tsunami.
Era ipnotizzante.
"E di Eifel che dici?"
Chiese Sam rompendo il silenzio.
"Colpo d'arma da fuoco diritto in testa. Cecchino. Lavoro liscio e pulito."
"Donati?"
Chiesi io dubbiosa.
"Se non siete stati voi.."
Mi grattai il mento. Non mi convinceva. Non ne aveva senso.
Eifel aveva cercato un contatto con Donati, questo significava che aveva teso una mano in segno di amicizia. Donati aveva guadagnato la sua droga, era sicuramente più forte e quindi non lo temeva. Non era essenzialmente suo nemico, poteva essere un collaboratore nella guerra contro Skin.
Perché ucciderlo? Qualcosa non tornava.
"Già, sarà stato per forza lui."
Tagliai corto io per non confidare i miei dubbi davanti a Buch.
Non potevo di certo fidarmi totalmente di lui.
"Bene. Direi che c'è solo da studiare la prossima mossa allora. Il carico di droga arriva? Quando torni da Donati?"
Skin aprì la bocca per rispondere a quelle parole ma Buch lo interruppe subito tagliandolo fuori in maniera evidente dal discorso.
"Scusate ma si sta facendo tardi."
Si fece strada verso di me e mi girò un braccio intorno alla vita.
Vidi il viso di Skin sfigurarsi totalmente. Aveva innescato la bomba, sarebbe esplosa da lì a breve.
"Voi non dovreste farvi vedere qui. È meglio che tornate nelle vostre tane mentre io e Mela beviamo qualcosa e studiamo il piano, d'altronde è un'azione poliziesca.."
Billo scoppiò a ridere.
Gli diede una pacca sulla spalla.
"Ora sono cazzi tuoi."
Gli disse un secondo prima che Skin lo caricasse come un toro buttandolo per terra.
Spalancai la bocca sconvolta, più o meno come lo fece Buch mentre Skin lo teneva bloccato per il mento.
"Ora esci da casa mia e ti schiarisce le idee. Qui comando io. Questo è il mio territorio. Questa la mia famiglia. Se vuoi uscire vivo da questa operazione ti conviene mettere a freno la tua lingua e le tue mani. Dimmi se hai capito."
"Sì."
Rispose Buch in un sussurro.
Skin lo lasciò andare e si alzò in piedi.
Prontamente Sam tirò su anche il poliziotto.
Buch posò di nuovo gli occhi su di me e aprì la bocca per parlare perché, dannazione! Non riusciva mai a starsene zitto per un secondo.
Non gli bastò il tempo.
Skin lo afferrò per la giacca e lo trascino fino alla porta che un uomo della sicurezza aprì per lui.
Con una spinta buttò fuori Buch, ai piedi della lunga fila che aspettava per entrare.
Si voltò senza dire una parola e si incamminò verso le scale, trucidandomi con gli occhi appena passò accanto a me.

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